Si presenta in studio un paziente che alcuni giorni prima ha perso un incisivo inferiore. Lo porta in studio avendolo accuratamente conservato per mostrarmelo prima di eliminarlo. Il paziente però deve lo stesso giorno presenziare ad una importante cerimonia e non vuole essere in disordine. In attesa di una soluzione protesica più affidabile e duratura, eseguo, avendo informato il paziente della relativa precarietà dell’intervento, il ripristino del dente naturale. Elimino la radice del dente naturale e, dopo averlo irruvidito sui lati (vedi foto) lo cemento con composito ai denti vicini. Con l’occasione “slinto”, cioè lego tutti i denti frontali dell’arcata inferiore in modo da solidalizzarli tra loro e renderli più resistenti alle forze masticatorie e al tempo stesso dare più stabilità alla corona del dente estratto. In seguito è mia intenzione sostituire l’elemento provvisorio naturale del paziente con un impianto. Attendo ormai da oltre 5 anni che il paziente si decida ma, pur dovendo rinforzare periodicamente la pasta in composito, il paziente ha uno stato di confort tale da ritenere rifiutare altre cure e continuare a tenere il suo dente naturale.
Ripristino immediato di dente estratto
In attesa di un ripristino duraturo, un rimedio provvisorio diviene definitivo
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