E' possibile che la parodontite si sia sviluppata nel giro di 6 mesi?
Scritto da barbara / Pubblicato il
10 gg fa circa sono andata dal dentista come faccio puntualmente ogni sei mesi per l'igiene periodica, e sono uscita assolutamente preoccupata...mi ha trovato due tasche gengivali a suo dire molto gravi e mi ha diagnosticato una parodontite. Abbiamo fissato un secondo appuntamento in cui mi ha misurato tutte le gengive e ha trovato un distacco di 12 mm in quei due punti in cui sono le sacche e parecchi punti con un distacco di 4 mm, mi a fatto un rx perchè un punto combacia con un dente del giudizio piuttosto storto. Abbiamo fissato altri 6 appuntamenti, 4 a distanza di una settimana uno dall'altro per una serie di currettage grazie ai quali (a suo dire) dovremmo risolvere la situazione dei punti in cui il distacco è di 4 mm e poi altri due appuntamenti per un'operazione chirurgica per risolvere il problema delle due sacche e salvare quei denti. In più mi ha fatto comprare lo spazzolino oral B professional care 8000. Io sono allarmatissima perchè poi ho letto quello che c'è s critto su internet sulla parodontite e avendo 26 anni non vorrei rimanere senza denti...nè ora nè tra qualche anno. Da come mi ha spiegato lui le due sacche sono abbastanza proccupanti...ma io mi chiedo...è possibile che questa cosa si sia sviluppata nel giro di sei mesi? Cioè...quando ho fatto la visita precedente è possibile che non si sia accorto di niente? Ma secondo voi c'è la possibilità di guarire totalmente? So che dovrò fare controlli frequenti e stare attentissima alla pulizia quotidiana dei denti e mi va benissimo ma sono destinata per forza al peggioramento della cosa o posso curarla definitivamente? In più o letto che lo stress potrebbe influire sulla cosa e in oltre di notte digrigno i denti in continuazione, ho chiesto al dentista di farmi un bite ma mi ha detto di aspettare di fare gli interventi... mi dite cose ne pensate? Sono preoccupatissima.
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Pubblicato il 17-11-2009
Vuole sapere cosa penso? Penso che bisogna che la gente smetta di voler attribuire la colpa delle proprie malattie ai medici che la curano. Questo collega ha correttamente individuato il suo problema di salute e ha prospettato la terapia più adatta. Lei fa benissimo a preoccuparsene perché tale situazione a 26 anni è effettivamente seria. Ma poi la sua reazione immediata è di chiedersi se il collega ha sbagliato da qualche parte. Non si preoccupi di questo ma si affidi con fiducia alle cure perchè questo c'è da fare! Quanto al bite o al non bite di nuovo siamo lì la valutazione è del curante.
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Pubblicato il 17-11-2009
Gent.ma Sig.ra Barbara, credo, da quanto leggo, che il collega le abbia programmato una serie di " interventi" assolutamente corretti con quanto diagnosticato. Sono d'accordo con la Sua preoccupazione che deve rimanere tale e non trasformarsi in malattia. Per quanto riguarda la sua domanda, se quanto successole possa crearsi in pochi mesi, la risposta é con ogni probabilità no ma credo che sia ininfluente perché probabilmente 6 mesi fa le sue tasche erano di 11,9 mm ( naturalmente è solo una supposizione) e credo che questo non possa cambiare nè le prognosi nè il trattamento. Cordiali saluti Paolo Lovato
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Pubblicato il 17-11-2009
Cara Signora Barbara...non vedo il problema...il suo Dentista si è comportato impeccabilmente ed ha prospettato terapoie adeguate e ponderate..dopo avere fatto una diagnosi...per quanto riguarda la sua paura... le descrivo cosa sia una tasca parodontale, espressione della parodontite...e lo faccio con le parole che uso nel mio studio quando lo spiego ai miei pazienti...si tranquillizzi, perchè la Parodontite si cura...e se ne esce fuori...quindi si rilassi...le lascio anche una foto di un caso molto grave trattato e curato...non è il suo, stia tranquilla...ma è solo per farle capire che anche da situazioni ben più gravi della sua se ne esce fuori alla grande...ecco...: “ Immagini un dente in sezione longitudinale (e alzo la mano sin. di taglio verticale davanti a me), la gengiva ( e alzo la mia mano dx in orizzontale vicino e perpendicolare alla mano sin.), si attacca al dente mandando le fibre connettivali ed epiteliali dentro di esso, al colletto, nel punto di passaggio tra radice e corona, ossia la parte del dente che emerge dalla gengiva (e spingo la mano dx a intrecciare le dita con la mano sin.). In questo modo la