Ho 2 grossi problemi nell'arcata inferiore
Scritto da angelo / Pubblicato il
Buongiorno a tutti, come da panoramica in allegato ho 2 grossi problemi nell'arcata inferiore di cui volevo chiedere il vostro parere soprattutto sull'impianto del molare che si sta staccando causa infezione e sulle possibili modalità di cura mentre sul 44 ho già avuto alcuni vostri pareri in merito. Grazie mille della vostra sempre utile collaborazione e disponibilità.
Pubblicato il 08-10-2010
Sig. Angelo, visionare la sola OPT ed esprimere diagnosi o giudizi o proposte di cura è poco professionale, perché per ottenere un buon piano di cure occorre altri accertamenti diagnostici e soprattutto la visita clinica. Vedendo la sua età, noto dall'OPT una bocca vissuta e curata da più mani, essere curati da più professionisti corrisponde a non poter responsabilizzare il singolo professionista che esegue le cure. Ricercare il tipo d’intervento da eseguire a opera del paziente, non è corretto, perché esso non è un esperto della materia e potrebbe portare altri operatori a fare delle scelte sbagliate della sua salute. Il mio consiglio è di aver fiducia in un solo odontoiatra che possa prendere in mano seriamente il suo caso, ottenendo una situazione stabile nel tempo e non una serie di continui rappezzi. ruffonidiego@virgilio.it
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Pubblicato il 08-10-2010
Caro Signor Angelo... il parere è semplice: 1- è in atto una perimplantite sul primo impianto 46. 2- E' stato fatto un ponte unico in 43-44- 45 (elemento di ponte) 46 e 47 (impianti).......... NON SI UNISCONO GLI IMPIANTI COI DENTI NATURALI, per il semplice fatto che gli impianti si osteointegrano e sono come "piantati fissi nell'osso" e i denti naturali invece hanno un parodonto, un tessuto che sta intorno al dente e che sostiene il dente legandolo all'osso con un ligamento parodontale che costituisce una vera e propria ........... Se si blocca il dente naturale con l'impianto, soffrono entrambi, infatti il 44 e il 43 mostrano nella lastra difetti ossei che si verificano nelle parodontiti e la perimplantite non è altro che una parodontite dell'impianto, per così dire......Difetti ossei si vedono in tutta la bocca, quindi è presumibile che lei ha una Parodontite...ma dirlo a distanza via web in base solo ad una panoramica che non serve per questo è molto difficile! Ma la mia esperienza mi fa vedere e dire questi sospetti diagnostico.......... Dalla forma e profondità dei difetti ossei, sono diversi anni che ha questa Parodontite...si faccia visitare da un Parodontologo che decida anche la terapia per la perimplantite.......QUINDI NON SI SAREBBERO DOVUTI FARE GLI IMPIANTI PRIMA DI AVER PROCEDUTO ALLA TERAPIA DELLA PARODONTITE...inoltre non si sarebbero dovuti bloccare gli impianti coi denti naturali, ma aggiungere un terzo impianto in 45..e se l'osso come sembra non fosse stato sufficiente, lo si sarebbe dovuto ricostruire prima ................::::::::..... le spiego :............:...........la Parodontite è una infiammazione come le spiego più sotto…le rispondo nel modo in cui spiego ai miei pazienti in studio, cosa sia una tasca parodontale e come si arriva ad una diagnosi e come si imposta una terapia…ecco: " Immagini un dente in sezione longitudinale (e alzo la mano sin. di taglio verticale davanti a me), la gengiva ( e alzo la mia mano dx in orizzontale vicino e perpendicolare alla mano sin.), si attacca al dente mandando le fibre connettivali ed epiteliali dentro di esso, al colletto, nel punto di passaggio tra radice e corona, ossia la parte del dente che emerge dalla gengiva (e spingo la mano dx a intrecciare le dita con la mano sin.). In