I miei denti sono talmente compromessi da dover essere estratti?
Scritto da luca / Pubblicato il
Salve dottori.
Purtroppo ho trascurato l'igiene orale nell'ultimo anno per fatti più importanti che mi hanno fatto trascurare molte cose (mi hanno tolto un testicolo affetto da neoplasia e tra le varie visite, chemio ecc ho trascurato diverse cose)
ed ora mi ritrovo una parodontite generalizzata che il dentista a cui mi sono rivolto vorrebbe trattare mettendo 2 impianti in basso al posto dei 2 incisivi, la stessa cosa ai due premolari e molare dell'ultima lastrina in basso a destra.
lui dice che non sono recuperabili quei denti, mi ha fatto il sondaggio e dice che ho tasche che partono da 5 ed arrivano a 8-9mm.
Attualmente le mie gengive sono gonfie e sanguinanti, provo quasi un leggero dolore.
Vi scrivo perchè sono dubbioso sugli impianti.. non per i costi che dovrei sostenere ma per il discorso estrazione..
Mi sono un pò documentato e tramite ricerche sono arrivato su questo sito; dove ho potuto constatare che anche tasche parodontali di 10 mm sono curabili e salvare i denti..
Secondo voi i miei denti sono talmente compromessi da dover essere estratti?
ho solo 31 anni, il dentista dice che la parodontite è si dovuta ad una igiene orale trascurata e probabilmente adesso avrei avuto tasche di solo 4-5 mm ma la chemioterapia secondo lui ha velocizzato il decorso della malattia.
datemi delucidazioni perfavore, non so che fare vi lascio la full endorale, grazie
Pubblicato il 25-09-2017
Egr. Signore,
Dalla sola visualizzazione delle rx si nota effettivamente uno stato parodontale drammatico. È comunque necessario eseguire anche una visita parodontale completa con valutazione di indici di placca, sanguinamento ecc. In base allo stato attuale delle conoscenze scientifiche la sua situazione è trattabile con un lungo percorso riabilitativo esclusivamente parodontale. Per gli impianti c'è tempo...Ovviamente ci vuole molta collaborazione da parte sua e il giusto professionista esperto in parodontologia.
Cordiali Saluti
Dalla sola visualizzazione delle rx si nota effettivamente uno stato parodontale drammatico. È comunque necessario eseguire anche una visita parodontale completa con valutazione di indici di placca, sanguinamento ecc. In base allo stato attuale delle conoscenze scientifiche la sua situazione è trattabile con un lungo percorso riabilitativo esclusivamente parodontale. Per gli impianti c'è tempo...Ovviamente ci vuole molta collaborazione da parte sua e il giusto professionista esperto in parodontologia.
Cordiali Saluti
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Pubblicato il 25-09-2017
Confermando la necessità di una visita parodontale completa (oltre alle radiografie) per poter valutare correttamente il caso, penso che prima di togliere i denti vada tentato un loro recupero con un'adeguata terapia parodontale, vista anche la giovane età del paziente.
Pubblicato il 25-09-2017
Caro Signor Luca, buongiorno. Premesso che se le misure delle tasche parodontali fossero realmente quelle indicate e lo fossero in secondo sondaggio dopo avere praticato la rimozione del tessuto di granulazione che ne falsa la misurazione (legga più avanti, le tasche ed i conseguenti difetto ossei sarebbero curabilissime! Certamente ha una Parodontite con difetti ossei a più pareti complesse e ad una parete, due pareti, crateri, disarmonia della festonatura, sofferenza con ampiamento dello spazio parodontale e frammentazione della corticale ossea alveolare, lesioni di terza classe passante di alcune forcazioni. Anche se dalla semplice visone delle Rx endorali, tra l'altro postate nel web, non si può fare Diagnosi certa sulla Gravità, le posso dire con una approssimazione molto buona e realistica che tutto il parodonto di tutti i suoi denti dovrebbero poter essere curati con tranquillità. E' nella media dei casi di Parodontologia che tratto di routine nel mio Studio. Anzi, la media è molto più grave (10-12 ed anche 14 mm, ovviamente 14 su una misura di sei misure di un dente!!!), come patologia e profondità delle tasche parodontali e dei difetti ossei! Occorre una Visita Parodontale: che consiste in due visite intervallate da una preparazione iniziale con curettage e scaling e serie completa di Rx endorali, modelli di