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Domanda di Odontoiatria

Risposte pubblicate: 16

Dente parodontosico

Scritto da Pier Luigi / Pubblicato il
Buon giorno, da alcuni mesi ho un dente (27) che mi fa soffrire: prima si è formato un ascesso, curato con antibiotico; il dente ha iniziato a muoversi abbastanza. Sono stato dal mio dentista, che mi ha fatto fare una panoramica dentale e mi ha consigliato l'estrazione. Per il momento continuo a tenermi il dente, anche se per circa un mese ho avvertito elevata sensibilità al freddo con dolore; poi circa da una settimana, dopo aver espulso un pò di sangue dalla gengiva, questa sensibilità è scomparsa. Ora sento ancora un leggero dolore nella zona interessata e il dente si muove leggermente. Dopo una seconda visita, da altro dentista, la diagnosi è di dente parodontosico, da estrarre. Vorrei sapere se devo per forza estrarlo, oppure ci sono cure al laser che possono risolvere il mio problema? Grazie mille
Caro Signor Pierluigi, il"dente parodontosico" non esiste! esiste quello Parodontopatico. In altre parole esiste la Parodontite in cui la desinenza -ite significa in medicina infiammazione. Invece la desinenza -osi significa degenerazione! Orbene la Malattia Parodontale è solo ed unicamente infiammatoria e non degenerativa! Quindi esiste la Parodontite e non la Parodontosi! Detto questo mi sembra improbabile che si tratti di Parodontite perchè è colpito un dente solo a quanto dice e per quanto scrive dei suoi sintomi. Sembrerebbe dalla sua descrizione un ascesso da necrosi endodontica con patologia periapicale preceduta da una prima fase di sofferenza pulpare detta sintomatologia radicolare della polpa! Se così fosse il Dente è curabile con una semplice terapia endodontica e conservativa! Ovvio che a questo punto bisogna fare una Diagnosi Differenziale tra una Parodontite ed una necrosi pulpare con patologia periapicale, sia essa una Parodontite acuta (patologia endoparodontale) sia essa un granuloma od una cisti radicolare!Bisogna quindi fare una Visita Odontoiatrica completa, generale e Parodontale per arrivare alla Diagnosi. Approfondisco per sua cultura!Non si procede per tentativi ma una terapia la si imposta solo dopo una Diagnosi ed una Diagnosi ci deve essere per forza!Ha descritto sintomi che possono essere parodontali o stomatologici di patologie orali, se quanto segue come la doppia visita parodontale intervallata dalla preparazione parodontale iniziale con Igiene Orale, Curettage e Scaling e Root planing, Serie completa di Rx endorali, modelli di studio Gnatologici e Parodontali e soprattutto doppio sondaggio parodontali in prima e seconda visita di rivalutazione, allora manca qualcosa di estremamente importante per la Diagnosi! Così come mancherebbe se non fosse stata fatta una accurata anamnesi clinica sistemica. L’aspetto a buccia d’arancio che ha la gengiva sana è dovuto alla compenetrazione bilaterale dell’epitelio (dall’esterno all’interno) con il connettivo (dall’interno all’esterno). Le zone elevate corrispondono a proiezioni connettivali, le zone depresse a proiezioni epiteliali. Quando si ha una flogosi di questi tessuti, praticamente questa compenetrazione viene meno per distruzione delle fibre connettivali e l’aspetto a buccia d’arancia non si ha più: siamo di fronte alla famosa GENGIVITE ,questo è un dato clinico obiettivo importante da ricercare. La gengiva marginale diventa "lucida", rosso violacea. La Gengivite sconvolgendo le forme gengivali , apre il via allo "sconvolgimento" della architettura ossea = Parodontite. Infatti, la colonizzazione batterica causi prima la formazione di un solco con infiltrazioni di neutrofili e mononucleati nell’epitelio giunzionale e causi altresì una vasculite con perdita di collageno per infiltrazione del tessuto connettivo con formazione di un infiltrato di neutrofili, monoliti, macrofagi, linfociti e plasmacellule ( attivate dall’interazione batterico-immunitaria) Col progredire della malattia il riassorbimento osseo è sempre maggiore. È stato inoltre dimostrato sempre da Ebersole), che la progressione della distruzione tessutale progredisce con la velocità di 1/3, 1/5 di mm. All’anno fino alla cresta ossea e poi, dalla cresta ossea in giù la velocità aumenta paurosamente a circa ½ mm. l’anno. Se consideriamo che la lunghezza della radice è in media 14 mm., tranne che i canini dove può arrivare a misure molto più lunghe, considerando l’ubicazione della cresta ossea, in non molti anni la Parodontite diventa terminale,espulsiva con parulidi (ascessi parodontali), con quello "scolo di pus" noto col termine