questo modo la Gengiva protegge l’osso che sta sotto intorno al dente e chiude, una porta che impedisce ai microbi di entrare in profondità. La funzione della gengiva è questa, di costituire un sigillo invalicabile dai microbi!. Quando queste fibre, per un motivo qualsiasi, ad esempio la Gengivite prima e poi la Parodontite, si dovessero rompere, esse si staccano dal dente, si apre quella porta e i microbi entrano ed incominciano a distruggere il Parodonto, ossia il tessuto che sta intorno al dente, Gengiva, Cemento della radice, Legamento Parodontale che lega il dente all’osso e l’Osso stesso: è iniziata una Parodontite. (Conosciuta col termine volgare di "Piorrea" dal greco (puòn) marcio, pus - (roé) scolo, quindi scolo di pus. Scolo di pus, perché nei momenti conclamati o terminali della malattia si hanno numerosi ascessi! La distruzione di questi tessuti porta alla formazione di una tasca (ed infilo la mano dx nel taschino sin. del mio camice) spiegando "questa è una tasca, prima era cucita ora è aperta. Questa tasca si chiama "Tasca Parodontale". In pratica è come se fosse una ferita e come ogni ferita tenta di guarire facendo "granuleggiare" un tessuto che appunto si chiama di Granulazione, che cerca di chiudere questa ferita, ma non lo può fare per vari motivi che non sto a spiegare. La caratteristica di tutte le Parodontiti è quella di avere periodi di inattività che si alternano con altri di attività. Questo avviene in modo del tutto "anarchico". Ossia la malattia può essere attiva o non attiva, in tutta la bocca, in parte di essa o addirittura sullo stesso dente in un punto sì e nel punto vicino no! È importante sapere che esistono vari tipi di Parodontiti, ma comune denominatore è quanto ho spiegato sopra. Nei punti in cui la malattia è attiva, il tessuto di granulazione e edematoso, imbibito di liquidi, molliccio e il sondino parodontale che ho usato prima durante la visita è portato a penetrare di più, proprio perché non incontra resistenza e leggo una misura più profonda di quanto potrebbe essere in realtà!. Se la malattia invece è ferma da qualche tempo, bastano 3 settimane…il tempo di guarigione in genere delle ferite, il tessuto di granulazione è diventato una specie di cicatrice, come avviene in tutte le ferite ed è fibroso, duro, compatto, il sondino parodontale è impedito nella penetrazione e leggo una misura meno profonda di quanto potrebbe essere in realtà! Ora è intuibile per Lei, quello che devo fare: rimuovere questo tessuto! Questo lo si fa col Curettage e Scaling, in anestesia per contatto (basta uno Spray di anestetico), a cielo coperto, sotto protezione antibiotica perché si mettono in moto milioni e milioni di microbi! IL Curettage e Scaling è preceduto dalla Ablazione del Tartaro con gli ultrasuoni, dalla lucidatura dei denti. Si fa tutto in una seduta … molti preferiscono in più sedute. Io preferisco una sola seduta, lunga anche un paio d’ore o poco più, ma il tessuto infetto viene portato via in una sola volta, non rischia così la reinfezione delle tasche, se passa troppo tempo dalla prima all’ultima. Questo sotto copertura Antibiotica. Tenga presente che un Curettage fatto bene abbassa la carica batterica dell’95-98 % !!! Questo è salutare non solo per la bocca (pensi che se ci troviamo in presenza di una Gengivite Marginale o di una Gengivite più profonda di transizione in Parodontite con tasche non superiori ai 5 mm, può bastare il Curettage e Scaling, magari ripetuto più volte, per "guarire" ma anche per l’organismo intero perché mette a riparo dalle malattie focali a distanza di organi importanti che hanno il loro Fucus di partenza "in cavità dell’organismo comunicanti con