Il dentista e l'osteopata ritengono non ci siano ulteriori margini di sviluppo in positivo della situazione
Scritto da Giulia / Pubblicato il
Salve, avrei bisogno per favore di un vs parere. Ad inizio anno 2011 (età 25 anni) ho cominciato ad avvertire dolori al lato sinistro della faccia nella parte terminale della mandibola. Mi sono rivolta al dentista di fiducia che a seguito di visita, RX arcata dentale, Teleradiografia in LL seguite da Analisi Cefalometrica Computerizzata mi ha diagnosticato una problematica dell’ATM legata ad un difformità strutturale del condilo sinistro e ad una scorretta postura della lingua la quale premeva nella parte anteriore interna dell’arcata dentale superiore gravando l’articolazione di ulteriori sollecitazioni negative. Dal tracciato cefalometrico sono emersi valori geometrici che hanno sconsigliato l’utilizzo del byte il quale avrebbe solo peggiorato la situazione dentale. Mi hanno consigliato di utilizzare l’E.L.N. di Bonnett per correggere la posizione della lingua e ho pertanto iniziato a portare tale apparecchio da maggio 2011; ad oggi sto iniziando a ridurne l’utilizzo (1 notte sì e 1 no) e noto che la lingua ha assunto una corretta posizione spingendo sul palato. Nel corso dell’anno 2011 su indicazione del dentista ho anche effettuato un ciclo di cure da un osteopata per cercare di alleviare i dolori al condilo. Da maggio 2011 ad oggi il dolore nella zona del condilo è stato caratterizzato da varie fasi di alti e bassi, si è notevolmente ridotto per alcuni mesi per poi iniziare di nuovo; adesso, nonostante la riduzione delle sollecitazioni negative dovute alla scorretta posizione iniziale della lingua, ho sempre molto dolore, è diventato quasi cronico e quotidiano, percepisco rumori (simili a sfregamento di ossa intorno al condilo), click, ho alcune volte difficoltà ad aprire completamente la bocca e raramente problemi a masticare. Vorrei cortesemente un vs parere a riguardo della possibilità di ottenere un'attenuazione del dolore e di evitare che il tutto diventi un artrosi. Il dentista e l'osteopata ritengono non ci siano ulteriori margini di sviluppo in positivo della situazione. Sarei anche intenzionata a rivolgermi ad un altro specialista (gnatologo) in modo da ottenere ulteriori opinioni a riguardo. Grazie.
Pubblicato il 04-09-2012
Cara Signora Giulia, il Bite non lo si progetta in base ad una teleradiografia e a relativa analisi degli angoli e semirette che uniscono precisi punti di repere. Questo serve per progettare dopo aver fatto una diagnosi ortodontica, un apparecchio correttivo ortodontico, non certo un bite!il Bite Plane, che deve essere ben realizzato da persona competente sembra una "sciocchezza" ma non lo è, anzitutto è buona regola posizionarlo sulla arcata superiore che è l'unica arcata FISSA perchè solidale con la base cranica, ma a volte va posizionato sulla arcata inferiore, dipende dalla diagnosi e da quello che vogliamo ottenere; poi devono essere studiati i piani inclinati in gradi rispetto al piano occlusale e deve essere valutato lo spessore con cui farlo ossia di quanto deve impedire la chiusura della arcata inferiore è la mandibola che deve in continuazione cercare una chiusura che non può trovare col bite così si riposa tutto il complesso sistema neuro muscolare e le articolazioni temporo mandibolari, il cervello, per così dire e per semplificare,in questo modo dimentica la posizione errata patologica memoriata da esso e si può trovare anche così la nuova posizione della mandibola, quella "buona", "corretta"; il bite infatti può essere terapeutico sintomatico e diagnostico. Una volta trovata la nuova posizione della mandibola si eseguono dei rilievi clinici che permettono di impostare una terapia !!! Il bite lo si costruisce e progetta in base ai rilievi ottenuti con l'Arco Facciale di Trasferimento.O per meglio precisare, io personalmente lo progetto così, altri in altro modo, lo sottolineo per correttezza professionale!!!Questa procedura, per me, è essenziale per arrivare ad una corretta Diagnosi ed emettere una altrettanto corretta Prognosi. Insomma devo poter mantenere viva ed in allerta tutta la mia "Capacità di Clinico Medico e Parodontologo e Gnatologo (Parodontologia e Gnatologia non possono fare a meno l'una dell'altra)" Impronte per costruire i modelli di studio e presa dell’Arco Facciale di Trasferimento i due punti di repere posteriori si ottengono inserendo i terminali dell'arco nei meati acustici esterni; il terzo punto di repere anteriore e individuato dal supporto glabellare, che definisce la posizione verticale anteriore dell'arco stesso. In questo modo si definisce il piano di riferimento asse cerniera-piano orbitale. Una forchetta a ferro di cavallo consente di mettere in rapporto l'arcata superiore con l'arco facciale. In conclusione, trasferiti in tal modo i modelli maestri su un articolatore, possiamo orientare i modelli delle arcate rispetto al cranio e studiare l'inclinazione