E' possibile intervenire durante un ascesso o bisogna aspettare che passi l'infezione?
Scritto da MARIAROSA / Pubblicato il
Buongiorno un anno fa circa mi è saltata un otturazione vecchia e mi è stata rifatta. Dopo un po' di tempo ho accusato dei dolori a questo dente, ad una successiva detartrasi ho fatto presente il fatto e mi è stato detto che era solo da limare. Una settimana prima di Natale ho iniziato ad avere dolori e sono gonfiata in seguito ad un ascesso. Mi sono recata dal mio dentista mi ha dato l'antibiotico da prendere e nel contempo mi ha effettuato una devitalizzazione con l'ascesso in corso. Nel momento in cui mi ha iniettato l'anestesia sono gonfiata in maniera esagera e sembravo un pallone. Ho chiesto chiarimenti al dentista il quale mi ha detto che era normale. Sono rimasta gonfia per alcuni giorni e poi piano piano sembrava che fosse passato tutto. Vi informo che mi era stato fissato un appuntamento per la ricostruzione il giorno 09/02. La scorsa settimana ho dovuto riprendere l'antibiotico in quanto sono rigonfiata, Il gonfiore mi è passato ma mi è rimasta una piccola pallina. specifico che il dente in questione e il penultimo sotto nella parte sinistra della bocca e il gonfiore viene dopo l'ultimo proprio in fondo alla bocca. Ieri mi sono recata dal dentista e dopo aver fatto una lastra ha visto che c'è ancora dell'infezione, ma non è in grado di stabilire se dipende da quel dente da qualche altra causa. Anzi veramente prima ha detto che non era il dente in questione poi forse era quello, comunque mi avrebbe proposto di togliere il dente per provare a vedere se passa. dopo la mia perplessità mi ha rimandata a casa dicendo che avrebbe interpella un altro dentista dello studio per vedere il da farsi. La mia domanda è: è possibile intervenire durante un ascesso o bisogna aspettare che passi l'infezione? Io non sono medico ma durante tutta la mia vita i dentisti a cui mi sono rivolta prima hanno curato l'infezione e poi sono intervenuti con le cure del caso (estrazione o devitalizzazione). Un altra domanda che mi sono posta è: è possibile che avendo effettuato questa anestesia l'infezione sia stata bloccata e adesso l'antibiotico non riesce a fare effetto. spiego inoltre che anche la prima volta non sono sgonfiata del tutto un po' di gonfio è rimasto.
ringraziando porgo distinti saluti.
Pubblicato il 01-02-2017
Gentile Mariarosa, spesso in presenza di un ascesso si deve intervenire aprendo il dente per una decompressione e per alleviare la sintomatologia dolorosa. Questo ovviamente se l'ascesso è in fase di colliquazione altrimenti non avrebbe senso se l'ascesso non è maturo e "liquefatto" per intenderci. Se non ci sono questi presupposti inutile agire sul dente ma si preferisce una terapia farmacologica fino alla riduzione o remissione del problema e poi si procede con la devitalizzazione. L'incertezza cui lei accenna è una evidente espressione di mancanza di una diagnosi certa e pertanto si procede per tentativi che di solito non portano ad alcun risultato efficace ma peggiorano la situazione. Non si faccia assolutamente togliere il dente in oggetto. Non è possibile sentire al giorno d'oggi che per un ascesso si toglie un dente. Come detto prima è necessario effettuare una visita accurata con test di vitalità e rx endorali (non la panoramica). Se dovesse risultare che l'ascesso ha una causa dentale è sufficiente una corretta devitalizzazione. Se invece dovesse avere una origine parodontale si procederà in tal senso. Purtroppo come tante volte si è costretti a constatare manca una diagnosi. Le consiglio di non proceder per tentativi ma solo quando il quadro clinico è certo. Cordialmente
CONTINUA A LEGGERE
Pubblicato il 01-02-2017
Qui l'antibiotico e l'anestesia non c'entrano. C'è un problema di fondo sulla devitalizzazione o trattamento canalare che dir si voglia, quindi ne parli con il collega e o lui o un collaboratore devono risolverlo per salvarle possibilmente il dente.
