Se la medicina è una scienza e quindi dimostrabile, perchè disorienta in tal modo i pazienti?
Scritto da ida / Pubblicato il
Egregi dottori, qualche giorno addietro si è rotto un dente a mia madre ( 80 anni, cardiopatica, attualmnete in cura con Plavix). Avrebbe voluto eliminare la radice rimasta ma, consultati sia il Cardiologo, che il Medico curante, che ben tre dentisti della mia città, tutti hanno stabilito di sospendere il Plavix per 5 giorni e sostituirlo temporaneamente con l'eparina, diversamente avrebbe potuto procedere alla sola devitalizzazione della radice, senza sospendere il Plavix. Altri due dentisti, invece, hanno sostenuto di poter fare l'intervento di estirpazione radice senza interrompere il Plavix perchè tale uso, ormai desueto, risale ad abitudini mediche vecchie di almeno 30 anni e le attuali conoscenze permettono al dentista di evitare eventuali emorragie. Vi chiedo: se la medicina è una scienza e quindi dimostrabile, perchè disorienta in tal modo i pazienti? Chi di loro ha ragione? Grazie. Distinti saluti. IDA
Pubblicato il 26-06-2012
Cara Signora Ida, il Plavix è un antitrombotico, l'eparina un anticoagulante. Molto simili nel significato essenziale ma diversi, spiego più sotto! La Medicina è una scienza ma lei non è esatta perchè non dice la cosa più importante. Per quale patologia sua madre assume il Plavix? Per una patologia cardiaca e quale perchè diverso è avere una fibrillazione o un flutter, insomma un disturbo del ritmo, diverso è essere portatori di una valvola artificiale o un pacemaker o di avere una miocardiopatia dilatativa o altro e sapere se c'è una insufficienza cardio respiratoria in atto o no,e sapere se è stata fatta una "transesofagea" per valutare la presenza mella auricola , di trombi, essenziale per prendere una decisione in merito ai problemi che espone o per un ictus e quando o per una arteriopatia obliteramnte periferica e dove e di che entità e perchè? Dicevo dell'eparina, più esattamente della calciparina sottocutanea, in addome, che essendo già satura di calcio, non lo sposta dalle pareti dei vasi, per cui non ha picchi di azione elevati e può consentire piccoli interventi chirurgici pur proteggendo il paziente dai rischi trombotici. Ovvio che bisogna sospendere la precedente terapia gradualmente e gradualmente sostituirla con la calciparina e deve essere il Cardiologo a stabilire le dosi e le modalità! Tutto questo però a seconda di quale sia la patologia base di sua mamma e la sua situazione clinica! Quindi la medicina è una scienza esatta, che poi dire che è esatta ci sarebbe da fare un discorso lunghissimo perché ci sono tante variabili che non la rendono in realtà esatta! Scienza esatta si dice di un esperimento o atto scientifico medico o di altra natura che sia ripetibile all'infinito sempre con gli stessi risultati! La Medicina non è certo così! Se vogliamo essere precisi! Non tutto in essa è ripetibile! Spero di essere stato chiaro! Qui ci vuole un parere di un buon Cardiologo che analizzi e visiti sua mamma anche con analisi cliniche appropriate!In linea di massima con la calciparina può fare tranquillamente l'estrazione della radice ma, ripeto, dipende dalla patologia clinica di sua madre di cui olei non parla, lei così precisa ed esatta che accusa la Medicina o meglio i Medici di non essere esatta/i!Cordialmente suo Gustavo Petti Gnatologo e Parodontologo, Implantologo e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari
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Pubblicato il 26-06-2012
Ricordi che parliamo di discipline derivate o affini alla biologia, non alla matematica... se davvero ci fosse una risposta univoca per ogni problema medico, per assurdo basterebbe disporre di un calcolatore potente per avere terapie infallibili, cosa purtroppo (o per fortuna...) lontana dalla realtà. Nel merito della domanda le ha già risposto magistralmente il Dott. Petti, se vuole regolarsi efficacemente a buon senso direi che è meglio affidarsi al dentista che le propone la terapia col più ampio consenso (quindi in accordo col cardiologo e col medico curante di sua madre). Le faccio i miei auguri.
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Pubblicato il 26-06-2012
I miei 2 colleghi hanno già risposto magistralmente. Io scrivo solo per polemizzare : già, la medicina "disorienta" i pazienti, a me 3 anni fa accadde di avere un'emorragia cerebrale, il mio collega chirurgo mi "disorientò" a tal punto da salvarmi la vita e ridonarmela in tutta la sua meravigliosa interezza. Ma invece di scrivere ( e pensare) certe idiozie ringrazi Ippocrate e tutti i suoi discendenti che, nonostante pazienti come lei ( e ce ne sono- ahimè- tantissimi) operano da mane a sera per salvare vite e ridonare il bene più prezioso di ogni essere umano: la Salute. P.S. In quanto al quesito in questione hanno e avevano ragione entrambi e in ogni caso sua madre avrebbe risolto il problema senza rischio alcuno.
