Da piu di 20 anni soffro di parodontite e ho una malocclusione di terza classe.
Scritto da fabrizio / Pubblicato il
Gent.mi dottori sono un uomo di 53 anni e da piu di 20 anni soffro di parodontite e ho una malocclusione di terza classe. Ultimamente la situazione nonostante le cure e la mia battaglia personale con l'igiene è peggiorata. La mia arcata sup è in pessimo stato e faccio fatica ad alimentarmi. Ho un incisivo molto mobile e gli altri denti si muovono tutti leggermente, inoltre lo spessore dell’osso posteriore è molto ridotto. L'arcata inferiore invece a parte i denti posteriori è abbastanza stabile. Ho uno scheletrato di 3 denti che non presenta problemi di sorta e vorrei provare a tentare di conservarla il più a lungo possibile. Mi hanno proposto 2 soluzioni per l’ arcata sup. la prima un overdenture a barra fresata su 4 impianti frontali con possibilità di correggere anche leggermente la malocclusione e quindi un miglioramento estetico. La seconda un classico all on four che non so essendo un impianto fisso se anche questa soluzione puo migliorare la mia masticazione. Tenete presente che suono la tromba dall ‘età di 13 anni e non vorrei smettere e vorrei un vostro consiglio quale soluzione sarebbe meglio per la mia situazione vivo in provincia di biella . Ringraziandovi porgo, cordiali saluti
Pubblicato il 02-09-2013
Caro Signor Fabrizio, parlare di implantologia in presenza di una Parodontite evidentemente non curata e di disgnazie serie con patologie dell'occlusione è quantomeno "curioso"! Prima si deve curare la Parodontite, valutare e trattare fin dove è possibile la disgnazia e soprattutto la malocclusione che ne consegue e poi, eventualmente, si parla di implantologia! Tutto deve ruotare intorno a quiesto! Sembra invece che il fulcro do tutto sia l'implantologia! Guardi che non è mica obbligatorio fare una improbabile implantologia che farebbe più danni che altro! Aggiungendo patologie a patologie! Esistono tante alte soluzioni protesiche tradizionali ma molto sofisticate come protesi miste, fisse e rimovibili con attacchi di precisione, fresature e bracci d'appoggio e coulisse maschi e femmine. La invito a leggere nel mio profilo "La protesi dentali mobili: miste e rimovibili Excursus su i vari tipi di protesi dentali mobili: miste e rimovibili. Consigli e suggerimenti per i pazienti" !!! Ma veniamo alla sua Parodontite! Anzitutto non serve a niente una OPT per fare diagnosi, anche se posso dirle che ha una Parodontite DNDD con tasche infraossee per difetti ossei misti complessi a più pareti miste. Per fare Diagnosi , emettere una Prognosi ed infine un piano Terapeutico, deve fare una doppia Visita Parodontale intervallata da una Preparazione Iniziale Parodontale con Curettage e scaling e Root Planing, Modelli di studio, Serie completa di Rx endorali Parodontali. Rilevare in prima visiota tra gli altri rilievi, la misura delle tasche parodontali in sei punti di ogni dente di tutti i denti e rilevare le stesse dopo la preparazione iniziale, dopo che è stato rimosso il tessuto di granulazione, per avere così la reale profondità delle tasche, fare diagnosi sul tipo di parodontite e impostare e pianificare la relativa terapia, non dimenticando la valutazione 4ed eventuale terapia Gnatologica ed Ortodontica, chirurgica o no, studiando la Cefalometria su teleradiografia e tanto altro! Questo significa fare il Dentista!!! Mi permetta la Precisazione! Questo il Parodontologo lo sa!Per favorirle la comprensione di un argomento così astruso le faccio la stessa spiegazione che faccio ai miei pazienti durante il colloquio informativo alla fine della prima Visita Parodontale:Immagini un dente in sezione longitudinale (e alzo la mano sin. di taglio verticale davanti a me), la gengiva ( e alzo la mia mano dx in orizzontale vicino e perpendicolare alla mano sin.), si attacca al dente mandando le fibre connettivali ed epiteliali dentro di esso, al colletto, nel punto di passaggio