Pubblicato il 01-02-2017
Non e' possibile diagnosticare e eseguire terapia senza radiografia, da quanto descrive posso azzardare l'ipotesi di ascesso endodontico e la cura è la devitalizzazione e pulizia endodontica che si può eseguire anche con ascesso in corso
Pubblicato il 01-02-2017
Cara Signora Maria Rosa, buongiorno. "togliere il dente per provare a vedere se passa!" Non fa parte della "Medicina e Chirurgia" una tale procedura Diagnostica!!! "avrebbe interpella un altro dentista dello studio" ma allora non è che è in uno Studio Low Cost? Se fosse così, ci sarebbe un detto " chi è causa del suo mal pianga se stesso"!"è possibile intervenire durante un ascesso o bisogna aspettare che passi l'infezione?" come posso rispondere in modo professionale senza aver presente la Sua situazione Clinica Reale? In linea di massima si dovrebbe attendere la remissione dell'ascesso ma, questa, non sempre avviene se non si cura la causa etiopatogenetica che l'ha provocato ed allora si interviene sotto adeguata terapia antibiotica iniziate qualche giorno prima, con la terapia endodontica. Spesso non basta una sola seduta ma ne occorrono di più, in genere tre. Mi sa che c'è tanta confusione! In attesa della "chiusura" si sarebbe dovuta fare (almeno io e mia Figlia Claudia facciamo così) una medicazione con materiale similosmotico per decomprimere la pressione causa del dolore. Se non si facesse questo , il dente lasciato aperto o con una medicazione parzialmente aperta farebbe si che uscisse la pressione dovuta al formarsi del gas del catabolismo microbico che è la causa del dolore per compressione delle terminazioni nervose e con l'uscita di questo gas , non si crea pressione e non si crea dolore! Però, e qui sta il GRAVE, entrerebbero altri microbi nel dente che aggravano l'infezione! Per questo, personalmente uso chiudere provvisoriamente con una sorta di membrana simil osmotica che fa uscire il gas e non fa entrare i microbi! Ma questa è alta Odontoiatria. La pressione che si forma nel dente chiuso, senza sfogo, per il catabolismo del batteri per lo più anaerobi gram negativi implicati nell'infezione, è talmente gravosa ed intensa da scatenare dolori insopportabili! Le consiglio di farse spiegare bene dal Suo Dentista la Diagnosi, la Prognosi e la Terapia! Ha il Diritto ad essere informata in modo comprensibile e Lui ha il Dovere di darle queste informazioni (si chiama "Consenso Informato")! Non è assolutamente chiaro che terapia stia facendo e perché. Parli con Lui e si faccia spiegare il percome ed il perché di tutto! :) Nel Suo caso è mancata l'assente di sempre: La Diagnosi! Occorre fare anche una Visita Clinica, Semeiologica ed Anamnestica Locale e Generale Sistemica! Non bisogna mai estrapolare la "bocca" dal contesto dell'Organismo in cui si trova e non bisogna mai estrapolarla dalle eventuali relazioni con altre patologie eventualmente presenti altrove! Solo così si può rispondere alla sua domanda. Legga nel mio Profilo "Visita Parodontale", che è poi la visita Odontoiatrica di Routine che facciamo nel Nostro Studio Mia Figlia Claudia ed Io a prescindere dal motivo per cui il paziente è venuto. Solo così si può "dare" Qualità! Deve solo fare una doppia visita Clinica. Ossia, bisogna visitarla clinicamente con due visite intervallate da una preparazione iniziale con curettage e scaling e serie completa di Rx endorali, modelli di studio e tanto altro. Visite con sondaggio parodontale in sei punti di ogni dente di tutti i denti e tanto altro e seconda visita di rivalutazione con risondaggio delle tasche che ora indicheranno la reale profondità delle stesse perché è stato escisso il tessuto di granulazione presente! Solo così si arriva ad una Diagnosi e ad una pianificazione terapeutica. Vede quando c'è una sofferenza pulpare succede questo: La Sofferenza Pulpare che provoca il "fastidio doloroso" va valutata clinicamente e con Rx Endorale (la panoramica non serve a niente), con stimoli termici con il caldo e con il freddo, esistono liquidi che spruzzati su un batuffolino di cotone con cui toccare il dente abbassano la temperatura improvvisamente da 37° a -4° e le garantisco che se c'è patologia pulpare, la si scopre, il dente risponde con un dolore immediato: 1- se dura qualche secondo, il processo è reversibile perché si tratta di semplice iperemia attiva come spiegato più sotto e si aspetta, 2- se dura molti minuti, il dente è in Pulpite perché si tratta di iperemia passiva e bisogna devitalizzarlo subito. 3- Se non risponde al dolore vuol dire che il dente è in necrosi, è morto per infezione e bisogna devitalizzarlo in un modo particolare subito spesso , a seconda della situazione clinica e dell'operatore, sotto protezione antibiotica! 