Pubblicato il 28-10-2012
Carissimo rispondo al post relativo agli innesti ossei per cercare di centrare il problema e dare una risposta completa e soddisfacente. Consideri che gli innesti ossei si dividono in due grosse grandi categorie: quelli di osso autologo (provenienti da siti diversi ma osso dello stesso paziente) e quelle con osso eterologo (provenienti da osso di banca oppure da osso sintetico oppure bioparticolati di osso solitamente di organismi animali tipo bovino). Gli innesti vedono come risultato finale un incremento di tessuto osseo maturo, il deficit può essere di tipo verticale (innesti per posizionare impianti laddove non c'è osso in quantità soddisfacente) ed innesti per incrementi di tipo orizzontale magari solo per colmare deiscenze implantari (esposizione delle ultime spire di un impianto ben posizionato) o per riempire siti che possono essere riabilitati con impianti ma con difetti estetici non trascurabili. I concetti base per la riuscita di un innesto sono: la sua stabilità (viti - membrane rinforzate e quant'altro) per permettere al tessuto di integrarsi con quello del ricevente e creare l'incremento voluto. Altro parametro è la sua protezione dagli agenti batterici (il cavo orale sarebbe l'ambiente meno ospitale) quindi una perfetta copertura attraverso il famoso lembo e la famosa sutura e terapie antibiotiche prolungate che proteggono l'innesto finché non prenda esso possesso delle difese naturali dell'ospite. Le stranezze di quanto racconta sono legate al fatto che la sutura normalmente, quando non riassorbibile, viene seguita dallo specialista che la pulisce e la rimuove nell'arco di due settimane al massimo, tempo in cui ci si accorge se l'innesto sta bene, non è esposto e può continuare da solo la corsa verso la sua integrazione. Non scendo nei particolari della preparazione di un innesto altrimenti uscirei fuori tema: inoltre mi sento di dire che allorquando un innesto si espone, il sito inevitabilmente si infetta e viene colonizzato da batteri (quindi necessita di una ripresa della terapia antibiotica), lo specialista attraverso una radiografia di controllo appura se l'innesto è ancora in fase di integrazione oppure presenta i segni di un evidente SEQUESTRO..... dicesi sequestro quando le difese dell'ospite non accettano più il blocco od il materiale innestato che colonizzato dai batteri viene di li a poco espulso e quindi rimosso dallo specialista. Il tentativo dopo un mese di ricoprire il sito con o senza radiogradia di controllo è cosa possibile ma non sempre con esito fausto. Quando la ferita non si chiude in 8/10 giorni è per motivi svariati: ne accenno alcuni e mi avvio al termine. I lembi sono corti: non c'è stoffa (diciamo in gergo) per unirli e farli guarire (soprattutto in questo caso) per prima intenzione. Altra possibilità, salta qualche punto che espone l'innesto che viene colonizzato ed il nostro organismo perfetto come un PC non chiude dentro di se batteri e quindi cerca di essere riluttante alla guarigione. Terza possibilità, innesto incongruo non attecchirà mai perché non è stato fatto da mani esperte e quindi i tentativi già di per se molto difficile di questa tecnica chirurgica fanno solo deprimere il paziente che diventa poi riluttante alle terapie da mani più esperte. Ti saluto e spero di essere stato quantomeno chiaro. Achille Perillo - chirurgo odontoiatra
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Scritto da Dott. Achille Perillo
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