tra radice e corona, ossia la parte del dente che emerge dalla gengiva (e spingo la mano dx a intrecciare le dita con la mano sin.). In questo modo la Gengiva protegge l'osso che sta sotto intorno al dente e chiude, una porta che impedisce ai microbi di entrare in profondità. La funzione della gengiva è questa, di costituire un sigillo invalicabile dai microbi!. Quando queste fibre, per un motivo qualsiasi, ad esempio la Gengivite prima e poi la Parodontite, si dovessero rompere, esse si staccano dal dente, si apre quella porta e i microbi entrano ed incominciano a distruggere il Parodonto, ossia il tessuto che sta intorno al dente, Gengiva, Cemento della radice, Legamento Parodontale che lega il dente all'osso e l'Osso stesso: è iniziata una Parodontite. (Conosciuta col termine volgare di "Piorrea" dal greco (puòn) marcio, pus - (roé) scolo, quindi scolo di pus. Scolo di pus, perché nei momenti conclamati o terminali della malattia si hanno numerosi ascessi! La distruzione di questi tessuti porta alla formazione di una tasca (ed infilo la mano dx nel taschino sin. del mio camice) spiegando "questa è una tasca, prima era cucita ora è aperta. Questa tasca si chiama "Tasca Parodontale". In pratica è come se fosse una ferita e come ogni ferita tenta di guarire facendo "granuleggiare" un tessuto che appunto si chiama di Granulazione, che cerca di chiudere questa ferita, ma non lo può fare per vari motivi che non sto a spiegare. La caratteristica di tutte le Parodontiti è quella di avere periodi di inattività che si alternano con altri di attività. Questo avviene in modo del tutto "anarchico". Ossia la malattia può essere attiva o non attiva, in tutta la bocca, in parte di essa o addirittura sullo stesso dente in un punto sì e nel punto vicino no! È importante sapere che esistono vari tipi di Parodontiti, ma comune denominatore è quanto ho spiegato sopra. Nei punti in cui la malattia è attiva, il tessuto di granulazione e edematoso, imbibito di liquidi, molliccio e il sondino parodontale che ho usato prima durante la visita è portato a penetrare di più, proprio perché non incontra resistenza e leggo una misura più profonda di quanto potrebbe essere in realtà!. Se la malattia invece è ferma da qualche tempo, bastano 3 settimane, il tempo di guarigione in genere delle ferite, il tessuto di granulazione è diventato una specie di cicatrice, come avviene in tutte le ferite ed è fibroso, duro, compatto, il sondino parodontale è impedito nella penetrazione e leggo una misura meno profonda di quanto potrebbe essere in realtà! Ora è intuibile per Lei, quello che devo fare: rimuovere questo tessuto! Questo lo si fa col Curettage e Scaling, in anestesia per contatto (basta uno Spray di anestetico), a cielo coperto, sotto protezione antibiotica perché si mettono in moto milioni e milioni di microbi! IL Curettage e Scaling è preceduto dalla Ablazione del Tartaro con gli ultrasuoni, dalla lucidatura dei denti. Si fa tutto in una seduta . molti preferiscono in più sedute. Io preferisco una sola seduta, lunga anche un paio d'ore o poco più, ma il tessuto infetto viene portato via in una sola volta, non rischia così la reinfezione delle tasche, se passa troppo tempo dalla prima all'ultima. Questo sotto copertura Antibiotica. Tenga presente che un Curettage fatto benre abbassa la carica batterica dell'95-98 % !!! Questo è salutare non solo per la bocca (pensi che se ci troviamo in presenza di una Gengivite Marginale o di una Gengivite più profonda di transizione in Parodontite con tasche non superiori ai 5 mm, può bastare il Curettage e Scaling, magari ripetuto più volte, per "guarire" ma anche per l'organismo intero perché mette a riparo dalle malattie focali a distanza di organi importanti che hanno il loro Fucus di partenza "in cavità dell'organismo comunicanti con l'esterno", in questo caso le Tasche Parodontali! Ora è comprensibile perché, una volta rimosso questo tessuto, a di stanza di qualche