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Pubblicato il 26-06-2012
Magari fosse una scienza esatta! purtroppo non è così e, come le ha ben detto il dott. Petti prima di darle un parere bisogna capire per quale patologia è stato prescritto il Plavix. Al momento, però, ci sono indicatori ben precisi che le possono suggerire la sostituzione o la sospensione dei farmaci, piuttosto che la loro normale assunzione. Uno di questi è l'indice Inr che, se inferiore a 3.2, permette tranquillamente di effettuare l'estrazione senza rischi, a patto che si suturi la ferita e si usino emostatici locali (acido tranexamico o simili, spugne di collagene e/o fibrina) C'è una sola avvertenza: fare l'analisi del sangue con l'indice Inr la mattina dell'estrazione. Cordiali saluti
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Pubblicato il 26-06-2012
Preferisco lasciare stare le sterili polemiche ed associarmi al parere del collega Cirotti riguardante lo scrupoloso esame dell'INR la mattina stessa dell'intervento associato ad un cauto ed attento intervento di estrazione opportunamente terminante con adeguata sutura e uso di mezzi atti a ridurre l'emorragia. Oltre alla mancanza in lettera dei motivi che portano all'assunzione del farmaco come riportato dal Dott. Petti, mancano anche note riguardanti la diagnosi. E' assolutamente da estrarre questo dente? Cordiali saluti.
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Pubblicato il 26-06-2012
Premettendo che gli orientamenti possono essere diversi e tutti validi, io personalmente se non vi sono importanti fattori locali, dovuti alla particolare ampiezza e indaginosità dell'intervento, non sospendo il plavix, e ovviamente provvedo a mettere in essere tutti quegli accorgimenti chirurgici che mi mettono al riparo da emorragie. Cordiali saluti.
Pubblicato il 26-06-2012
Gentile Sig. Ida, personalmente preferisco non sospendere eventuali terapie anticoagulanti. Ovviamente però la decisione va presa considerando i valori INR e la patologia in atto. Cordiali saluti
Pubblicato il 26-06-2012
Gentile paziente, premettendo che in medicina esistono diversi orientamenti, tutti ugualmente validi e che ognuno si approccia a questi in modo differente, personalmente quando mi trovo in queste situazioni, preferisco mettermi in contatto personalmente con il collega cardiologo che ha in cura il paziente e con esso decidere quale migliore strategia terapeutica adottare. Cordiali saluti
Pubblicato il 26-06-2012
Sig. Ida, non parliamo di matematica, ma di una scienza che viene interpretata dalla mente umana, tutte le consulenze da lei descritte sono valide e rispecchiano la letteratura medica, per cui tutti professionisti sarebbero stati validi per la sua mamma, per cui tutte le strade sono buone, scelga il professionista che le ispira più fiducia.
Pubblicato il 27-06-2012
Gentile sig.ra Ida, veramente disorienta il suo modo semplicistico di porsi!!!! La matematica quella si che è una scienza esatta!!!! dove 2+2 fa sempre 4!!!! Invece La medicina,e quindi "L'ODONTOIATRIA" è un'arte che si "nutre" delle conoscenze di cui ognuno di noi maniacalmente è alla ricerca continua ogni istante della sua vita professionale..... Il tutto teso a dare al paziente il meglio di noi inteso come capacità diagnostiche e possibilità terapeutiche, purtroppo questo non sempre accade (proprio perchè in medicina 2+2 non fa sempre 4...). Nel caso di sua madre non è così semplice ,come le hanno fatto credere: già come ampiamente illustrato magistralmente dai colleghi che mi hanno preceduto si deve considerare non tanto che la paziente prende il Plavix ,ma perchè? qual'è il suo stato di salute generale attuale? ha una patologia cardiaca? Ha una patologia vascolare? Prende altri Farmaci? E' autosufficiente e collaborante? Ha una tendenza ansioso-depressiva come comunemente si osserva nelle persone anziane ammalate? Ha subito operazioni chirurgiche di recente? di che tipo? L'estrazione a cui dovrebbe sottoporsi è di tipo semplice o presenta difficoltà operative? La radice ha poco o tanto rapporto con l'osso alveolare?c'è infezione acuto e/o cronica? c'è la possibilità di un'opzione di terapia canalare? La paziente prende bifosfonati? Ecc..ecc.. Dopo aver valutato tutto ciò ,dopo aver sentito il cardiologo e il medico curante della signora il dentista valuterà l'opzione terapeutica che riterrà più giusta ne fornirà tutte le informazioni alla paziente e una volta ottenuto il consenso metterà in atto la terapia e risolverà il problema!! oppure se riterrà che per la paziente è opportuno essere trattata in ambiente protetto si adopererà per indirizzarla a un ospedale !!! La ringrazio per l'attenzione e auguri per sua madre
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Pubblicato il 30-06-2012
Gentile paziente, per i pazienti che assumono antiaggreganti piastrinici ovvero anticoagulanti. Norme prudenziali suggeriscono di valutare, mediante prove di laboratorio, la funzionalità emostatica e, di conseguenza, di agire in base a dei precisi protocolli terapeutici. Cordialità
Dentista Sicilia, Messina
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