Si può fare ancora qualcosa per salvare il dente?
Scritto da maria cristina / Pubblicato il
Ho un molare superiore che circa 7 anni fa ho devitalizzato. Inaspettatamente, all'improvviso, ho avuto un fortissimo dolore. Il dentista dal quale sto andando, era scettico e basandosi su una ortopanoramica di 2 anni fa, mi diceva che era impossibile che fosse quel dente la causa del dolore. Finche un giorno avendo raggiunto l'acme del dolore lo ho costretto ad aprire ed ha trovato che il dente era infettato di batteri alla radice, nonostante la canalare fosse stata fatta bene. Lo ha curato per qualche seduta (due o tre) ed ha provato a richiuderlo in modo provvisorio. Mi ha spiegato che il problema è ora sull'osso e non sul dente, perché è infiammato da batteri arrivati chissàcome.
Ieri sono tornata e quando ha aperto l'otturazione è riesploso il dolore.
Il canale presentava del pus ed il dentista ha iniziato a parlarmi di estrazione. Gli ho chiesto di tentare ancora il salvataggio, ed ho suggerito una terapia antibiotica. Mi ha detto proviamo, ma lo vedo scettico.
Devo sottolineare che con mia sorpresa, non ha fatto ne richiesto una lastra e/o ortopanoramica aggiornata. Alla mia richiesta mi ha risposto che se lo ritenesse opportuno la farebbe lui stesso.. Ma come si fa a capire cosa c'e sotto?
Si può fare ancora qualcosa per salvare il dente? Cambio dentista? Vado a fare una lastra al dente o un ortopanoramica?
Quanto può stare un dente con il canale scoperto senza otturazione?
Ho iniziato a prendere un antibiotico da ieri sera (giàun ciclo di 7 gg l'ho fatto un mese fa circa). Devo associare anche un antinfiammatorio?
E' il caso di pensare all'apicectomia?
Vi ringrazio anticipatamente
Pubblicato il 12-07-2017
Gentile Signora Maria Cristina, se lei segue il nostro sito avrà avuto modo di vedere quante volte si è costretti a constatare la assoluta mancanza di diagnosi certa senza la quale non ci potrà mai essere una corretta e risolutiva terapia ma si procede per tentativi che di solito non risolvono il problema anzi tendono a peggiorare la situazione. La diagnosi non si fa sulla panoramica ma deriva da una visita accurata con test di vitalità, sondaggio gengivale ed rx endorale con centratore (non la panoramica. Non ricordo più quante volte ho ed abbiamo ripetuto la stessa cosa insieme agli altri cari colleghi che rispondono alle domande. La DIAGNOSI questa sconosciuta. Le pare normale procedere senza una direzione certa? Inevitabilmente e comprensibilmente si rischia di perdersi per finire poi con la non risoluzione del problema e la decisione di estrarre. Nel suo racconto ci sono molte contraddizioni Se la terapia canalare è stata ben eseguita come è possibile ci sia infezione alla radice? La presenza di pus alla apertura è un segno inequivocabile di infezione per di più purulenta. Allora si potrebbe ipotizzare che l'infezione provenga e sia causata da un problema gengivale e parodontale come ad esempio una tasca infraossea molto profonda ma in questo caso basta un semplice sondaggio gengivale ed rx endorale per diagnosticare. Come già le ho accennato manca una diagnosi certa.. Prima di farsi togliere il dente che rappresenta a mio avviso una grave mutilazione le consiglierei di provare a trattare il dente. Cordialmente
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Pubblicato il 12-07-2017
La prima cosa e' fare una lastra endorale che e' piu' precisa di una panoramica; con questa si puo' fare una diagnosi corretta .Da qui si parte per impostare una terapia adeguata alla patologia. Anche la panoramica di due anni fa non va bene per lo stesso motivo. Non ho capito come il dentista ha "aperto"il dente perche' un ritrattamento di una terapia canalare eseguita bene richiede parecchio tempo. Comunque lei deve esigere una diagnosi certa non una a sentimento
Pubblicato il 12-07-2017
Apicectomia, batteri, panoramica, quanta confusione! Come detto dai Colleghi che mi hanno preceduto manca una diagnosi, una banale Rx Endorale e una sonda parodontale, pochi minuti per dirimere il problema e indirizzare nella giusta direzione la terapia. Il suo dentista glielo deve, altrimenti cambi.