giorno, debba riprendere le misure delle tasche parodontali: il secondo sondaggio farà leggere delle misure reali o almeno che si avvicinano alla realtà, avendo rimosso quel tessuto che ne falsava la misurazione! In quella sede che chiameremo Seconda Visita Parodontale, dopo questa preparazione iniziale, prenderò visione degli altri dati diagnostici raccolti in questa parte chiamata di Preparazione Iniziale Parodontale, ossia le Rx indorali, i modelli di studio che avrò rilevato con delle impronte e montato su un aricolatore che riproduce i movimenti della sua bocca! Così potrò studiare le gengive, i rapporti dei denti tra di loro, anche per decidere un eventuale molaggio selettivo per togliere i precontatti." clicchi sul mio nome in questa risposta ed entri nella mia pagina di INFORMAZIONI GENERALI, qui clicchi su PUBBLICAZIONI e si aprirà la finestra con da sin a dx ARTICOLI, CASI CLINICI e VIDEO e cerchi i seguenti titoli sotto Articoli: VISITA PARODONTALE da questa lettura sulla visita Parodontale capirà se chi ha fatto gli interventi è un Parodontologo o un Dentista che si occupa di Parodontologia (cosa molto diversa) quindi è importante che lei la legga Mio Sito Web di Parodontologia, POI sempre sotto gli ARTICOLI, La 'tasca parodontale, questa sconosciuta!' poi TRA I MIEI CASI CLINICI, i seguenti sotto Casi Clinici (guardi che continuano aprendo "TUTTI I CASI CLINICI", in fondo in basso, sono 4 pagine): a Pag 1, LA RIGENERAZIONE PARODONTALE GUIDATA CON MEMBRANA AMNIOTICA E COLLA DI FIBRINA (TECNICA PERSONALE) 1°PARTE - Considerazioni Istologiche e Sperimentali e le altre tre parti a Pag 2 Dalla parodontologia alla protesi, attraverso tutta l'odontoiatria e poi Riabilitazione Orale Parodontale e Protesica Completa, in un Caso Complesso di Compromissione Grave Parodontale ossea, conservativa, endodontica, protesica in presenza di insufficienza di gengiva aderente, POI La 'tasca parodontale.... questa sconosciuta. Le lascio un poster con foto di Tasche parodontali e difetti ossei complessi a più pareti per Parodontite curata con Chirurgia Ossea Parodontale. Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari.
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Pubblicato il 02-09-2013
Controlli la sua deglutizione. Se la lingua spinge contro i denti può determinare sia la crescita in avanti della mandibola che distruggere il tessuto di sostegno dei denti. Per non rischiare di perdere tutti i suoi denti e di aver enormi difficoltà a indossare una protesi se ci sarà la disfunzione linguale dovrà trattarla e stabilizzare i denti restanti protesicamente
Pubblicato il 02-09-2013
Gent.le paziente, in casi come il suo si procede per step successivi, e la terapia va scelta anche in base alle esigenze del soggetto. Prima di tutto va attuata una terapia parodontale iniziale, bonificando gli elementi compromessi e raggiungendo grazie a levigatura e courettage ed eventualmente -dopo rivalutazione- anche grazie alla chirurgia parodontale una "guarigione" clinica del parodonto. Poi per riabilitare si valuta anche in base agli indici parodontali degli elementi residui il tipo di protesizzazione- fissa, mobile, amovibile, impianti, conometria-tenendo ben presente che in caso di riabilitazione con impianti gli elementi adiacenti se compromessi a livello parodontale possono minare la salute dei nostri impianti. Per quanto riguarda l'occlusione- visto anche il suo lavoro- non cambierei nulla, non conoscendo la sua classe scheletrica. È senza un telecranio e una creatura diagnostica non prenderei in considerazione nessuna modifica. Cordiali saluti
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Pubblicato il 02-09-2013
