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La genuinità del rapporto medico - paziente

Medico - paziente: un rapporto in grado di offrire molte soddisfazioni ad entrambi, ma come sta evolvendosi nella società attuale?

by Dott. Luca Boschini 09-03-2012 5000 visualizzazioni
E' un dato di fatto che ora viviamo in una società multimediale, dove la connettività ha raggiunto livelli per i quali, al mattino, controlliamo le previsioni meteo sul nostro smart-phone anziché sfruttare canali tradizionali quali radio e TV. Da come mettiamo i piedi fuori da casa assorbiamo un gran quantitativo di informazioni senza nemmeno rendercene contro, bombardati, con ogni mezzo, da comunicazioni e pubblicità.

La sanità, ed in particolar modo l'odontoiatria, non sono estranee a questo nuovo modo di fare divulgazione, che finisce per alterare enormemente quelli che erano i rapporti interpersonali tra medico e paziente.

Un tempo, la figura del medico e del dentista era di tipo "partenalistico". Il paziente si affidava ciecamente alle cure che il dentista di fiducia gli prescriveva, assumendosi spesso tutte le colpe e tutti gli oneri nel caso di eventuali fallimenti. Al giorno d'oggi il rapporto tende ad essere più paritetico ed il paziente è diventato un interlocutore attivo per la scelta dei piani di trattamento. C'è molta meno tolleranza rispetto ad un tempo e difficilmente si perdona una valutazione sbagliata al proprio curante.

Ciò che però la mediaticità ha purtroppo seminato è la diffidenza. Ormai moltissime persone consultanto la rete per dare credito a ciò che hanno appreso dopo la seduta dal dentista, ma, purtroppo, le informazioni raccolte tramite questi canali non possono avere un valore superiore a quello del proprio medico, che magari li conosce da tempo. Alcune di queste informazioni finisco per creare la pretesa, da parte di alcuni pazienti, di avere una conoscenza più vasta rispetto al medico che li ha in cura, arrivando pertanto a non dare credito alle diagnosi o alle terapie di quest'ultimo. Tutto ciò viene fatto in buona fede, ovviamente, al fine di tutelare la propria salute.

E' importante capire, però, che il valore del proprio dentista non si misura con le dimensioni dello studio, con lo sfarzo degli arredi o con la presenza in rete, bensì con la cordialità, la comunicazione, la trasparenza, l'empatia e la disponibilità al confronto. Se si riscoprono questi aspetti, allora il rapporto tra medico e paziente può essere nuovamente valorizzato, con enome beneficio per entrambi.

Alla base di un buon risultato terapeutico sta sempre un rapporto medico/paziente solidale. E' proprio per questo che ancor più mi spaventano quelle realtà che sono volte a svilirlo, se non annullarlo. Al giorno d'oggi l'imprenditoria del settore ha portato alla comparsa di molti centri polivalenti, spesso in francisig, talvolta low-cost, che non possono che lasciare perplessi. Spesso, per come sono organizzati, il rapporto medico/paziente non esiste, perché le terapie vengono offerte da operatori diversi tra una seduta e l'altra. Quello che si instaura è più un rapporto paziente/marchio, che non può che svilire la professione. Sicuramente molte di queste strutture operano bene ed in nome della salute del paziente, ma il consiglio importante per chi si rivolge a queste realtà non può essere che quello di tentare di stabilire un rapporto di fiducia con un operatore, che diventi la figura di riferimento all'interno del centro, anche se alcune prestazioni dovvessero essere effuate da altri.

A conclusione di questa breve riflessione spero che sia chiaro che non è sbagliato fruire delle risorse mediatiche, ma può essere sbagliato l'uso che si fa delle informazioni ricevute. Queste non possono superare in valore il rapporto interpersonale tra medico e paziente, che è senza dubbio il cardine della riuscita di tutte le terapie.

Scritto da Dott. Luca Boschini
Rimini (RN)

TAG: rapporto medico paziente