A 50 anni, ci sono interventi poco invasivi e poco fastidiosi che possano aggiustare o rallentare le modificazioni che sopravvengono con l'età?
Cara Signora Gabriella, mah, il normale procedere dell'età, non lo direi a solo 50 anni :) e non è che in ogni caso questo avanzare di anno in anno provochi cambiamenti così evidenti come li descrive lei! E' un argomento molto complesso. Cercherò di spiegarmi e spiegarglielo. I denti stanno in bocca perchè si controllano l'un l'altro, per così dire. Hanno una loro vita biologica tra interno ed esterno e una relazione dinamica coi denti prossimali ed antagonisti. Col tempo le superfici masticanti si "consumano per abrasione" ma la fisiologia della bocca compensa questo fatto con il fare estrudere i denti e i loro antagonisti affinchè mantengano i loro contatti. Poi i denti tendono ad avanzare mesialmente e la fisiologia della cocca, per evitarte che si formino spazi vuoti, compensa tutto questo, anche per mantenere il punto di contatto interprossimale, essenziale per la salute parodontale e della gengiva libera e marginale in particolare le papille, con un movimento di mesializzazione. Quindi i denti si muovono ma rimangono sempre coi loro contatti e rapporti giusti. Solo se perdesse per qualche causa anche un solo dente, questo movimento di "compensazione fisiologica sarebbe alterato" oppure se avesse una Parodontite , questa si che provocherebbe il movimento dei denti per la presenza di tasche partodontali e difetti ossei e la Parodontite purtroppo a 50 anni è frequente. Diciamo che in percentuale molto alta, la popolazione ha a questa età tasche parodontali da lievi a molto severe con difetti ossei da mancanti a lievi a molto complessi e gravi. In conclusione, si faccia visitare da un Parodontologo che attui oltre agli altri rilievi, un sondaggio parodontale completo, modelli di studio parodontali, studio valutativo di Rx endorali parodontali complete e curettage e scaling e Root Planing per rimuovere il tessuto di granulazione eventualmente presente nelle tasche parodontali e rilevare così in una seconda visita di rivalutazione parodontale, la reale profondità delle tasche non più falsate dalla presenza di questo tessuto molle o duro a seconda che la malattia fosse stata attiva o inattiva al momento del primo sondaggio! Tutto questo avrebbe dovuto prendere in considerazione il Dentista che l'avesse visitata clinicamente!Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari.
Dentista Lombardia, Milano
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