l’esterno", in questo caso le Tasche Parodontali! Ora è comprensibile perché, una volta rimosso questo tessuto, a distanza di qualche giorno, debba riprendere le misure delle tasche parodontali: il secondo sondaggio farà leggere delle misure reali o almeno che si avvicinano alla realtà, avendo rimosso quel tessuto che ne falsava la misurazione! In quella sede che chiameremo Seconda Visita Parodontale, dopo questa preparazione iniziale, prenderò visione degli altri dati diagnostici raccolti in questa parte chiamata di Preparazione Iniziale Parodontale, ossia le Rx indorali, i modelli di studio che avrò rilevato con delle impronte e montato su un aricolatore che riproduce i movimenti della sua bocca! Così potrò studiare le gengive, i rapporti dei denti tra di loro, anche per decidere un eventuale molaggio selettivo per togliere i precontatti." In questa sede si procederà anche alla pianificazione della eliminazione di tutto ciò che di irrazionale è in bocca ( restauri conservativi e protesici irrazionali, necessità di immobilizzazione temporanea o definitiva di denti con mobilità superiore al 1°, pianificazione della risoluzione di eventuali disgnazie (per le quali si segnerà una ulteriore serie di Visite anche per lo studio Cefalometrico), pianificazione di tutta la conservativa, endodonzia, chirurgia orale, Gengiviti e solo alla fine si pianificherà la "parte di riabilitazione Chirurgica Parodontale!........Arriveremo così ad una diagnosi esatta, ad emettere una Prognosi, ed infine ad un ulteriore colloquio col paziente che sarà reso edotto su tutti i suoi problemi (sottolineando complicazioni, tempi, possibilità di recidive etc.). la "terapia parodontale", spesso,per la sua importanza e complessità, coinvolge tutta l’Odontoiatria. Per rispondere in modo completo alla sua domanda, cercherò di spiegarle brevemente in cosa consista la ……..TERAPIA PARODONTALE………………………. Essa consiste nel ricostruire ciò che la malattia parodontale ha distrutto: osso e gengiva ed ottenere una rigenerazione di questi tessuti, ossia la neoformazione di nuovo osso, nuovo, nuovo ligamento parodontale, nuova gengiva che si attacchi a nuovo cemento radicolare con un attacco epiteliale corto e non lungo…nel primo caso si ha una rigenerazione….quello che gli Statunitensi chiamano New Attachment = con Le metodiche rivoluzionarie GBR (Guided Bone Regeneration = Rigenerazione ossea guidata) GTR (Guided Tissue Regeneration = Rigenerazione tissutale guidata), che impedendo la proliferazione cellulare di elementi indesiderati e stimolando quelli desiderati, portano ad una rigenerazione parodontale profonda nel secondo caso si ha una ricostruzione, sempre biologicamente valida, ma molto più "fragile" e soggetta a recidive. Questa terapia la si fa con membrane, PRP, PRF (Piastrine ottenute dal sangue centrifugato, prelevato dal paziente stesso, in passato prima dell’avvento dell’HIV si usava la colla di fibrina umana omologa = Nel PRP le piastrine sono integre e vengono iniettate nel sito chirurgico, senza l’avvenuta degranulazione, in quanto non attivate col Cloruro di Calcio e solo lì, per la superficie ruvida del sito, che si rompono e rilasciano i Grow factors = fattori di crescita…… nel PRF è avvenuta la degranulazione, per rottura delle piastrine durante la centrifugazione tale che il risultato ottenuto è il coagulo di fibrina, che viene innestato a mo di membrana) , amelogenine, Acido Ialuronico, solfato di calcio, fosfati di calcio etc, osso autogeno, osso omologo, meno bene eterologo ed artificiale, usati a seconda della situazione, della profondità ed ubicazione dei difetti ossei e delle tasche parodontali… Legga per favore il mio Articolo o