Il dentista mi ha consigliato di devitalizzare il dente per evitare infezioni successive
Scritto da Gianni / Pubblicato il
Salve circa 12 anni fa ho curato un incisivo laterale destro. Nei primi periodi mi ha dato sempre un po di fastidio al tocco e se veniva battuto dopo un po di tempo quasi niente. E' ormai qualche anno che non ho disturbi rilevanti. Oggi sono andato dal dentista a farmi rifare l'otturazione dato che con gli anni era diventata brutta e gli ho spiegato che se lo pigio in dentro con le dita mi da un po di fastidio (molto molto leggero) cosi a deciso di farmi una lastrina e mi ha fatto la prova di sensibilità al freddo. L'esito è stato che nella lastra non si evidenziano infezioni o se c'è è piccolissima , comunque non lo ho visto convinto. Mentre per quanto riguarda la prova di sensibilità non ho sentito niente quindi mi ha consigliato di devitalizzarlo per evitare infezioni successive. Domanda N1 E' possibile che se il nervo era morto da tempo il mio dente non è diventato scuro e quindi alcune parti del dente ancora sono vitali? Domanda N2 Conviene devitalizzarlo a questo punto dopo 10 anni dalla probabile necrosi del nervo? Domanda N3 Se si decide di devitalizzarlo poi diventerà nero?
Pubblicato il 03-02-2010
Caro signor Gianni rispondo di seguito:1=si...2= il probabile non esiste...in medicina esiste la diagnosi ossia il certo...3= no! ... la cosa più importante che ho letto in tutto questo suo racconto è che ha visto perplesso il Dentista...che le è stato detto che c'è una piccola osteolisi periapicale o sofferenza, almeno , periapicale...e ha fatto una prova di sensibilità al freddo che non ha dato risposta... però non è stata fatta una prova con guttaperca al caldo...probabilmente avrebbe avuto una risposta indicando una sintomatologia radicolare della polpa...ossia un dente che è quasi andato in necrosi...ma non del tutto...CONCLUSIONE...anche se da "una sensazione dettata dall'esperienza e non certo da una analisi clinica, non potendola visitare" = il dente è da devitalizzare ...tutto parla da solo (compresa la sensazione fastidiosa alla pressione del dente stesso)!E da controllare bene gnatologicamente e parodontalmente per escludere infezioni endoparodontali...Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari
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Pubblicato il 03-02-2010
Tutto depone per la devitalizzazione, non entro in merito alle risposte del suo dentista..per altro già commentate dal sapiente dott. Petti. per le tre domande, la prima è si: può non essere diventato nero. A volte la lenta necrosi non determina stravaso ematico. La due: è un dente da devitalizzare. La tre: non può diventare nero se ben devitalizzato... mentre col tempo tenderà a virare al grigio/marrone per inbibizione di sostanze dalla bocca. Cordialmente, Gianluigi Renda
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Pubblicato il 03-02-2010
La necrosi del dente può benissimo non comportare lo scurimento della corona perchè successiva a fenomeni di riparazione e reattivi con calcificazione pulpare e conseguente riduzione del microcircolo. Per il resto ha già la risposta data dai miei competenti colleghi. Saluti
Pubblicato il 03-02-2010
Sig. Gianni, ritengo competenti i consigli del suo dentista, a questo punto, però cambierei il termine devitalizzazione in trattamento canalare.
Pubblicato il 04-02-2010
Si: è possibile che il nervo sia in parte vivo e in parte danneggiato.Questo dipende dal fatto che probabilmente la ricostruzione era profonda o si è infiltrata di carie col tempo. Cmq se la risposta al test di vitalità è stata negativa il danno al fascio vascolo-nervoso c'è e bisogna devitalizzare il dente altrimenti sicuramente prima o poi diventerà scuro e, inoltre, si rischia l'infezione, quindi l'ascesso. Dopo alcuni anni dalla devitalizzazione i denti possono assumere delle tonalità più scure (in genere sul grigio-nero)ma ciò è tranquillamente risolvibile (ammesso e non concesso che si verifichi)con una moderna tecnica di sbiancamento
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Pubblicato il 04-02-2010
Carissimo signore l'infiammazione irreversibile della polpa che si ha nella pulpite che persiste per un certo periodo di tempo determinerà la necrosi completa del tessuto pulpare, configurando il quadro che il profano conosce come dente morto. La velocità di progressione della necrosi varia in rapporto alla possibilità che esista o meno un drenaggio dei fluidi infiammatori. Una pulpite in un dente la cui camera pulpare è chiusa, porterà più rapidamente alla necrosi totale di tutta la polpa, con scomparsa della sintomatologia pulpitica e comparsa di quella parodontale. La pulpite di un dente con grossa cavità cariosa con conseguente apertura della camera pulpare porterà ad un distruzione più lenta, con degenerazione della polpa coronale e presenza di tessuto pulpare ancora vivo a livello radicolare e persistenza della sintomatologia pulpitica. Infatti solo allorché la polpa sarà diventata ampiamente necrotica, le sostanze irritanti prodottesi nell’endodonto potranno iniziare la loro azione distruttiva sui tessuti periapicali. Dal punto di vista sintomatologico, il dente potrebbe anche essere asintomatico e di un colore più scuro. La discolorazione è talora l’unico motivo per cui il paziente si reca dal dentista e in questi casi nell'anamnesi ci può essere la storia subdola di una pulpite ricorrente e remittente o di un trauma sul dente. Il dolore associato ad una necrosi pulpare deriva dalla stimolazione dei recettori del dolore dei tessuti periapicali che rispondono alle pressioni evocate dal gonfiore o dalla percussione o dalla palpazione del dente. Dal punto di vista radiologico l’aspetto periradicolare può sembrare normale o con un leggero slargamento dello spazio del legamento parodontale. Il dente con polpa necrotica può non rispondere al test del caldo e non risponde al test del freddo o al test elettrico. Il trattamento consiste nella terapia endodontica che, in mancanza di sintomatologia, può essere programmata validamente. cordialmente
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