studio e tanto altro. Visite con sondaggio parodontale in sei punti di ogni dente di tutti i denti e tanto altro e seconda visita di rivalutazione con risondaggio delle tasche che ora indicheranno la reale profondità delle stesse perché è stato escisso il tessuto di granulazione presente! Solo così si arriva ad una Diagnosi e ad una pianificazione terapeutica. Per il resto che posso dire che in ogni caso la Parodontite non si cura certamente con l'avulsione di denti e oro sostituzione con impianti. Gli impianti servono solo eventualmente per sostituire denti mancanti e irrecuperabili e mi sembra che non sia il suo caso. Poi sembrerebbe, da quanto dice, che la terapia fosse solo implantologica e non Chirurgica Parodontale. Ossia è stata pianificata una terapia Ricostruttiva e/o Rigenerativa del Parodonto Profondo in tutta la bocca? Un accuratissimo e Colto Studio di Charles J. Goodacre e W. Patrick Naylor della Loma Linda University, in California ha concluso che, e riporto dall'articolo del Dr.Adelmo Calatroni, si hanno maggiori certezze nel promuovere, quando possibile, la conservazione del dente attraverso la terapia endo-parodontale: in questo caso il rapporto costo-efficacia è risultato cinque volte migliore rispetto all'estrazione seguita dal posizionamento di un impianto.Bibliografia: Goodacre CJ, Naylor WP. Single implant and crown versus fixed partial denture: A cost-benefit, patient-centred analysis. Eur J Oral Implantol. 2016;9(2):59-68. Le lascio un Poster che le spiega cosa sia la Parodontite e la Sua Terapia Chirurgica. Legga nel mio Profilo VISITA PARODONTALE e capirà!Per favorirle la comprensione di un argomento così astruso le faccio la stessa spiegazione che faccio ai miei pazienti durante il colloquio informativo alla fine della prima Visita Parodontale:Immagini un dente in sezione longitudinale (e alzo la mano sin. di taglio verticale davanti a me), la gengiva ( e alzo la mia mano dx in orizzontale vicino e perpendicolare alla mano sin.), si attacca al dente mandando le fibre connettivali ed epiteliali dentro di esso, al colletto, nel punto di passaggio tra radice e corona, ossia la parte del dente che emerge dalla gengiva (e spingo la mano dx a intrecciare le dita con la mano sin.). In questo modo la Gengiva protegge l'osso che sta sotto intorno al dente e chiude, una porta che impedisce ai microbi di entrare in profondità. La funzione della gengiva è questa, di costituire un sigillo invalicabile dai microbi!. Quando queste fibre, per un motivo qualsiasi, ad esempio la Gengivite prima e poi la Parodontite, si dovessero rompere, esse si staccano dal dente, si apre quella porta e i microbi entrano ed incominciano a distruggere il Parodonto, ossia il tessuto che sta intorno al dente, Gengiva, Cemento della radice, Legamento Parodontale che lega il dente all'osso e l'Osso stesso: è iniziata una Parodontite. (Conosciuta col termine volgare di "Piorrea" dal greco (puòn) marcio, pus - (roé) scolo, quindi scolo di pus. Scolo di pus, perché nei momenti conclamati o terminali della malattia si hanno numerosi ascessi! La distruzione di questi tessuti porta alla formazione di una tasca (ed infilo la mano dx nel taschino sin. del mio camice) spiegando "questa è una tasca, prima era cucita ora è aperta. Questa tasca si chiama "Tasca Parodontale". Cari saluti e si faccia visitare da un Parodontologo, glielo dice un Parodontologo!Terapia Chirurgica Parodontale con GBR (Guided Bone Regeneration = Rigenerazione ossea guidata) GTR (Guided Tissue Regeneration = Rigenerazione tissutale guidata), che impedendo la proliferazione cellulare di elementi indesiderati e stimolando quelli desiderati, portano ad una rigenerazione parodontale profonda nel secondo caso si ha una ricostruzione, sempre biologicamente valida, ma molto più "fragile" e soggetta a recidive. Questa terapia la si fa con membrane, PRP, PRF (Piastrine ottenute dal sangue centrifugato, prelevato dal paziente stesso, in passato prima dell'avvento dell'HIV si usava la colla di fibrina umana omologa = Nel PRP le piastrine sono integre e vengono iniettate nel sito chirurgico, senza l'avvenuta degranulazione, in quanto non attivate col Cloruro di Calcio e solo lì, per la superficie ruvida del sito, che si rompono e rilasciano i Grow factors = fattori di crescita,nel PRF è avvenuta la degranulazione, per rottura delle piastrine durante la centrifugazione tale che il risultato ottenuto è il coagulo di fibrina, che viene innestato a guisa di membrana) , amelogenine, Acido Ialuronico, solfato di calcio, fosfati di calcio etc, osso autogeno, osso omologo, meno bene eterologo ed artificiale, usati a seconda della situazione, della profondità ed ubicazione dei difetti ossei e delle tasche parodontali. ORA Le domando solo una cosa: e' stata fatta questa doppia visita così come l'ho descritta con una preparazione Parodontale iniziale tra la prima e la seconda visita? Sicuramente NO! E se confermasse il no, significherebbe che chi l'ha visitata non è Parodontologo! Le lascio un Poster sulle Parodontiti! Tra l'altro deve essere fatta una accurata anamnesi Medico-Odontoiatrica Sistemica di tutto l'organismo oltre che della "bocca" ed eventualmente analisi ematologiche per fare Diagnosi Differenziali semeiologiche etiopatogenetiche e soprattutto per valutare la salute ed attività del Suo Sistema Immunitario perché la Malattia Parodontale è il risultato di una interazione batterica dei microbi che vivono in profondità nelle tasche e che sono "cattivi" perché anaerobi e Gram negativi ed il sistema immunitario col sistema immunitario locale e Generale che determina l'insorgenza e l'evolversi della malattia Parodontale, per esempio valutando gli Anticorpi Anti Ana ed Anti Ena, oltre che un semplicissimo Emocromo con Formula ed altre analisi di Base! Questo lo si fa con Visite Cliniche accurate e con analisi ematologiche, prima generiche, poi mirate e poi sempre più precise mano amano che il sospetto diagnostico "assottiglia" il ventaglio delle possibili Patologie per arrivare infine alla Diagnosi. Questo perché a soli 31 anni ha una Parodontite che sembrerebbe troppo seria per l'età che ha, essendo tra l'altro di sesso maschile che non può essere colpito dalla Parodontite Giovanile, propria del solo sesso femminile essendo l'unica parodontite Genetica. Cari saluti
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Pubblicato il 25-09-2017
Lo status parodontale che lei ci invia, la sintomatologia che lei riferisce, sono elementi che non fanno pensare a nulla di particolarmente buono. Probabilmente non irrecuperabile, ma comunque la situazione è seria e necessita di una serie di approfondimenti mirati da parte di un collega specializzato in Parodontologia (a Cagliari, ad esempio, il dott. Petti). Lei è troppo giovane per non cercare di recuperare, inserirsi in un adeguato programma di mantenimento e stabilizzare la patologia.
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Pubblicato il 25-09-2017
Sono d'accordo con i colleghi di conservare il conservabile ad ogni costo. Il dr. Petti di Cagliari è uno dei piu' qualificati per questo, si rivolga a lui. Un dente con problemi parodontali secondo me è perso solo se si muove tanto. Il resto si recupera, nel senso che si può prolungarne la vita e la permanenza in bocca con opportune cure.
Pubblicato il 25-09-2017
Buon giorno; per non ripetere quello che e' stato teste' scritto le posso dire questo. Ogni odontoiatra, pur avendo studiato le stesse cose, ha la sua idea e le sue convinzioni; ma in questo caso sia che lei metta impianti o no, deve risolvere la sua patologia parodontale. Non si possono mettere impianti in una situazione come la sua dove le tasche sono cosi' rilevanti. Come in ogni cosa, la procedura e' una dei fattori che portano alla guarigione. Quindi prima di decidere di mettere impianti deve risolvere (o attenuare) il suo problema parodontale. Dopo avere ottenuto una diagnosi corretta ,la terapia dovra' passare per forza attraverso una cura dei sui tessuti di sostegno;solo dopo avere bonificato la bocca (magari anche con estrazioni) si potra' parlare di impianti.Mettere impianti dove i denti hanno tasche di 10 mm e lasciare tasche di 5 o 6 e' scorretto e sicuramente si avra' u rischio di fallimento implantare
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Pubblicato il 25-09-2017
Gentile sig Luca, a Cagliari lei può usufruire del miglior parodontologo italiano; il dott Petti che sicuramente ti salverà gran parte dei tuoi denti. Cordialmente .....................................