Pubblicazione su questo stesso portale facendo così: clicchi sul mio nome in questa risposta ed entri nella mia pagina di INFORMAZIONI GENERALI, qui clicchi su PUBBLICAZIONI e si aprirà la finestra con da sin a dx ARTICOLI, CASI CLINICI e VIDEO e cerchi i seguenti titoli sotto Articoli: …….VISITA PARODONTALE da questa lettura sulla visita Parodontale capirà se chi ha fatto gli interventi è un Parodontologo o un Dentista che si opccupa di Parodontologia (cosa molto diversa)....quindi è importante che lei la legga.... ...... Mio Sito Web di Parodontologia www gustavopetti it …………….......... POI ...........sempre sotto gli ARTICOLI, La 'tasca parodontale.... questa sconosciuta!'.... poi.... TRA I MIEI CASI CLINICI....seguenti sotto Casi Clinici (guardi che continuano aprendo "TUTTI I CASI CLINICI", in fondo in basso, sono 4 pagine): …..a Pag 1, LA RIGENERAZIONE PARODONTALE GUIDATA CON MEMBRANA AMNIOTICA E COLLA DI FIBRINA (TECNICA PERSONALE) 1°PARTE - Considerazioni Istologiche e Sperimentali e le altre tre parti... a Pag 2...Dalla parodontologia alla protesi, attraverso tutta l'odontoiatria....e poi Riabilitazione Orale Parodontale e Protesica Completa, in un Caso Complesso di Compromissione Grave Parodontale ossea, conservativa, endodontica, protesica in presenza di insufficienza di gengiva aderente..... infine vada sul mio sito, le sarà molto utile: www gustavopetti.it …………….......... ...... ..............le ripeto si faccia visitare da un vero parodontologo...........Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari
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Pubblicato il 08-10-2010
Gentile Angelo, a meno che non sia ribaltata l'immagine lei confonde il 44 con il 34 e comunque è tutta la zona comprendente il 33,34,35, ad avere gravi problemi parodontali per la presenza di voluminose formazioni granulomatose a quanto sembra dovute a problemi endodontici. Inoltre come afferma altri segni di compromissione (probabilmente perimplantite) sul primo impianto da verificare meglio. In sostanza la sua situazione è estremamente complessa di approccio multidisciplinare. Le consiglio di provvedere al più presto per evitare ulteriori seri problemi di non semplice risoluzione. Cordialmente
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Pubblicato il 08-10-2010
L'impianto è perso, cosa gli si può fare?? Quanti anni è che sta lì? Il 44 (o 34 da come si vede la lastra) ha un ascesso notevole che non si sa se si può recuperare ripetendo la devitalizzazione. Dipende da un insieme di fattori. C'è da provare, come le avrà detto il suo dentista. La dimensione dell'ascesso è notevole e sembra cistico. E la canalare non sembra mal fatta. Questo fa pensare che il recupero non sia facile. Ma solo provando si può sciogliere la prognosi
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Pubblicato il 08-10-2010
Salve sig. Angelo.. chiedere a noi cosa fare le fa perdere ulteriore tempo. credo sia il caso di rivolgersi ad un collega esperto in chirurgia implantare. Cordialmente, Gianluigi Renda.
Pubblicato il 08-10-2010
Gentile sig Angelo, tentare di curare la perimplantite che aggredisce gli impianti è possibile, ma per come la vedo io è un tentativo estremo. Di rigenerazione avrà bisogno anche se l'impianto sarà da estrarre, sempre che le condizioni lo consentano. Se devo essere sincero mi sembrano di una certa gravità anche le condizioni di tutto il resto della bocca. Le consiglio di intraprendere le terapie necessarie a ristabilire le corrette condizioni di denti e gengive, o la vedo buon candidato a qualche tipo di protesi mobile in un futuro non troppo lontano. Ne parli col suo dentista di fiducia. Cordiali saluti.