Pubblicato il 12-07-2017
Lei sta giocando con il suo dentista non cerchi di giocare anche con noi lei riferisce di un dentista che non le da fiducia non insista cambi ma da noi non può avare aiuti se non si reca presso lo studio di qualcuno
Pubblicato il 12-07-2017
Cara Signora Maria Cristina, buongiorno. La Diagnosi non si fa visionando solo una OPT! Deve essere Clinica e Semeiologica oltre che Anamnestica e confortata da una o più Rx endorali e da un sondaggio Parodontale non solo del dente in causa ma anche di tutti gli altri denti!!! Questo è l'ABC dell'Odontoiatria non dico seria e di qualità ma solamente "comune e consueta " I batteri non arrivano "chissà come"!!! La etiopatogenesi della patologia in atto deve essere chiarita con la Diagnosi, ripeto! Da quanto descrive, sembrerebbe una banalissima necrosi endodontica! di regola basta ed avanza una buona terapia canalare e rifarla se succedesse quello che è successo a lei. Concettualmente i microbi presenti nella radice inviano fuori nell'osso le loro tossine a cui l'organismo risponde con la formazione cistica o granulomatosa per arginare l'infezione stessa e difendersi. Tolti i microbi con la terapia endodontica per via ortograda (normale ) o retrograda, se fossero presenti ostacoli insormontabili come perni non rimovibili etc (chirurgica) le tossine non vengono più emesse e la zona di osteolisi (lisi dell'osso) scompare con rigenerazione dell'osso stesso. Le osteolisi periapicali non sono solo batteriche, però, ma possono anche non avere origine solo da una necrosi endodontica, ma hanno origine, parlo di cisti, anche dai residui epiteliali del Malassez, rete cellulare embrionale deputata alla formazione di cementoblasti che formano a loro volta le cellule del cemento della radice. Queste cellule dette del Malassez prendono origine dalla guaina di Hertwig e stabilisce il limite inferiore dell'organo dello smalto e della futura corona del dente, tra i due si forma la zona del colletto. Da queste cellule possono prendere origine le cisti o più in senso lato le zone di osteolisi periapicale. Se si decidesse di procedere alla avulsione del dente per altri motivi che non posso certo valutare via web, il granuloma lo si deve enucleare ed escidere chirurgicamente con una revisione chirurgica dell'alveolo! Ma queste sono cognizioni che tutti i Dentisti sanno e non le devo certo spiegare io! Mi sembra che Lei faccia domande per avere conferme sull'operato del Suo Dentista e Noi non siamo Giudici ma Medici! Anziché porre via web queste domande, perché non si è fatto visitare, pagando la visita, da un Dentista in cui abbia Stima e Fiducia, visto che è palese che non ne ha purtroppo (cosa molto disdicevole) nel Suo attuale Dentista! Che pessima abitudine ed "ineducazione" nei suoi confronti! Gli chieda scusa per questo! Non si fa così. Non si fa valutare da estranei e neanche non estranei il lavoro del proprio Dentista. Il rapporto di Stima e Fiducia Reciproca Medico-Paziente è Fondamentale, dovrebbe capirlo e se io sapessi che un mio paziente va a cercare risposte altrove e addirittura sul Web a terapie già spiegate da me, beh, io quel paziente lo "caccerei" dal mio studio e non lo curerei più perché indegno delle mie attenzioni Cliniche terapeutiche e della mia Cultura e del mio tempo che dedicherei invece a chi sa apprezzarmi! Rifletta su quanto le dico! Vedrà le cose in un'altra prospettiva più utile a Lei! Cari Saluti :) non capisco che difficoltà ci siano, è normale routine odontoiatrica. L'unica cosa certa che le posso dire è di non fare estrarre un dente che può e deve essere curato!
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Pubblicato il 12-07-2017
Sig. Maria Cristina controlli se chi opera su di lei è iscritto all'ordine dei medici, se non lo trovasse iscritto i suoi dubbi sono leciti. Se lo trova iscritto si faccia mettere per iscritto dalla diagnosi al piano di trattamento e poi ci riscriva.
Pubblicato il 13-07-2017
Rx endorale, semplice e pulita. Non si riesce a fare a causa della posizione non agevole (dubito, dovrebbe non aprire la bocca), 3d cone beam mirata al suo molare. Sulla base della sintomatologia (che lei riferisce), la clinica (che valuta il collega) e soprattutto gli esami radiografici, si avranno elementi sufficienti per fare diagnosi e valutare i pro ed i contro per la soluzione conservativa (recupero del molare) e quella chirurgica (estrazione).
Dentista Lazio, Roma
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