Pubblicato il 25-09-2017
Salve Luca, innanzitutto va trattata la problematica parodontale prima di inserire gli impianti. E' scorretto inserire impianti dopo aver tolto un dente che si considera parodontalmente compromesso e com malattia attiva residua. Solo denti con seri problemi vanno estratti, solo dopo un'attenta visita parodontale o magari nella fase di rivalutazione, cioè dopo un primo trattamento di rimozione dei batteri sopra e sottogengivali.
Pertanto si affidi ad un parodontologo che sappia rispondere alle sue domande e trattarla adeguatamente.
Saluti
Pertanto si affidi ad un parodontologo che sappia rispondere alle sue domande e trattarla adeguatamente.
Saluti
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Pubblicato il 25-09-2017
Sig. Luca a Cagliari c'è il mio collega e amico Dott Petti, un magistrale che ama la parodontologia, che purtroppo può essere applicata a pochi eletti pazienti, forse se lei cambia stile di vita può rientrare tra questi pazienti.
Pubblicato il 26-09-2017
Buongiorno Signor Luca, lei ci ha descritto un periodo di salute molto impegnato che ha certamente influito sulla sua parodontite. Ma pensare che si possa risolvere la patologia infiammatoria, cronica, che la affligge con dei semplici impianti è un po' come pensare di convertire un miscredente facendolo semplicemente entrare in chiesa!
Due sole considerazioni: non è prescritto intervenire con l'implantologia se esiste uno stato infiammatorio in atto, specie se di una certa importanza come i suo. Nè vengono risparmiati gli impianti dalla parodontite se essa è presente ed attiva!
Esistono molti studi, alcuni di oltre 15 anni fa, che documentano tassi di sopravvivenza simili di denti ed impianti in portatori di parodontite. Quindi non vedo il vantaggio di inserire viti implantari se non quando i denti siano irrimediabilmente intrattabili con le cure disponibili.
Effettivamente è necessario che uno status parodontale venga
Correttamente eseguito e rivalutato dopo un certo periodo di tempo durante il quale saranno state fatte tutte le terapie necessarie ( igiene orale professionale, terapia parodontale non chirurgica, igiene orale domiciliare, sedute di richiamo e rivalutazione, stabilizzazione dei denti eventualmente vaciilanti,ecc.) in modo da stabilire se e dove occorre intervenire con la chirurgia parodontale.
Dopodiché si otterrà quella quiescenza della malattia infiammatoria che ci consentirà di controllarla e solo allora si deciderà in senso prognostico quale strategia terapeutica a lungo decorso perseguire, ed ove necessario anche l'implantologia.
Ma non dimentichi che anche le condizioni generali di salute o di malattia e le relative terapie possono condizionare la risposta parodontale e che una corretta terapia di supporto in attesa della normalizzazione è quanto mai importante per contrastarne l'evoluzione, consigliando il buon medico a quella prudenza consolidata che evita scelte potenzialmente dannose.
Cordiali saluti.
Due sole considerazioni: non è prescritto intervenire con l'implantologia se esiste uno stato infiammatorio in atto, specie se di una certa importanza come i suo. Nè vengono risparmiati gli impianti dalla parodontite se essa è presente ed attiva!
Esistono molti studi, alcuni di oltre 15 anni fa, che documentano tassi di sopravvivenza simili di denti ed impianti in portatori di parodontite. Quindi non vedo il vantaggio di inserire viti implantari se non quando i denti siano irrimediabilmente intrattabili con le cure disponibili.
Effettivamente è necessario che uno status parodontale venga
Correttamente eseguito e rivalutato dopo un certo periodo di tempo durante il quale saranno state fatte tutte le terapie necessarie ( igiene orale professionale, terapia parodontale non chirurgica, igiene orale domiciliare, sedute di richiamo e rivalutazione, stabilizzazione dei denti eventualmente vaciilanti,ecc.) in modo da stabilire se e dove occorre intervenire con la chirurgia parodontale.
Dopodiché si otterrà quella quiescenza della malattia infiammatoria che ci consentirà di controllarla e solo allora si deciderà in senso prognostico quale strategia terapeutica a lungo decorso perseguire, ed ove necessario anche l'implantologia.
Ma non dimentichi che anche le condizioni generali di salute o di malattia e le relative terapie possono condizionare la risposta parodontale e che una corretta terapia di supporto in attesa della normalizzazione è quanto mai importante per contrastarne l'evoluzione, consigliando il buon medico a quella prudenza consolidata che evita scelte potenzialmente dannose.
Cordiali saluti.
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