Ci sono alternative all'impiantologia in questi casi?
Scritto da STEFANO / Pubblicato il
Buongiorno, premetto che mi hanno diagnosticato una piorrea seria con ritiro dell'osso. Ho già fatto sedute di scaling, pulizia e rigenerazione ossea dove c'era un'infezione. La settimana scorsa dovevo collocare un provvisorio sulla vite conficcata nell'osso ma per mia grande sorpresa il dentista mi ha detto che la vite non si è stabilizzata bene a causa di un ritiro dell'osso e questo si vedeva bene nella panoramica che abbiamo fatto. Mi è caduto il mondo addosso! Si parla di togliere la vite e metterne una più profonda per andare a "pescare il duro" o fare una rigenerazione ossea!!! Dato che devo fare due impianti anche dall'altra parte della bocca mi chiedo se non sia un rischio per poi trovarsi nella stessa situazione. E poi ho già altri denti che si muovono a causa della piorrea. Chiedevo se ci sono alternative all'impiantologia in questi casi. Grazie, Stefano da MN
Pubblicato il 28-02-2012
Caro Signor Stefano, la Parodontite è una "brutta bestia" che distrugge osso e gengive e la cui manifestazione più evidente è la tasca parodontale. E' però curabilissima ma va affrontata in modo Parodontale da un Parodontologo! Di parodontiti ne esistono diversi tipi e prima di procedere ad una sua terapia bisogna fare una accurata Diagnosi con una prima visita, la visita Parodontale infatti è una visita altamente specialistica che si sa fare o non si sa fare! Consiste in breve in una prima visita dove vengono sondate e misurate le tasche parodontali, massima espressione patologica delle Parodontiti, in sei punti di ogni dente di tutti i denti in bocca. Vengono fatti inoltre rilievi gnatologici, gengivali parodontali profondi con indici di dolore, sanguinamento, placca e tartaro e tanto altro. Viene quindi programmata una preparazione parodontale iniziale con curettage e scaling e root planing, modelli di studio, Rx endorali in proiezione Parodontale e, rimosso il tessuto di granulazione presente nelle tasche che falsa la loro misurazione, si fa una seconda visita parodontale in cui si rileva la risposta alla preparazione iniziale e si rilevano tutte le misure delle tasche parodontali per confrontarle con le prime misure. Ora, non essendo più falsate dalla presenza del tessuto di granulazione, le seconde misure sono quelle "vere" o che più si avvicinano alla realtà. Tutto questo insieme a tanto altro, porta ad una diagnosi sul tipo di Parodontite che ha, ad emettere una prognosi ed a programmare la terapia più idonea! Si ricordi che la Parodontite è una malattia che si può e si deve curare! Personalmente, essendo Parodontologo da 35 anni, ne ho curate, di qualsiasi gravità, una infinità!Quindi le parlo con l'esperienza clinica, didattica, di ricerca e con migliaia di casi clinici curati nel corso della mia vita e centinaia pubblicati in Italia ed all'Estero. Legga nel mio profilo "VISITA PARODONTALE" poi La 'tasca parodontale.... questa sconosciuta!' poi "Parodontite (nozioni di etiopatogenesi, clinica, diagnosi)" e "Terapia chirurgica della parodontite La Terapia Parodontale, consiste essenzialmente nel ricostruire chirurgicamente ciò che la malattia parodontale ha distrutto." e si faccia un giretto nel mio sito personale di Parodontologia ed Odontoiatria il cui link troverà nella mia Home page qui su Dentisti Italia, cliccando sul mio nome! Le chiedo scusa per questo lungo e veemente discorso e chiedo scusa anche ai colleghi, ma è inammissibile che si tratti ancora, nel 2012, la Parodontite come un "mostro sconosciuto ed incurabile"! Le lascio una foto di una Parodontite gravissima con tasche di 12-14 mm e curata con chirurgia ossea Parodontale ricostruttiva e dove possibile rigenerativa che è l'ideale ma non sempre possibile cui è seguita una riabilitazione orale completa sempre fatta dal sottoscritto!Per inciso, questa riabilitazione chirurgica e orale complessa e completa è stata fatta circa 25-30 anni fa ed è tuttora in bocca ed in piena salute! Nella Parodontite purtroppo spesso la qualità dell'osso scade molto e non è più adatto a ricevere degli impianti. Non confonda non parlo di quantità di osso che si può sempre correggere aumentandolo, ma di qualità! Inoltre la parodontite facendo "spostare" i denti, movimentandoli, provoca danni gnatologici dell'occlusione e, ammesso che si possa fare implantologia, va prima ripristinata la giusta occlusione masticatoria, cosa che quasi mai nella mia lunga carriera ho visto fare! Ecco i motivi principali dell'insuccesso implantologico. In parole povere come il dente sano va incontro ad una parodontite, così l'impianto va incontro ad una perimplantite! Tenga presente a scanso di equivoci che nel mio studio si fa implantologia anche in casi clinici complessi!Quindi se parlo così è perchè è così, ovviamente secondo la mia opinione personale! Questo per correttezza! Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia, e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia ed Endodonzia, la figlia Claudia Petti, in Cagliari.
