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Domanda di Parodontologia

Risposte pubblicate: 8

Possibile che non ci sia modo di salvarlo?

Scritto da Clara / Pubblicato il
Dopo circa una settimana dalla pulizia e la detratarsi del settimo superiore sinistro che presentava una tasca di circa 4 mm, ho avuto un ascesso che ha "allungato il dente" che chiudeva dolorosamente prima e si muoveva visibilmente. Mi sono recata da un dentista diverso dal primo che ha eseguito visita e lastra e mi ha prescritto augmantin 2 volte al giorno. Mi ha però detto che oramai il dente è da levare, l'osso si è ritirato ed è inutile spendere soldi. Però dopo solo 2 antibiotici la situazione è rientrata, il dente è in sede anche se mobile, il dolore è passato. Possibile che non ci sia modo di salvarlo? Pare che l'ascesso sia dovuto a residui di tartaro (spine, ha detto il dentista) rilevabili con la lastra che il dentista che ha fatto la pulizia ha lasciato. Non riesco a farmene una ragione. Devo consultare qualcun altro o mi arrendo?
Cara Signora Clara, buongiorno. Una tasca di 4 mm non vuol dire niente perché le misure del sondaggio parodontale vanno prese su sei punti di ogni dente di tutti i denti. Non solo ma bisogna fare due visite intervallate da una preparazione iniziale con curettage e scaling e Root Planing e serie completa di Rx endorali, modelli di studio e tanto altro. Nella seconda visita di rivalutazione con risondaggio delle tasche che ora indicheranno la reale profondità delle stesse perché è stato escisso il tessuto di granulazione presente, si fa una rivalutazione delle stesse e della conformazione dei difetti ossei corrispondenti!Solo così si arriva ad una Diagnosi e ad una pianificazione terapeutica. Tramite la Visita Clinica e le Rx endorali, oltre a valutare visivamente il parodonto profondo, si valuta la eventuale sofferenza periradicolare o periapicale di tutti i denti. Se c'è una iperemia passiva da danno venoso che non è altro che una pulpite, non è reversibile e bisogna procedere alla terapia endodontica, se fosse una iperemia attiva con danno arterioso, la sofferenza pulpare sarebbe reversibile! Le spiego meglio: il dolore è dovuto semplicemente ad un maggior afflusso di sangue nel dente tramite l'arteria che lo porta, dovuto ad un meccanismo di difesa nei confronti dello stimolo irritativo, questo maggior afflusso causa una pressione dentro il dente che è inespandibile e comprime le terminazioni nervose causando dolore esacerbato dallo stringere i denti o dal "picchiettarvi sopra" o dagli stimoli termici in questo caso (che si chiama iperemia attiva) il processo è reversibile, la polpa si abitua ed in qualche giorno o settimana tutto scompare, se invece il danno causato dalle tossine dei microbi continua si ha una alterazione della vena che fa uscire il sangue dal dente e succede che il sangue arriva con l'arteria e non esce più con la vena danneggiata, si ha pressione che può anche scatenare dolori forti formando la cosiddetta pulpite acuta o essere talmente leggera da non causare dolori in questo caso anche molto lenta, formando una pulpite cronica o meglio cronicizzata e le cellule della polpa del dente, arterie, vene, linfatici e tessuto nervoso, se non curata, muoiono ossia vanno in necrosi e si può formare una zona di osteolisi periapicale (pallina nera alla Rx) intorno all'apice della radice, ossia un granuloma, cisti. Per di più una tasca di 4 mm è "piccola" ed è nella compagine gengivale. Le tasche gravi sono quelle maggiori di 7 mm. Per precisione 6 mm indicano che è stata raggiunta la cresta ossea . Da 7 a 14 (il massimo tranne che sui canini dove può arrivare a 30 mm) sono presenti difetti ossei complessi a più pareti o circumferenziali od orizzontali o verticali. La misura di 14 mm è importante perché corrisponde alla lunghezza media delle radici, tranne che sui canini che hanno radici più lunghe, fino a 30 mm!!! Bisogna fare una Diagnosi Differenziale tra difetto osseo parodontale da Parodontite e lis i dell'osso per osteolisi da necrosi endodontica. Solo dopo aver valutato tutto questo si può dire se il dente deve essere estratto o no! In genere no! Ma bisogna avere grande "finezza terapeutica". Le lascio un Poster di Denti con le più svariate e gravi patologie anche parodontali e salvati con le varie terapie che abbiamo a disposizione! I Denti si curano e non si estraggono! Ovviamente quando è possibile! Tra l'altro se fosse un ascesso da necrosi endodontica, la rigenerazione ossea sarebbe spontanea e molto attiva, tanto da recuperare l'osso perduto per la distruzione ascessuale. Se invece fosse di natura Parodontale, basterebbe curare il Parodonto con la chirurgia ossea ricostruttiva o rigenerativa se fosse compromesso anche il parodonto delle forcazioni! Le Forcazioni si possono curare, contrariamente a quanto pensa la maggior parte dei Dentisti che non fanno Parodontologia Seria! Lo dico perché troppe volte ho letto che non c'è niente da fare se è compromessa la forcazione, bi o tri che sia! Legga nel mio profilo "Chirurgia Ossea Parodontale con Membrane per la stimolazione del Parodonto profondo" e tanti altri lavori pubblicati! Dico tutto questo perché mi sembra che una Diagnosi corretta non sia stata fatta e che non sia stata informata di niente! Il Consenso che deve firmare per la terapia serve se c'è lì'informazione se non non serve a niente ed è anche "scorretto" oltre che "illegale". Consulti un bravo Parodontologo, glielo dico da Parodontologo :) Cari Saluti
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Scritto da Dott. Gustavo Petti
Cagliari (CA)