Gengiva protegge l’osso che sta sotto intorno al dente e chiude, una porta che impedisce ai microbi di entrare in profondità. La funzione della gengiva è questa, di costituire un sigillo invalicabile dai microbi!. Quando queste fibre, per un motivo qualsiasi, ad esempio la Gengivite prima e poi la Parodontite, si dovessero rompere, esse si staccano dal dente, si apre quella porta e i microbi entrano ed incominciano a distruggere il Parodonto, ossia il tessuto che sta intorno al dente, Gengiva, Cemento della radice, Legamento Parodontale che lega il dente all’osso e l’Osso stesso: è iniziata una Parodontite. (Conosciuta col termine volgare di “Piorrea” dal greco (puòn) marcio, pus - (roé) scolo, quindi scolo di pus. Scolo di pus, perché nei momenti conclamati o terminali della malattia si hanno numerosi ascessi! La distruzione di questi tessuti porta alla formazione di una tasca (ed infilo la mano dx nel taschino sin. del mio camice) spiegando “questa è una tasca, prima era cucita ora è aperta. Questa tasca si chiama “Tasca Parodontale”. In pratica è come se fosse una ferita e come ogni ferita tenta di guarire facendo “granuleggiare” un tessuto che appunto si chiama di Granulazione, che cerca di chiudere questa ferita, ma non lo può fare per vari motivi che non sto a spiegare. La caratteristica di tutte le Parodontiti è quella di avere periodi di inattività che si alternano con altri di attività. Questo avviene in modo del tutto “anarchico”. Ossia la malattia può essere attiva o non attiva, in tutta la bocca, in parte di essa o addirittura sullo stesso dente in un punto sì e nel punto vicino no! È importante sapere che esistono vari tipi di Parodontiti, ma comune denominatore è quanto ho spiegato sopra. Nei punti in cui la malattia è attiva, il tessuto di granulazione e edematoso, imbibito di liquidi, molliccio e il sondino parodontale che ho usato prima durante la visita è portato a penetrare di più, proprio perché non incontra resistenza e leggo una misura più profonda di quanto potrebbe essere in realtà!. Se la malattia invece è ferma da qualche tempo, bastano 3 settimane il tempo di guarigione in genere delle ferite, il tessuto di granulazione è diventato una specie di cicatrice, come avviene in tutte le ferite ed è fibroso, duro, compatto, il sondino parodontale è impedito nella penetrazione e leggo una misura meno profonda di quanto potrebbe essere in realtà! Ora è intuibile per Lei, quello che devo fare: rimuovere questo tessuto! Questo lo si fa col Curettage e Scaling, in anestesia per contatto (basta uno Spray di anestetico), a cielo coperto, sotto protezione antibiotica perché si mettono in moto milioni e milioni di microbi! IL Curettage e Scaling è preceduto dalla Ablazione del Tartaro con gli ultrasuoni, dalla lucidatura dei denti. Si fa tutto in una seduta molti preferiscono in più sedute. Io preferisco una sola seduta, lunga anche un paio d’ore o poco più, ma il tessuto infetto viene portato via in una sola volta, non rischia così la reinfezione delle tasche, se passa troppo tempo dalla prima all’ultima. Questo sotto copertura Antibiotica. Tenga presente che un Curettage fatto bene abbassa la carica batterica dell’95-98 % !!! Questo è salutare non solo per la bocca (pensi che se ci troviamo in presenza di una Gengivite Marginale o di una Gengivite più profonda di transizione in Parodontite con tasche non superiori ai 5 mm, può bastare il Curettage e Scaling, magari ripetuto più volte, per “guarire” ma anche per l’organismo intero perché mette a riparo dalle malattie focali a distanza di organi importanti che hanno il loro Fucus di partenza “in cavità dell’organismo comunicanti con l’esterno”, in questo caso le Tasche Parodontali! Ora è comprensibile perché, una volta rimosso questo tessuto, a di stanza di qualche giorno, debba riprendere le misure delle tasche parodontali: il secondo sondaggio farà leggere delle misure reali o almeno che si avvicinano alla realtà, avendo rimosso quel tessuto che ne falsava la misurazione! In quella sede che chiameremo Seconda Visita Parodontale, dopo questa preparazione iniziale, prenderò visione degli altri dati diagnostici raccolti in questa parte chiamata di Preparazione Iniziale Parodontale, ossia le Rx indorali, i modelli di studio che avrò rilevato con delle impronte e montato su un aricolatore che riproduce i movimenti della sua bocca! Così potrò studiare le gengive, i rapporti dei denti tra di loro, anche per decidere un eventuale molaggio selettivo per togliere i precontatti." In questa sede si procederà anche alla