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Pubblicato il 28-02-2012
Gentile Stefano, certamente alla sua giovane età ritrovarsi in una situazione dentale con grave parodontopatia non è per nulla entusiasmante e, purtroppo, l'alternativa all'implantologia è la pur sempre valida protesi mobile ed è inutile volersi accanire a mettere impianti in situazioni di atrofia ossea, senza uno studio preliminare ed approfondito della qualità e quantità dell'osso e senza aver effettuato una rigenerazione opportuna ed aver modificato le abitudini errate di igiene domiciliare. Cordiali saluti
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Pubblicato il 28-02-2012
E' difficile rispondere senza documentazione adeguata. Ma la regola generale e' che se si immette un impianto vicino a denti compromessi questo rischia la stessa sorte. Quindi bisogna prima risolvere l'infezione e, a volte, estrarre anche denti con prognosi dubbia per non avere fallimenti.
Pubblicato il 28-02-2012
Deve rifare l'impianto. Può succedere che non si integri nell'osso. Niente di grave. Bisogna fare una rigenerazione e dopo 4/ 6 mesi rifare l'implantologia come le avrà detto il suo dentista. Alternativa è la protesi fissa su denti naturali ma intanto il suo osso si riassorbirà lo stesso. Solo un impianto glielo può mantenere anche per il futuro.
Pubblicato il 28-02-2012
Gentile pz ovviamente dare delle risposte precise senza dati oggettivi (in primis radiografie status parodontale eventuale cartella parodontale foto) è davvero complicato.....come indicazione di base, sicuramente il paziente parodontale soprattutto quello grave, (la "piorrea" nn esiste come concetto in odontoiatria, parliamo di parodontopatia) va prima di tutto stabilizzato e monitorato per un certo periodo per accertare la diagnosi di quale parodontopatia si tratti ed anche per ottenere la compliance del paziente (collaborazione) che è in tali casi fondamentale!!!!!! se ciò è stato fatto il fallimento implantare può verificarsi ma lo accerterà il collega...alternative sono comunque dei compromessi....se ci sono n numero sufficiente di denti la cui mobilità può essere stabilizzata o ancora meglio "azzerata" un provvisorio con determinate caratteristiche può essere utile x un certo periodo....oppure come extrema ratio resta solo la pinzona!!!! fornisca più dati.....
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Pubblicato il 28-02-2012
Gentile Sig. Stefano, non si mettono impianti se non è stata curata la malattia parodontale perché la probabilità di avere un insuccesso aumenta. Poi un insuccesso implantare può sempre capitare. Purtroppo nel suo caso l' alternativa all' implantologia può essere solo ricorrere alla protesi mobile. Cordiali saluti
Pubblicato il 28-02-2012
Sicuramente va valutato meglio il caso per trovare la soluzione più adeguata perché mettere impianti vicino a denti compromessi e' più rischioso forse e' meglio eseguire anche tac e rivalutare il tutto perché la soluzione si può trovare sempre con implantologia anche nei caso piu' disperati anche perché la soluzione alternativa e' una protesi rimovibile Cordiali saluti
Pubblicato il 28-02-2012
Gentile Sig. Stefano, indubbiamente la patologia parodontale è una controindicazione alla terapia implantologica. Rimane comunque un dubbio perchè è anche probabile che il fallimento implantare non sia totalmente dipeso dalla parodontite. Personalmente non ho difficoltà a mettere impianti in bocche con la sua patologia, ma è chiaro che prima bisogna creare le condizioni ideali perchè gli impianti possano integrarsi bene. Non disperi perchè credo che con le dovute cautele possa intraprendere il percorso implantologico. Buon pomeriggio
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Pubblicato il 28-02-2012
Dal mio punto di vista il fallimento di questo primo impianto è un incidente che sarebbe stato meglio non accadesse, magari tenendo conto prima di tutte le condizioni, del parodonto, dello spessore dell'osso, magari facendo una TAC d etc.