Radiografie del dente? Esiti di sondaggio parodontale specifici? Coinvolgimento della forcazione? Mi scusi ma come possiamo dirle se un dente è salvabile oppure no, solo sulla base di sintomi riferiti e parole trascritte male di colleghi. Se è presente una condizione di ascesso parodontale (infezione acuta di tessuti parodontali, in un contesto quindi di parodontite) la terapia sintomatica è sicuramente farmacologica (antibiotico) e causale (rimozione accurata del tartaro sopra e sub - gengivale con curette)....quindi i residui di tartaro devono essere rimossi. Dopo aver effettuato queste procedure, si rivaluterà la situazione, e si deciderà insieme al paziente come procedere.
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Scritto da Dott. Giulio Sbarbaro
Zocca (MO)

Gentile Clara, è possibile che 2 dentisti non le abbiano potuto spiegare la sua situazione clinica e le opportune terapie? Sembra piuttosto strana la vicenda. E' comunque molto semplice decidere sul da farsi: serve solo una accurata visita con sondaggio gengivale e radiografia endorale con centratore. E' presumibile che se c'è una mobilità di terzo grado (come sembra essere nel suo caso) l'unica cosa da fare è purtroppo l'estrazione del dente. Cordialmente

Scritto da Dott. Tersandro Savino
Tivoli (RM)

Sig. Clara, i trattamenti parodontali, che curano la patologia di cui è affetto il suo dente sono riservate solo a pochi eletti ben motivati e da sempre dediti all'igiene orale; probabilmente il suo odontoiatra, che non desidera insuccessi, ritiene che lei non sia adatta a questo tipo di cure.

Scritto da Dott. Diego Ruffoni
Mozzo (BG)
Carnate (MB)

Gentile Sig. ra, possibile che una tasca di 4 mm dia tutti quei problemi? Il secondo dentista ha fatto un sondaggio serio o no? I dubbi sono molti. Cordiali saluti

Scritto da Dott. Massimo Tabasso
Savigliano (CN)

Se il dente dopo gli antibiotici si muove come una campanella, c'è ben poco da fare.. Prima si poteva fare igiene, curettage e laser

Scritto da Dott. Paolo Passaretti
Civitanova Marche (MC)

Dovrebbe affidarsi alle terapie di un parodontologo, beninteso che on line non è possibile fare diagnosi e ovviamente neanche indicare terapie, da quello che riferisce a mio avviso bisogna valutare la bocca nel suo complesso. Anche se il dente incriminato fosse da estrarre, bisogna capirne le cause che lo hanno portato a tale situazione e pertanto attuare le dovute terapie in merito. Saluti

Scritto da Dott. Sandro Compagni
Latina (LT)