Possibile che non ci sia un sistema meno traumatico per rimuovere i perni?
Scritto da fabrizio / Pubblicato il
Carissimi, riporto brevemente la mia esperienza. Ho due capsule con perno moncone in lega realizzate 2 e 3 anni fa ed un dente devitalizzato nello stesso periodo. Sotto tutti e tre si sono formati dei granulomi, una dente presenta anche una fistola, emersa a meno di un anno dalla cura canalare. Il mio dentista (vi anticipo regolarmente iscritto all'albo) ha rimosso una capsula con il martelletto. Ha quindi creato uno scalino nel perno moncone che purtroppo era rimasto in sede e sempre con il martelletto ha picchiato per rimuoverlo. Il perno è venuto via dopo diversi tentativi che però hanno causato anche la frattura della parete del dente, ovviamente nella direzione nella quale venivano portati i colpi. Vengo alla domanda. Possibile che non ci sia un sistema meno traumatico per rimuovere i perni? Ho letto sul vs sito di ultrasuoni, avrebbero evitato la frattura? Il martelletto è uno strumento utilizzato, ho dovrebbe essere escluso a priori? A breve l'estrazione e la realizzazione di un impianto, sto cercando un altro dentista...
Pubblicato il 04-07-2013
Caro Signor Fabrizio, certamente, bisogna fresare la parte di unione tra perno moncone e dente per aprire una via virtuale ad altri strumenti appositi. Tenga presente che in ogni caso la frattura verificatasi non costituisce un problema se non avesse aperto in due, a libro, longitudinalmente la radice o causato la frattura del terzo apicale della stessa (le uniche due fratture radicolari non curabili. Tutte le altre si possono curare con la chirurgia parodontale estetica e preprotesica con allungamento della corona clinica, ossia di quella parte di dente o di radice che emerge dalla gengiva, per portare fuori dalla gengiva o dall'osso la frattura e renderla trattabile conservativamente o protesicamente. La corona protesica fissa sopra il perno moncone spesso la si deve tagliare! Stia tranquillo, come vede si può intervenire! Se tutto questo fosse impossibile , evento rarissimo, allora esiste la chirurgia endodontica retrograda con cui si cura per via chirurgica ossea, l'apice passando dall'osso! Concettualmente i microbi presenti nella radice inviano fuori nell'osso le loro tossine a cui l'organismo risponde con la formazione cistica o granulomatosa per arginare l'infezione stessa e difendersi, e i corpi dei leucociti macrofagi che arrivano in massa, formano il pus e quindi l'ascesso che si fa strada tra le fasce muscolari dove trovano meno resistenza, ecco che un ascesso può "emergere" anche abbastanza lontano dal dente di origine, tolti i microbi con la nuova terapia endodontica per via ortograda (normale ) o retrograda (chirurgica) le tossine non vengono più emesse e la zona di osteolisi (lisi dell'osso) scompare con rigenerazione dell'osso stesso. Le lascio un poster con varie fratture complesse di radici e corone dentali curate nel modo spiegato, anche quelle giudicate da altri incurabili. Sono in bocca sane e salve da circa 20-35 anni!Stia tranquilla, tutto è affrontabile e curabile!Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari.
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Pubblicato il 04-07-2013
Gli ultrasuoni possono aiutare ma spesso non sono sufficienti. Il rischio di frattura ( soprattutto in quanto il dente è devitalizzato) è sempre possibile.
Pubblicato il 04-07-2013
Gentile Sig. Fabrizio, gli ultrasuoni servono a sgretolare il cemento, ma poi bisogna comunque tirare. La rimozione di un perno moncone può causare spiacevoli problemi. Non bisogna avere mai fretta ma agire con calma. Cordiali saluti
Pubblicato il 04-07-2013
Gli ultrasuoni possono facilitare il distacco del perno ma quasi sempre necessita l'uso dell'estrattore (martelletto)...il rischio di frattura c'è soprattutto se il dente ha un aspetto malacico ma tutto questo va detto al paziente prima di incominciare.
Pubblicato il 04-07-2013
Gentile Fabrizio, il dott. Petti con grande sapienza le ha illustrato perfettamente e chiaramente ogni possibilità. La rimozione meno traumatica dei perni viene effettuata con punte adeguate, molta pazienza e capacità dell'operatore. Rimango a disposizione per un controllo.Cordiali saluti.
Pubblicato il 04-07-2013
Sig. Fabrizio, lei descrive un dente malato terminale, condannato a morte probabilmente dall'estrattore protesico. Lei sarà stato preventivamente informato di tutto, per non deve rimpiangere nulla, le resta solo avulsione e riabilitazione implantologica.
Pubblicato il 05-07-2013
E' anche possibile, vista la presenza del granuloma, che la frattura si fosse esplicata prima del tentativo di rimozione del perno, esonerando quindi il medico di qualsiasi responsabilità oggettiva. Comunque vada adesso serenamente cerchi un dentista che la soddisfi sotto ogni punto di vista e metta in atto quelle manovre tese al ripristino di una funzionalità ottimale.
Pubblicato il 05-07-2013
Salve Sig. Fabrizio, non ha indicato quali sono i denti affetti da granulomi, esiste anche una asportazione chirurgica del granuloma per via retrograda si chiama "apicectomia" che, qualora fosse stata percorribile, le avrebbe evitato la rimozione delle corone, del perno, la frattura del moncone e quindi l'avulsione dell'elemento e l'inserimento dell'impianto, in breve un migliaio di euro di risparmio ma sopratutto avrebbe mantenuto il suo dente! DISTINTI SALUTI.
Pubblicato il 05-07-2013
Gentilissimo Fabrizio, è molto difficile poter dare un giudizio. In ogni caso se vuole mi può contattare , sarò lieto di riceverla in uno dei miei ambulatori di Roma e provincia. Cordiali saluti. Dott. Gentile Alessandro
Pubblicato il 06-07-2013
Gent.mo Sig. Fabrizio, credo che sia meglio cercare di spiegare quello che lei domanda distinguendo perlomeno due problematiche. La prima è quella delle cosidette "devitalizzazioni" ; è strano che su tutti e tre i denti trattati vi siano dei granulomi. Questo è un indice probabilmente di cattiva esecuzione delle terapie canalari (con le conseguenze che lei sta vedendo). Se le terapie, viceversa, fossero state eseguite con perizia allora devo confessarle di non avere avuto nella mia carriera un paziente così sfortunato. Una corretta devitalizzazione costituisce le fondamenta essenziali su cui poi verrà eseguito il restauro protesico (corone e/o ponti). Se poi i denti sono stati protesizzati con perni moncone (tecnica oggi obsoleta, i migliori restauri sono quelli realizzati con composito e perni in fibra di quarzo) che devono essere rimossi per il ritrattamento canalare, questo comporta certamente un rischio non trascurabile di frattura radicolare, qualunque sia la tecnica usata per rimuovere il perno metallico. Il martelletto leva-corone è uno strumento che ogni dentista degno di tale nome sa usare con la dovuta perizia; tuttavia, è impossibile escludere a priori il rischio di fratture radicolari non riparabili anche nelle mani più esperte. Lei è giustamente risentito per l'operazione traumatica di rimozione del perno, sfortunatamente risoltasi con la frattura della rsdice; tuttavia avrebbe dovuto risentirsi molto di più per il vero motivo della sua sofferenza, ossia il fallimento delle terapie canalari. Cordiali saluti
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