Carie nel primo molare sinistro superiore.
Scritto da Andrea / Pubblicato il
Gentilissimi dottori, vorrei un parere riguardo alla mia situazione. In seguito a controllo e successiva rx panoramica il dentista ha trovato una carie nel primo molare sinistro superiore, dente curato due anni prima e otturato con composito bianco. Ricordo che già allora mi aveva fatto penare dopo la cura per almeno 3 settimane, poi fastidi e dolori erano passati. Il dente prima dell'attuale cura non mi faceva male ne mi dava fastidio. La nuova otturazione risale a 4 giorni fa ed è stata abbastanza profonda avendo dovuto rimuovere la precedente otturazione bianca e levare la carie al di sopra, che è arrivata alla dentina. Da rx e da visiva non c'era sofferenza del dente e non è arrivata alla polpa. Come da lui preannunciato, nei giorni successivi accuso, come prima cosa un fastidio derivante da pressione alla masticazione, segue fastidio intenso da contatto con liquidi freddi che sparisce gradatamente dopo diversi minuti e, ahimè, non so se per suggestione o meno, (ho letto in proposito) stanotte un leggero fastidio non bene localizzato e continuo, non pulsante. Ripeto, forse è ancora presto, ma i sintomi non mi fanno ben sperare. Ho sentito il mio dentista e dice che è stata un'otturazione profonda, vicina alla camera pulpare per cui questi dolori ci stanno e di aspettare qualche settimana per vedere se si crea la dentina di riparazione o nel caso contrario il dolore aumenti progressivamente e allora sarebbe da devitalizzare. Gradirei sapere se concordate con la sua posizione e nel caso, se vale la pena prendere antidolorifici in queste prime settimane. Cordialmente ringrazio.
Pubblicato il 13-10-2009
Gentile Andrea, premesso che una otturazione in composito sui molari non è indicata, il Suo racconto fa pensare ad una pulpite non gravissima, che ha possibilità di regresso. Certamente non c'è da aspettarsi nel giro di una settimana o due la costruzione di dentina di riparazione!, E' questo un processo che richiede molto più tempo. Assumere antinfiammatori dal momento dell'otturazione, per circa una settimana, la sera anche in assenza di sintomi può essere d'aiuto, non credo di poterle dire altro perchè sarebbe necessario vedere la cavità, l'RX, fare prove di vitalità e tutto quel corteo di manovre opportune in casi del genere, in poche parole una visita. Abbia pazienza e si affidi al Suo Odontoiatra. Cordialità gustavo de felice sapri (SA)
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Pubblicato il 13-10-2009
Quando raramente mi accadono queste condizioni, riapro il dente lo medico con eugenolo che cambio ogni 10 gg. per due volte, quindi se le condizioni lo permettono utilizzo un sottofondo su quale poi eseguo l'otturazione, chiedo sempre al pzziente se al posto del composito posso effettuare un'amalgama. che ritengo piu brutta esteticamentema ma molto piu sicura del composito su carie molto profonde nei settori posteriori
Pubblicato il 13-10-2009
Gentile Andrea, il problema del tuo molare dovrebbe essere legato all’estensione del processo carioso che ha coinvolto il dente e non dovuto al materiale da otturazione (oggi il composito, per ovvi motivi estetici è il materiale da restauro d’elezione, e, se utilizzato correttamente, è assolutamente affidabile); considerando che l’intervento è stato necessario per una recidiva cariosa al di sotto di un restauro preesistente, immagino che la carie fosse ormai in prossimità della polpa (il tessuto vitale del dente): se il dente in origine è asintomatico è sempre logico e razionale tentare di mantenerlo vitale, talvolta però bisogna “pagare” lo scotto di una aumentata sensibilità nel periodo che segue il restauro, a causa del trauma provocato dalle frese e dalle manovre per la rimozione del tessuto cariato (si tratta comunque di strumenti aggressivi!). Non bisogna inoltre dimenticare che il dente (o meglio la polpa) può essere già in una condizione critica, seppur in assenza di sintomi, per effetto dell’aggressione batterica provocata dall’estensione della carie. La conseguenza è che il dente, prima asintomatico, diventa inevitabilmente sensibile o dolente, sebbene il lavoro sia stato fatto “a regola d’arte” (concedimi l’esempio che il trapano può essere stato “la goccia che ha fatto traboccare il vaso” ). Il tuo dentista dovrebbe averti avvertito di questa eventualità. Ovviamente, per reazioni biologiche e fisiologiche (tra cui anche l’apposizione di dentina terziaria di reazione, come hai sottolineato tu – che però richiede parecchio tempo) il dente può migliorare e recuperare fino alla completa risoluzione. A nessuno è dato sapere quanto però il dente fosse “ammalato” in origine per colpa del processo carioso (seppure asintomatico, lo ribadisco) e quindi se (o in quanto tempo) possa guarire. La soluzione alla sintomatologia è il trattamento endodontico del dente (la “devitalizzazione”), la cui necessità dipende da quanto il dente “si fa sentire” e da quanto tu non reputi tollerabile una aumentata sensibilità che potrebbe anche risolversi nel tempo (il giorno stesso o quello successivo, ma non di più, può essere accettabile anche una lieve dolorabilità, controllabile mediante analgesici/antinfiammatori). Se però continua il male, non vedo soluzioni, va devitalizzato. Abbi fiducia dei consigli del tuo dentista.