pianificazione della eliminazione di tutto ciò che di irrazionale è in bocca ( restauri conservativi e protesici irrazionali, necessità di immobilizzazione temporanea o definitiva di denti con mobilità superiore al 1°, pianificazione della risoluzione di eventuali disgnazie (per le quali si segnerà una ulteriore serie di Visite anche per lo studio Cefalometrico), pianificazione di tutta la conservativa, endodonzia, chirurgia orale, Gengiviti e solo alla fine si pianificherà la “parte di riabilitazione Chirurgica Parodontale!...Arriveremo così ad una diagnosi esatta, ad emettere una Prognosi, ed infine ad un ulteriore colloquio col paziente che sarà reso edotto su tutti i suoi problemi (sottolineando complicazioni, tempi, possibilità di recidive etc.). la “terapia parodontale”, spesso,per la sua importanza e complessità, coinvolge tutta l’Odontoiatria. Per rispondere in modo completo alla sua domanda, cercherò di spiegarle brevemente in cosa consista la ..TERAPIA PARODONTALE .RIASSUMENDO Essa consiste nel ricostruire ciò che la malattia parodontale ha distrutto: osso e gengiva ed ottenere una rigenerazione di questi tessuti, ossia la neoformazione di nuovo osso, nuovo, nuovo ligamento parodontale, nuova gengiva che si attacchi a nuovo cemento radicolare con un attacco epiteliale corto e non lungo nel primo caso si ha una rigenerazione .quello che gli Statunitensi chiamano New Attachment, nel secondo caso si ha una ricostruzione, sempre biologicamente valida, ma molto più “fragile” e soggetta a recidive. Questa terapia la si fa con membrane, PRP, PRF (Piastrine ottenute dal sangue centrifugato, prelevato dal paziente stesso, in passato prima dell’avvento dell’HIV si usava la colla di fibrina umana omologa = Nel PRP le piastrine sono integre e vengono iniettate nel sito chirurgico, senza l’avvenuta degranulazione, in quanto non attivate col Cloruro di Calcio e solo lì, per la superficie ruvida del sito, che si rompono e rilasciano i Grow factors = fattori di crescita nel PRF è avvenuta la degranulazione, per rottura delle piastrine durante la centrifugazione tale che il risultato ottenuto è il coagulo di fibrina, che viene innestato a mo di membrana) , amelogenine, Acido Ialuronico, solfato di calcio, fosfati di calcio etc, osso autogeno, osso omologo, meno bene eterologo ed artificiale, usati a seconda della situazione, della profondità ed ubicazione dei difetti ossei e delle tasche parodontali le lascio un paio di links a dei miei casi clinici che comunque può trovare in abbondanza in questo stesso portale di Dentisti Italia e nel mio sito personale: ..in questo primo link è descritta la tecnica della rigenerazione parodontale profonda in era pre HIV quindi con colla di fibrina e membrana amniotica..(ora si usa il PRP-PRF e la membrana artificiale riassorbibile .è interessante però leggerlo per capire i principi della terapia rigenerativa è diviso in 4 parti le lascio la prima e poi vada avanti nel leggere le altre ed avrà un quadro completissimo . LA RIGENERAZIONE PARODONTALE GUIDATA CON MEMBRANA AMNIOTICA E COLLA DI FIBRINA (TECNICA PERSONALE) 1°PARTE
RIABILITAZIORE PARODONTALE E PROTESICA COMPLETA Mio Sito Web di Parodontologia www.gustavopetti.it Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologo in Cagliari, Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi
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Pubblicato il 17-11-2009
Sig.ra Barbara, una tasca di 12 mm. è preoccupante per la vita di quel dente, ma non è da noi giudicabile perché si devono valutare altri indici, l'esito della terapia sarà correlato al tipo di difetto osseo, che noi non conosciamo. La problematica attuale forse si potrà risolvere, ma dovrà essere mantenuta, da un vero igienista dentale che le indicherà i sistemi per evitare questo tipo d’inconvenienti.
Pubblicato il 17-11-2009
Signora Barbara, essere oggi con una tasca parodontale di 12mm, è angosciante per lei, ma se vuol stare tranquilla rifletta sul fatto che il suo dentista ha intercettato oggi delle tasche usando ovviamente una sonda, ed è cosa abbastanza normale pensare che lo abbia fatto anche nelle occasioni precedenti. Le dirò che secondo un'indagine svolta dalla società italiana di parodontologia fra dentisti con perfezionamenti universitari in curriculum negli ultimi 5 anni, solo il 45% di questi possedeva una sonda parodontale in studio nel 2000. Questo accredita il suo dentista nel novero di quelli che fanno prevenzione parodontale...applausi. Cordialmente Orazio Ischia
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