Osteotomia bimascellari per terza classe scheletrica
Scritto da Carmela / Pubblicato il
Se una persona, parecchi anni fa, ha subito un intervento di osteotomia bimascellari per terza classe scheletrica con open e oggi si ritrova con la recidiva e con la necessità di dover subire nuovamente l'intervento bimascellare, i vecchi mezzi di sintesi (placche in titanio nel mascellare superiore) quando vengono rimossi: con largo anticipo rispetto al nuovo intervento o durante l'intervento stesso? Grazie
Pubblicato il 03-04-2014
Cara Signora Carmela, cara signora fare questa domanda nel Web non è sensato! Non sappiamo niente della sua Anamnesi, della sua Diagnosi passata ed attuale, della sua Prognosi Passata ed attuale e neanche della terapia passata e di quella programmata attualmente e infine non sappiamo neanche a che età è stata operata e a che età è stato rimosso l'apparecchio ortodontico e contentivo e tanto altro e soprattutto se sia stato usato un sistema di sintesi riassorbibile come quelli con acido poli-L-lattico (PLLA) e l’acido poliglicolico (PGA) e i loro copolimeri, o non riassorbibile, anche se parlando di tanti anni fa dovrebbe essere non riassorbibile! Deve fare una visita clinica, con ceck up di Ortodonzia chirurgica, cefalometria, esame gnatologico e Parodontale, importantissima ques'ultima dato che ha 43 anni, una età molto colpita dalla Parodontite.Lei non ha parlato di tasche parodontali che sembrerebbe non siano state valutate con due visite Parodontali intervallate da una preparazione iniziale. Visite con sondaggio parodontale in sei punti di ogni dente di tutti i denti con curettage e scaling e root planing e Rx endorali complete e modelli di studio, il tutto preceduto da Igiene Orale Professionale e tanto altro e seconda visita di rivalutazione con risondaggio delle tasche che ora indicheranno la reale profondità delle stesse perché è stato escisso il tessuto di granulazione presente. Si faccia visitare clinicamente e non cerchi risposte dove non possono esse4re date! Suvvia!Cari saluti
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Pubblicato il 03-04-2014
Sig. Carmela, una recidiva ossea di un intervento di osteotomia a fine crescita è raro, perché i nuclei di ossificazione e di accrescimento si sono stabilizzati. Le consiglio una vista da un odontoiatra che si occupa di maxillo-facciale dove le metterà per iscritto la corretta diagnosi e il tipo d'intervento proposto, poi si potrà anche valutare se e quali sintesi andranno rimosse.
Pubblicato il 04-04-2014
Nella stessa fase chirurgica evidentemente la chirurgia era stata ultimata quando comunque è residuata una crescita scheletrica. Se è necessaria una nuova chirurgia. cordiali saluti
Pubblicato il 04-04-2014
Gentile signora, questa scelta spetta al chirurgo maxillo facciale che la opererà. Si rivolga a quest'ultimo che le potrà rispondere in modo adeguato.
Pubblicato il 04-04-2014
Cara Signora, nella mia modesta esperienza, quando si ha una recidiva in un trattamento ortodontico o chirurgico-ortodontico è perchè non si è identificata la causa della malocclusione e quindi non si elimina. Quindi ripeto probabilmente nel suo caso si è lavorato solo sugli effetti riposizionando i mascellari chirurgicamente senza capire se ad esempio il piano occlusale o la verticalità posteriore era quella corretta. Chiaramente senza una raccolta di dati ed rx non posso darle una diagnosi esatta, ma le consiglio vivamente, prima di sottoporsi ad un nuovo intervento, di consultare un Ortodonzista che lavori secondo 'la filosofia di Sato'. Con questa filosofia operativa si sono evitati tanti interventi chirurgia ortognatodontica, limitandone le indicazioni alla sfera dell'estetica. Nella sua zona opera il Dr D'Alessio (a Bruino, To)che è uno dei divulgatori in Italia di questa filosofia ortodontica e che a mio parere prenderà piede nel mondo anche se osteggiata dai soliti poteri economici forti perchè andrà a minare grossi interessi economici, in quanto ha bisogno di materiali di basso costo ma di un fortissimo impegno intellettivo in ogni caso. Quindi niente routine ma ogni paziente è diverso da un altro. Spero di non averla tediata e di essere stao utile...
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Pubblicato il 04-04-2014
Probabilmente la recidiva potrebbe essere avvenuta per persistenza di disfunzioni linguali. Controllare attentamente quest'aspetto per poter essere sicuri che non si ripeta la recidiva. Cordiali saluti
Pubblicato il 04-04-2014
Sono perfettamente d'accordo col collega Nuzzoli, sulla procedura e anche sulla sua conclusione; sulla quale mi permetto di consigliare una piccola riflessione. Sull'argomento c'è poca letteratura, e possiamo immaginare perché, ma è una metodica "Attiva" dal 1953 con ottimi risultati ed è anche di grande aiuto per le altre discipline. Saluti cordiali.
Pubblicato il 06-04-2014
Gentile Sig.ra Carmela, sempre quando vi è una recidiva deve esserci un motivo. I casi sono due, l' intervento è stato fatto molti anni fà non a fine crescita, in questo caso se vuole risolvere il problema bisogna rifare l' intervento. Oppure è sfuggito qualcosa. In questo caso bisogna capire il problema, altrimenti andrà incontro ad una nuova recidiva. Pertanto decidere quando rimuovere i vecchi mezzi di sintesi non è la decisione principale. Cordiali saluti
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Pubblicato il 07-04-2014
Cara Carmela, una recidiva in un caso dove si sia effettuata una chirurgia ortognatica può dipendere da un intervento effettuato troppo precocemente, da una situazione occlusale poco stabile, da osteosintesi inappropriate o da problematiche funzionali (soprattutto linguali)sottovalutate. Quasi sempre c'è una combinazione di questi fattori. Le consiglio di farsi visitare nell'ospedale della sua città dove opera un bravo chirurgo maxillo-facciale, il Dr.Marco Bernardi, che sarà sicuramente in grado di consigliarla per il meglio. Cari saluti
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Pubblicato il 07-04-2014
Gentile signora, concordo totalmente con il dr. Nuzzoli. Occorre identificare la causa della recidiva, che sta nelle forze in gioco che modificano l'osso ANCHE A TERMIONE CRESCITA. Occorre controllare la FUNZIONE, il MOVIMENTO della bocca, non solo la condizione di normo-occlusione o l'open-bite. Diverse sono le scuole funzionaliste che si occupano di questo aspetto: quella del dr. SATO è una, quella del dr. PLANAS (il mio principale riferimento culturale) è un'altra, ma ce ne sono altre ancora. Nel suo caso in primo luogo occorre verificare se il suo apparato orale FUNZIONA, indipendentemente dalla presenza o meno della malocclusione, e considerare le alternative. L'ortodonzia e/o la chirurgia maxillo-facciale potrebbero non essere le uniche soluzioni.
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