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Pubblicato il 08-10-2010
Egr. sig Angelo anche se la situazione è piuttosto critica io, per la sua giovane età e per il tempo e denaro che avrà impiegato nel lavoro su impianti, farei un tentativo di recupero. Ci sono tecniche di pulizia meccanica e anche terapie antibiotiche apposite per le periimplantiti. Per l'altro dente direi che è il caso estrarre e fare in seguito un impianto prima che la situazioni degeneri troppo sia in distruzione ossea che in dolore. Auguri d.ssa Roberta Areceli
Pubblicato il 08-10-2010
Gentile Sig. Dante, purtroppo l'impianto in posizione 46 a seguito della perimplantite è perso. Il tentativo di recuperarlo a mio parere è poco predicibile. Potrà comunque rivolgersi al suo odontoiatra di fiducia per un ripristino dell'arcata in causa e certamente le verrano proposte le terapie più idonee. Cordialmente dott. D. Cianci.
Pubblicato il 08-10-2010
Le perimplantiti sono spesso impossibili da risolvere e in un paziente parodontale sono purtroppo frequenti. Si rivolga ad un collega esperto che prenda in cura la sua bocca nel suo complesso e tratti correttamente la situazione infiammatoria tanto degli impianti, quanto dei denti, ma soprattutto si ricordi che solo controlli periodici ed accurati evitano problematiche gravi come le sue. In altre parole: cambiare dentista a volte non basta se non c'è compartecipazione del paziente. Credo infatti che si sia rivolto troppo tardi al suo curante e questo è grave quanto gli errori fatti dai colleghi che avrebbero dovuto prevedere e valutare i rischi a cui lei andava incontro. Cordialmente
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Pubblicato il 08-10-2010
Signor Angelo i problemi richiedono un immediato intervento di un ottimo endodontista ed un altrettanto capace implantologo, questi sicuramente le toglierà il primo impianto e procederà ad una rigenerazione in quel sito ed intorno all'altro impianto. Cordialmente
Pubblicato il 10-10-2010
Il primo dei due impianti è ormai sicuramente perso. L'altro, se si realizzano una serie di fattori e con una buona dose di fortuna, si potrebbe anche trattare per provare a mantenerlo. La cura delle perimplantiti però è ancora poco predicbile. Sembra esserci un po' di osso subito anteriormente all'impianto perso; si potrebbe inserire un impianto in quella sede previo sezionamento del ponte sovrastante e fare un nuovo ponte con l'ultimo impianto se lo si riuscisse a conservare. Con un po' di impazzimento in più si potrebbe anche ricostruire l'osso perduto, ma potendo evitare... Generalmente tali casi di riassorbimento di osso perimplantare sono conseguenza di infezioni batteriche, però mi sento di dire che forse quegli impianti sono stati anche sovraccaricati in virtù del fatto che erano uniti a elementi naturali con un ponte di lunga travata. La questione sull'unione di denti naturali ed impianti è piuttosto dibattuta, ma per stare dalla parte del sicuro in un caso come il suo separerei il ponte tra gli elementi naturali e gli impianti. Sarebbe anche utile sapere da quanto tempo è stata eseguita la riabilitazione: in bocca pochi trattamenti sono per sempre... Luca.
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Pubblicato il 11-10-2010
Caro angelo sicuramente ci sono un po' di problemucci, la panoramica è poco definita e un po' sfuocata, tuttavia senza ombra di dubbio c'è una perimplantite grave dell'impianto in zona 46 ma anche un principio di perimplantite in zona 47 presumibilmente non dovuta a un infezione ma a una differenza di proprietà ammortizzante tra gli impianti, che non ne hanno e i denti che invece ce l'hanno infatti non si fanno i ponti a metà su impianti e metà su denti naturali. invece per quanto riguarda l'altra emiarcata si nota una zona di riassorbimento in zona 34-35 e 36 (dove sembra che sia stata salvata una radice del molare su cui poggia il ponte) sicuramente da ritrattare il 34 e fare un'apicectomia del 35 e 36 al fine di salvare il ponte sopra. infine sembra ci sia anche una zona di ispessimento osseo da controllare in zona 43 consiglierei di verificare una tc dentalscan dell'arcata inferiore per verificare meglio la problematica dovrebbe andare da un buon parodontologo per vedere se è ancora possibile salvare l'impianto e da un buon endodontista per salvare i denti dall'altro lato distinti saluti
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