Caro Fabrizio, non posso fare a meno di confermare la grave parodopatia di cui lei è afflitto, probabilmente favorita da una malocclusione che esercita una ulteriore perdita di osso di sostegno per i denti. In casi come il suo la condotta più saggia è quella di eseguire una scrupolosa bonifica (eliminazione di tutti gli elementi dentari irrimediabilmente compromessi ) e la progettazione di protesi rimovibili ancorate in modo da stabilirsi con le radici residue che devono essere sollevate dal trauma esistente e quindi salvate da sicura espulsione dall'osso. Le moderne tecniche occlusali neuromuscolari computerizzate sono in grado di fornire una chiusura dentale fisiologica che le consentirà una masticazione ottimale ed un confort di uso delle protesi che, ovviamente, devono essere confezionate secondo precisi protocolli tecnici. Ciò non esclude, una volta stabilita l'occlusione e ottenuta la stabilizzazione delle radici residue, di eventualmente eseguire degli impianti in futuro per garantire la stabilita' delle protesi. Sconsiglio vivamente la soluzione impiantare immediata. Michele Lasagna
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Pubblicato il 02-09-2013
Sig. Fabrizio, lei ha combattuto molto male perché oltre non aver imparato un corretto metodo di igiene dentale, non si è mai sottoposto alle corrette visite semestrali, seguendo i consigli dell'odontoiatra e queste sono le conseguenze. Ora, mi parla di riabilitazioni protesiche, molto pubblicizzate, ma poco indicate a chi soffre di malattia parodontale. Le consiglio una bonifica del cavo orale salvaguardando il salvabile, poi si eseguirà uno studio del caso dove verranno presi in considerazione molti fattori, da questo studio si otterrà la migliore riabilitazione protesica indicata al suo caso. Diffidi delle pubblicità con facili promesse e si affidi a un professionista di fiducia, senza mai abbandonare le corrette visite semestrali.
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Pubblicato il 02-09-2013
Gentile Utente, da quello che si può immaginare dalla panoramica e dalla sua descrizione, lei si trova fondamentalmente di fronte ad un dubbio amletico: affrontare il problema della parodontite con una bonifica dentaria seguita dall'inserimento di impianti, oppure continuare a curare la dentatura residua per salvaguardarla sotto il profilo parodontale e cercare di allungarne la sopravvivenza il più possibile. Tenga presente che anche gli impianti possono "ammalarsi" di parodontite (si chiama perimplantite) e che questo si verifica tanto più facilmente quanto un soggetto è predisposto alla parodontite; e questo sembra proprio essere il suo caso! D'altra parte c'è il problema della cattiva qualità della masticazione, sicuramente favorita dalla quasi totale assenza di elementi dentari fissi nei settori posteriori che spinge verso la soluzione implantare! A mio modo di vedere, con le condizioni occlusali della sua bocca (terza classe) e la quasi totale assenza di elementi dentari fissi nei settori posteriori, le possibilità di salvaguardare il resto della dentatura con la terapia parodontale sono ridotte al minimo se continua a NON avere un supporto masticatorio posteriore. Di conseguenza valuterei seriamente solo due ipotesi: a) terapia implantare per posizionare i denti posteriori (fissi) e terapia parodontale per conservare gli anteriori (occorre ovviamente approfondire moltissimo la diagnosi parodontale e pre-implantare) b) bonifica dentaria radicale seguita da restauro protesico completo che potrebbe essere mobile oppure supportato da impianti (rimovibile o fisso). Quale scegliere? Non è proprio possibile dirlo solo con una panoramica! Sono troppe le variabili. Per suo divertimento le allego alcune immagini di una riabilitazione protesica fissa su denti ed impianti. I denti residui sono stati uniti in ponti (ma questo non è necessario farlo sempre). Cordiali saluti ed auguri!
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Pubblicato il 02-09-2013
Credo che le soluzioni prospettate siano da confermare! Auguri
Dentista Emilia Romagna, Reggio Emilia
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Dentista Marche, Fermo
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