Pubblicato il 28-02-2012
La procedura corretta, in un caso come il suo è: prima l'eradicazione totale della malattia parodontale, poi l'implantologia. Le percentuali di successo degli impianti inseriti in un paziente con parodontite attiva sono molto basse secondo la letteratura. Un paziente come lei, anche dopo aver completato del tutto la cura e la riabilitazione, dovrà comunque essere attentissimo alla terapia di mantenimento ed all'igiene. Cordiali saluti
Pubblicato il 28-02-2012
Sig. Stefano ancora una volta riporto questa frase ” purtroppo in letteratura tutti descrivono gli interventi di successo e non gli insuccessi come il suo caso”, poi alla fine scrivete qui, dove vi diciamo che l’implantologia è sicura e che supera il 95 % di successi come ritroviamo in letteratura. Ora il suo caso deve essere ben rivisto e valutato e trattato in collaborazione con un igienista dentale che è forse l’unico professionista che le insegnerà come mantenere denti e impianti, sono pochi i professionisti i che si occupano di parodontologia senza la collaborazione dell’igienista, perchè la chiave per il successo è data proprio da questa collaborazione.
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Pubblicato il 28-02-2012
Caro sig.Stefano, la parodontite và curata con terapia parodontale alla quale deve seguire mantenimento, importante prima di "mettere un impianto" è accertarsi che il suo osso sia adeguato per qualità e quantità e che lei attui le norme di igiene orale in maniera scrupolosa. Cordiali saluti
Pubblicato il 28-02-2012
Gentile Paziente, è certamente complicato se non addirittura impossibile darLe una risposta "SERIA" senza dati oggettivi e comunque il consiglio deve uscire dalla semplice pubblicità spicciola per il proprio "STUDIO". (Caro Dott. Petti, credo che nel suo studio si faccia Implantologia complessa come nel mio si fa Osteodistrazione). Un insuccesso implantare è cosa abbastanza frequente, certo è che prima di inserire impianti, il cavo orale deve subire una bonifica. Il trattamento della malattia parodontale deve sempre precedere l'inserimento di Fixture in titanio e comunque si deve precisare che non sempre la risoluzione del problema PARODONTALE è totale dipendendo da molti fattori tra i quali sicuramente il più importante è una corretta e costante Igiene Orale domiciliare, senza mai abbassare la guardia. Precisato ciò, in virtù della sua giovane età, Le consiglio comunque di non gettare la spugna e di fare tutto ciò che La potrà portare ad avere strutture fisse in bocca!! Trattamento parodontale - Rigenerazione - Implantologia, ecc. Con simpatia
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Pubblicato il 28-02-2012
Gentile paziente, prima di ogni intervento di implantologia, è cosa saggia fare una buona diagnosi, ossia valutare attentamente tramite una TC Cone Beam 3d tecnica radiologica di ultima generazione tridimensionale, e valutare attentamente sia la qualità dell'osso che la quantità di osso residuo. Da questi parametri si decide sè è il caso di poter fare o meno implantologia e/o tecniche rigenerative comprese al suo caso clinico. Cordiali saluti Dr. Tommaso Giancane
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Pubblicato il 28-02-2012
Gentile paziente, la parodontite (o piorrea), è una patologia che va curata e gestita, solo in caso di stabilizzazione della stessa è possibile posizionare degli impianti, ma ricordi bene una cosa, che come si ammalano i nostri denti così si ammalano anche gli impianti. Distinti saluti
Pubblicato il 29-02-2012
Gentile Stefano, occorre prima bonificare la parte parodontale. Cioè togliere le infezioni presenti e in grado di inibire l'osteointegrazione degli impianti. L'implantologia poi rimane oggi la prima scelta anche in una situazione parodontale importante. Cordialità.
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