volgare di "piorrea". Dobbiamo considerare il dente un trasmettitore di forze, il parodonto una struttura in grado di ricevere e disperdere queste forze. Con l’aggravarsi del riassorbimento osseo, si ha un aumento del rapporto corona-radice e quindi un aumento dell’azione di leva applicata ai denti anche durante la masticazione fisiologica, che può non essere tollerata e portare a quella condizione denominata "trauma d’occlusione secondario". Ossia lo Stress creato dalle forze occlusali che provocano traumatismo occlusale. Se queste forze abnormi le si esercitano su una "unità dentale" integra, esse sono assorbite senza danno (traumatismo occlusale primario), se queste forze abnormi ma anche solo fisiologiche le si esercitano su una "unità dentale" con grave distruzione ossea, esse non vengono più assorbite (traumatismo occlusale secondario. Il Parodontologo deve avere una "Cultura Odontoiatrica completa con conoscenze altissime di tutte le altre specialità dell’Odontoiatria, supervisionate da questa Mentalità Parodontale" Per rispondere in modo completo alla sua domanda, cercherò di spiegarle brevemente in cosa consista la TERAPIA PARODONTALE. Essa consiste nel ricostruire ciò che la malattia parodontale ha distrutto: osso e gengiva ed ottenere una rigenerazione di questi tessuti, ossia la neoformazione di nuovo osso, nuovo, nuovo ligamento parodontale, nuova gengiva che si attacchi a nuovo cemento radicolare con un attacco epiteliale corto e non lungo…nel primo caso si ha una rigenerazione….quello che gli Statunitensi chiamano New Attachment = con Le metodiche rivoluzionarie GBR (Guided Bone Regeneration = Rigenerazione ossea guidata) GTR (Guided Tissue Regeneration = Rigenerazione tissutale guidata), che impedendo la proliferazione cellulare di elementi indesiderati e stimolando quelli desiderati, portano ad una rigenerazione parodontale profonda nel secondo caso si ha una ricostruzione, sempre biologicamente valida, ma molto più "fragile" e soggetta a recidive. Questa terapia la si fa con membrane, PRP, PRF (Piastrine ottenute dal sangue centrifugato, prelevato dal paziente stesso, in passato prima dell’avvento dell’HIV si usava la colla di fibrina umana omologa = Nel PRP le piastrine sono integre e vengono iniettate nel sito chirurgico, senza l’avvenuta degranulazione, in quanto non attivate col Cloruro di Calcio e solo lì, per la superficie ruvida del sito, che si rompono e rilasciano i Grow factors = fattori di crescita,nel PRF è avvenuta la degranulazione, per rottura delle piastrine durante la centrifugazione tale che il risultato ottenuto è il coagulo di fibrina, che viene innestato a mo di membrana) , amelogenine, Acido Ialuronico, solfato di calcio, fosfati di calcio etc, osso autogeno, osso omologo, meno bene eterologo ed artificiale, usati a seconda della situazione, della profondità ed ubicazione dei difetti ossei e delle tasche parodontali.Legga per favore il mio Articolo o Pubblicazione su questo stesso portale facendo così: clicchi sul mio nome in questa risposta ed entri nella mia pagina di INFORMAZIONI GENERALI, qui clicchi su PUBBLICAZIONI e si aprirà la finestra con da sin a dx ARTICOLI, CASI CLINICI e VIDEO e cerchi i seguenti titoli sotto Articoli: VISITA PARODONTALE da questa lettura sulla visita Parodontale capirà se chi ha fatto gli interventi è un Parodontologo o un Dentista che si opccupa di Parodontologia (cosa molto diversa), quindi è importante che lei la legga. Mio Sito Web di Parodontologia. POI, sempre sotto gli ARTICOLI, La 'tasca parodontale, questa sconosciuta!, poi, TRA I MIEI CASI CLINICI, seguenti sotto Casi Clinici (guardi che continuano aprendo "TUTTI I CASI CLINICI", in fondo in basso, sono 4 pagine): a Pag 1, LA RIGENERAZIONE PARODONTALE GUIDATA CON MEMBRANA AMNIOTICA E COLLA DI FIBRINA (TECNICA PERSONALE) 1°PARTE - Considerazioni Istologiche e Sperimentali e le altre tre parti, a Pag 2.Dalla parodontologia alla protesi, attraverso tutta l'odontoiatria e poi Riabilitazione Orale Parodontale e Protesica Completa, in un Caso Complesso di Compromissione Grave Parodontale ossea, conservativa, endodontica, protesica in presenza di insufficienza di gengiva aderente, infine vada sul mio sito, le sarà molto utile. Le ripeto si faccia visitare da un vero parodontologo. Le lascio un poster sulla Parodontite Diffusa aggressiva dell'Adulto con difetti ossei molto gravi curati con chirurgia ossea parodontale ricostruttiva ed in basso rigenerativa!Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari
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Scritto da Dott. Gustavo Petti
Cagliari (CA)