4- Se non risponde al freddo ma risponde allo stimolo con "guttaperca" molto calda, allora significa che il dente è in necrosi, ma non completa, qualche zona di polpa vicino all'apice è ancora vitale (si chiama sintomatologia radicolare della polpa) e il dente va devitalizzato. LE SPIEGO QUALCHE COSA: Nella iperemia attiva *** (legga sotto , in fondo, attentamente agli asterischi)grazie , il dolore è dovuto semplicemente ad un maggior afflusso di sangue nel dente tramite l'arteria che lo porta, dovuto ad un meccanismo di difesa nei confronti dello stimolo irritativo, questo maggior afflusso causa una pressione dentro il dente che è inespandibile e comprime le terminazioni nervose causando dolore esacerbato dagli stimoli termici, in questo caso il processo è reversibile, la polpa si abitua ed in qualche giorno o settimana tutto scompare!Se invece il danno causato dalle tossine dei microbi continua si ha una alterazione della vena che fa uscire il sangue dal dente e succede che il sangue arriva con l'arteria e non esce più con la vena danneggiata, si ha pressione che può anche scatenare dolori forti, tipici della Pulpite acuta o essere talmente leggera da non causare dolori in questo caso anche molto lenta, le cellule della polpa del dente, arterie, vene, linfatici e tessuto nervoso, muoiono = necrosi e si può formare una zona di osteolisi periapicale (pallina nera alla Rx endorale) intorno all'apice della radice = granuloma, cisti.IL DOLORE DA NECROSI è invece sordo profondo e non pulsante. Potrebbe avere delle sinalgie, infatti esistono dei sintomi, detti sinalgie, che praticamente, per incapacità del nucleo caudato del cervello a cui arrivano tutti gli stimoli dolorosi di una metà della bocca, possono provenire non dal dente in causa ma da denti o parodonto anche lontano. Quindi bisogna fare una accurata visita Odontoiatrica completa ed accurata. Per valutare il Parodonto basta fare un sondaggio Parodontale con un sondino parodontale in sei punti di ogni dente di tutti i denti (senza limitarsi a quello in causa apparente) se vi fossero misure superiori a 4 mm (fino ad un massimo di 14 mm, ci sarebbero delle tasche Parodontali , sintomo di una Parodontite DNDD. Per le patologie Endoparodontali, esse sono un sovrapporsi o un "misto" delle due descritte! Il confine tra iperemia attiva e passiva non è a volte così ben distinto e distinguibile e si può diagnosticare una iperemia attiva mentre invece la polpa si trova in un momento di passaggio tra la attiva e la passiva ed ecco che si può allora fare una otturazione come è stata fatta ed avere poi il dolore per l'esplosione immediata o a distanza di tempo della iperemia passiva e quindi della pulpite che porta alla terapia endodontica del dente! Chiaro? Cari Saluti
CONTINUA A LEGGERE
Pubblicato il 01-02-2017
La sua storia mi suggerisce un altro fatto. La mia è pura immaginazione pero'.. Potrebbe trattarsi di una patologia parodontale, ovvero dei tessuti di sostegno del dente. Il dente si muove un po'? Le radiografie cosa dicono sullo stato del parodonto??? Comunque in genere per evitare queste complicazioni, se la fase in cui si presenta il paziente è iper-acuta, si fa prima una cura di antibiotici e poi si interviene quando si è sfiammato. E la terapia endodontica poi se ben fatta risolve i gonfiori etc. Non so cosa altro dirle. Se ha sotto mano una rx, provi a inviarcela e forse potremo dire di più.
CONTINUA A LEGGERE
Pubblicato il 01-02-2017
Gentile Sig.ra Maria Rosa, un dente con ascesso va trattato immediatamente e va prescritto l'antibiotico. Discordo diverso è se la cura endodontica va subito portata a termine o bisogna fare un medicazione intermedia, i pareri sono diversi. Ovviamente bisogna agire a regola d'arte, che nel suo caso potrebbe non esserci visto le risposte sconcertanti date dal suo dentista. Cordiali saluti
Pubblicato il 05-02-2017
Sig. Mariarosa, controlli se chi opera su di lei è iscritto all'ordine dei medici, perchè difficilmente un odontoiatra si limita dopo un edema massivo post anestesia, dichiarare: "è normale" senza dare altre spiegazioni mediche! Ora c'è da interpellare un altro dentista dello studio... Perché questo non riesce a far diagnosi? Provare a togliere il dente per vedere se passa, non è da buon medico che ha studiato come eseguire le diagnosi.
Dentista Sicilia, Catania
Vedi la scheda
Dentista Lazio, Roma
Vedi la scheda
Dentista Emilia Romagna, Modena
Vedi la scheda
Dentista Veneto, Verona
Vedi la scheda
Dentista Lazio, Roma
Vedi la scheda