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Pubblicato il 13-10-2009
Egregio Sig. Andrea, il problema che lei descrive fa pensare che effettivamente il processo carioso sia arrivato ad interessare il fascio vascolo-nervoso ovvero quella che viene definita come "polpa".Gli stimoli come il freddo, la percussione sollecitano la componente nervosa, facendole percepire dolore. Gli analgesici sempre da prendere a stomaco pieno e su consulto medico, possono aiutarla ma non possono risolvere il problema se realmente la carie è arrivata così in profondità. Non possiamo dimenticare che il processo carioso è determinato da batteri e che pertanto di tratta di un'infezione e come tale va rimossa. Il consiglio però che le ha dato il collega di aspettare qualche settimana per vedere se il sistema pulpodentianale si riassesta alla nuova condizione, non è sbagliato. Concordo con lui poichè i nuovi materiali compositi aumentano il rischio che si percepiscano gli stimoli con maggiore intensità. Se i sintomi non sono tali da non riuscire a riposare la notte, mi sento di consigliarle di attendere per vedere se la condizione regredisce, ma se non cambiasse niente, ciò rappresenterebbe l'indicazione a procedere con la terapia canalare. Distinti saluti Dott.ssa Alessia Agabbio Sassari Monserrato Oristano
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Pubblicato il 13-10-2009
Caro Signor Andrea... tutto dipende dal fatto che non è stata fatta una accurata DIAGNOSI (ossia il perchè delle cose, perchè ha quei sintomi...che patologia c'è alla base...) ...il dolore che infatti riferisce di sentire è tipico di una pulpite cronica...apparentemente e col beneficio del dubbio non avendo il supporto clinico ed anamnestico...o di una patologia pulpare che sta andando in necrosi (sintomatologia radicolare della polpa)...ma sarebbe bastato fare delle prove termiche per fare diagnosi ed una RX endorale e la percussione assiale e trasversale...le descrivo le prove termiche:...le prove termiche si fanno con il caldo e con il freddo...esistono liquidi che spruzzati su un batuffolino di cotone con cui toccare il dente abbassano la temperatura improvvisamente da 37° a -4° e le garantisco che se c'è patologia pulpare...la si scopre...il dente risponde con un dolore immediato: 1- se dura qualche secondo...il processo è reversibile e si aspetta, 2- se dura molti minuti, il dente è in Pulpite e bisogna devitalizzarlo subito. 3- Se non risponde al dolore vuol dire che il dente è in necrosi, è morto per infezione e bisogna devitalizzarlo in un modo particolare subito sotto protezione antibiotica! 4- Se non risponde al freddo ma risponde allo stimolo con "guttaperca" molto calda, allora significa che il dente è in necrosi, ma non completa..qualche zona di polpa vicino all'apice è ancora vitale (si chiama sintomatologia radicolare della polpa) e il dente va devitalizzato...ovviamente si deve fare una Rx endorale in diverse proiezioni se necessaria...ed una visita clinica accurata con percussione assiale e trasversale...una analisi occlusale-gnatologica del dente e stia sicuro che si arriva ad emettere una diagnosi certa ed a formulare una terapia idonea... Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologo in Cagliari, Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi
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Pubblicato il 13-10-2009
Stando al suo racconto, la procedura decisionale appare abbastanza corretta. Un dentista conosce normalmente bene le prove termiche, ma non di rado lasciano dei dubbi diagnostici. La diagnosi "certa" in merito alla vitalità o meno dei denti è purtroppo ancora assai lontana. Nel dubbio appare corretto procedere al restauro, e alla terapia canalare SOLO SE si manifestassero problemi. ---------------------------------------------------------------------------- Composito: è ASSOLUTAMENTE CORRETTA l'indicazione nel restauro dei molari, non sta dunque li il problema.
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Pubblicato il 13-10-2009
Sig. Andrea, ritengo corretto il comportamento del suo odontoiatra, in caso di peggioramento della sintomatologia non esiti a contattarlo.
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