Sig. Pierluigi, lei non è un paziente a cui è indicato un trattamento parodontale laser assistito; perché i pazienti che si sottopongono a queste cure, non sentono più pareri, si curano immediatamente, sono dediti alla visita semestrale ed eseguono igiene domiciliare insegnata da un igienista dentale, purtroppo lei non è tra questi eletti e perderà i suoi denti, come le sarà già successo. Se intendesse cambiare stile di vita, forse un buon odontoiatra che si occupa di parodontologia, con virtù e pazienza la potrebbe prendere in considerazione.
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Scritto da Dott. Diego Ruffoni
Mozzo (BG)
Carnate (MB)

Gentile Pierluigi, ė essenziale avere un supporto radiografico per poterle dare un parere. Se può ci invii una ortopantomografia. Però data l'età è probabile che il dente sia da estrarre. Cordialità.

Scritto da Dott. Michele Caruso
Treviso (TV)

Temo che il collega Dr. Diego Ruffoni abbia ragione. Si tratta di una mentalità, bisogna che il paziente collabori strenuamente. Comunque in letteratura sono riportati casi di denti come il suo che hanno avuto benefici, anche se transitori con la laserterapia, ma si tratta di denti che non erano in fase di infezione acuta come invece descrive lei. Con il laser la mobilità (peraltro lieve) si è ridotta significativamente, ma i denti trattati erano del tutto asintomatici. Temo quindi che per il suo ci sia ben poco da fare. Forse la chirurgia parodontale può ancora fare qualcosa, come dice il dr. Petti che è uno dei massimi esperti in questo campo.
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Scritto da Dott. Paolo Passaretti
Civitanova Marche (MC)

Caro P.Luigi, occorre una lastra per fare diagnosi ;se sulla base di una rx con sondaggi etc. risulta che e' un dente compromesso allora va estratto

Scritto da Dott. Giovanni Vergiati
Fornovo di Taro (PR)

Probabilmente alla fine di una pulpite il nervo è morto, e l'ascesso è cronicizzato espellendo pus dal colletto dentale in maniera asintomatica. E' solo un parere a distanza che però ricalca un copione che si ripete decine di volte al giorno negli studi dentistici dei medici che scrivono su questo portale. Dire se il suo dente si salverà è cosa ardua. Con una immagine di una lastra forse potremo essere più precisi. Cordiali saluti e auguri di buon Natale e buon anno nuovo.
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Scritto da Dott. Davide Colla
Seregno (MB)

Egregio Signor Pier Luigi, con l'ausilio del laser si ottengono fantastici risultati per la cura delle malattie parodontali, sia a livello chirurgico, che per il trattamento delle tasche parodontali, che per la biostimolazione dei tessuti osseo e gengivale. Però nulla più può esser fatto, quando il processo espulsivo del dente dal suo supporto parodotale é giunto al termine, ed il Dentista sentenzia la necessità della sua avulsione. A questo serve la diagnosi: alla valutazione medica della malattia e dei rimedi. La permanenza in cavità orale di un elemento dentario da estrarre, potrebbe anche peggiorare lo stato infettivo e funzionale degli altri denti e della bocca. Si affidi quindi con serenità al suo Dentista di fiducia, sia per l'avulsione dentaria, se da lui giudicata inevitabile, e sia per la cura parodontale degli altri denti, affinché vengano mantenuti sani il più a lungo possibile. Cordiali saluti.
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Scritto da Dott. Angelo De Fazio
Casalnuovo di Napoli (NA)

Gentile Sig. Luigi, non sempre i denti si possono salvare. Se la malattia parodontale è molto avanzata l’estrazione e la sola cura. Cordiali saluti

Scritto da Dott. Massimo Tabasso
Savigliano (CN)

Un dente affetto da parodontite si può teoricamente curare (non necessariamente col laser) se persiste una quota di supporto parodontale residuo ragionevole. La valutazione va fatta dal dentista in base alla diagnosi clinica e radiografica. Trattandosi di un 2.7, molto probabilmente saranno coinvolte le forcazioni, e questo complica le cose.

Scritto da Dott. Paolo Gaetani
Lecce (LE)

Gentile sig. Pier Luigi, un dente mobile, anche se modestamente, necessita di terapia parodontale, di igiene, e di splintaggio, a seconda dei casi. Igiene e antibiotico vanno spesso sempre insieme. L'esito della terapia lascia il dente con meno attacco, ma più stabile. Bisogna vedere il caso clinico e quanto convenga tenerlo, nell'ambito anche degli altri. Un collega di coscienza saprà consigliarla bene, meglio se parodontologo. Auguri per le prossime Feste

Scritto da Dott.ssa Maria Grazia Di Palermo
Carini (PA)

Gentile paziente, non mi dilungherò molto nella risposta, non esiste alcun laser che possa curare la parodontite!!!!! Esistono delle cure eseguite da igienisti bravi e da parodontologi esperti. Cordialmente

Scritto da Dott. Gerardo Cafaro
Campagna (SA)

Gentile paziente occorre una lastra per fare diagnosi, con il laser si eseguono molte terapie a volte è necessaria anche una devitalizzazione prima di decidere per l'estrazione. Cordiali saluti

Scritto da Dott. Stefano Salaris
Roma (RM)

Gentile Pier Luigi, darle una risposta senza una visita ed una radiografia non è possibile. Non c'è dubbio che i denti vanno sempre mantenuti, quando possibile. Tornando al suo racconto, lei dice di avvertire una sensibilità accentuata col freddo su quel dente; ma non è possibile giacchè è stato devitalizzato. E' probabile invece che il dolore (con il freddo) abbia origine da qualche dente adiacente. Per quanto riguarda il 27, le dico che la terapia parondontale è delicata e complessa, necessiterebbe in primo luogo di una seduta di igiene orale, sondaggi parodontali e courettage con una igienista dentale, seguita poi da una rivalutazione parodontale del dente in questione a distanza di alcune settimane. In bocca al lupo. Cordialmente
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Scritto da Dott. Livio Germano
Verbania (VB)

Come già detto dai Colleghi che mi hanno preceduto, è necessaria una visita diretta approfondita, lastre realizzate ad hoc, sondaggio parodontale, per valutare direttamente in sede il livello di attacco e la perdita di attacco, livello osseo, test di vitalità, per escludere una causa endodontica, etc..inoltre, se lei si ritiene affetto da parodontite, deve considerare una terapia di mantenimento effettuata da un igienista dentale e/o parodontologo. Saluti

Scritto da Dott. Davide Lomagno
Caresanablot (VC)

Gentile Pier Luigi, il suo racconto mi lascia immaginare una condizione di sofferenza del 2.7 di natura combinata, cioè di probabile natura parodontitica e poi complicatosi con malattia endodontica. Traduco: prima sembra comparire l'infezione parodontale poi quella del "nervo". E' una sequenza ben nota non solo ai parodontologi, ma a tutti i dentisti. A parte ciò occorre fare uno status parodontale completo ( con sondaggio parodontale a 6 punti, misurazione dei livelli di attacco gengivale, rx endorali, indici di placca, di sanguinamento ecc., seguiti da rivalutazione) se si sospetta tale eventualità, essendo raro, specie alla sua età, un esordio monolocalizzato in una bocca altrimenti indenne. Ciò serve per pianificare il trattamento ed operare in seguito riducendo i fattori di rischio generali (es. fumo, malattie metaboliche, stati carenziali, disturbi immunoematologici ecc.) e locali ( sedute programmate di igiene orale professionale e miglioramento dell'igiene orale domiciliare, correzione dei fattori di accumulo di placca- corone o ponti non anatomici, denti malposti, otturazioni non idonee ecc.), come pure occorre valutare l'esistenza di una occlusione patologica - il modo di chiudere dei denti e di tutta la bocca - che spesso aggrava ed accompagna la parodontite e che va velocemente corretta. Quindi occorre prendere in considerazione tanti fattori e non solo il dente di per sé, che andrà certamente curato " dentro e fuori " ma molto probabilmente non da solo . Il Laser è uno strumento validissimo se inserito in un programma di recupero su più fronti ed anche nel mantenimento. Quindi si faccia coraggio ed inizi un percorso che spero le faccia salvare il dente ma che soprattutto le tuteli anche il resto della bocca. Saluti.
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Scritto da Dott. Massimo Scaramelli
Pisa (PI)