dei tragitti condilari e dell'angolo di Bennet (Bauer Gutowski, 1984).Bisogna aver misurato il movimento di bennet! tra il piano sagittale ed il movimento del condilo in lateralità della mandibola che è la fotografia reale della sua patologia! Per esempio, maggiore è il movimento di Bennet e minore è l'altezza delle cuspidi e viceversa, quindi l'occlusione e il rapporto delle cuspidi tra antagonisti e tra di loro, incidono sul movimento di bennet e sulla misurazione dell'angolo che forma con le strutture citate ed in ultima analisi con le patologie del lato lavorante e di quello non lavorante della testa dei condili. Questo movimento di bennet può essere immediato o progressivo a seconda delle patologie presenti o non patologie presenti, ovviamente!Il movimento di lateralità è bene studiarlo anche clinicamente con la palpazione perché è determinato dalla contrazione dello pterigoideo esterno del lato opposto a quello verso cui si sposta la mandibola. Un dolore durante questa palpazione indica una contrattura del muscolo e quindi la presenza di una patologia articolare. Palpazione che va fatta non solo in lateralità ma anche in apertura.Solo così si può arrivare ad una corretta DIAGNOSI che porta poi ad una terapia. Perchè se non fosse stato fatto questo, mi domando come possa aver deciso di fare rialzi articolari e modellarli! A questi rialzi e ribadisco quanto già detto perchè è importante che lei capisca, ci si sarebbe dovuti arrivare non solo analizzando i modelli con arco facciale di trasferimento e montati su un articolatore a valore semiindividuale o addirittura individuale (rari), ma anche costruendo con l'arco facciale e questo articolatore, un bite terapeutico-diagnostico che avesse la funzione Il bite in sostanza serve invece per far dimenticare al cervello la posizione attuale e farlo diventare una "tabula rasa" per ricercare la sua originale posizione ed arrivare così alla terapia vera e propria che può essere con semplice ma fine e complesso allo stesso tempo molaggio selettivo, protesi od ortodonzia a seconda della situazione clinica. La placca di riposizionamento fondamentalmente serve per ricercare una posizione terapeutica con corretta dimensione verticale, equilibrio della funzione muscolare dei due lati della faccia e cambiamento della posizione dei condili e dei menischi delle ATM. Ovvio che prima bisogna fare una diagnosi accurata sul fatto che si tratti di una patologia ascendente o discendente, ma questo è ovvio ed ogni Gnatologo lo sa. Ovvio quindi, come già detto che placche di riposizionamento e bite vengano costruite per quel paziente e con studio su articolatore a valore medio, almeno, o meglio individuale. MI occupo di Gnatologia oltre che di Parodopntologia da oltre 35 anni e, mi creda, occorre che si rivolga ad un Dentista Gnatologo molto esperto! Solo se è fattibile può servire un bite per una terapia unicamente sintomatica e/o diagnostica.per dirle qualcosa di certo, ossia fare una DIAGNOSI e PROGRAMMARE UNA TERAPIA bisognerebbe vederla Clinicamente, questo lunghissimo discorso che spero non l’abbia tediata è per spiegarle e farle capire che le patologie dell’apparato stomatognatico (La BOCCA NEL SUO INTERO) sono complesse e richiedono CULTURA, INTELLIGENZA E CAPACITA' CLINICA OLTRE CHE TERAPEUTICA!Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari.
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Pubblicato il 04-09-2012
Temo che il suo caso vada indagato ben più profondamnente rispetto ad una lettera sul web, lettera che comunque comprendo essere il segnale della sua disperazione. Checchè se ne dica penso che sia stato intentato un buon approccio al suo problema, anche se non si è riusciti a risolverlo. Provare con un altro medico può certo essere una buona idea, ma non nel senso di mettere in competizione i due professionisti, ma di farli lavorare insieme per tentare di arrivare ad un risultato, che ricordiamoci sempre, è quello che interessa. Cordiali saluti.
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Pubblicato il 04-09-2012
Cara Giulia, lei soffre di una comune dislocazione meniscale che determina una sindrome algico-disfunzionale cranio mandibolare. L'approccio clinico usuale in tali casi prevede la ricerca, attraverso appositi tests computerizzati, e l'attuazione (attraverso un posizionatore mandibolare, denominato ortotico) di una corretta miocentrica e cioè il contatto dentale in grado di soddisfare il suo sistema propriocettivo alla base di un corretto meccanismo neuro-muscolare. Ciò che è stato fatto finora non è assolutamente sufficiente per la completa e duratura risoluzione del suo problema che, a mio parere, potrà essere eliminato con una corretta terapia. Non potendo essere totalmente esaustivo in tale sede,se lo ritiene, mi contatti pure telefonicamente per ulteriori informazioni. Cordiali saluti Michele Lasagna
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Pubblicato il 04-09-2012
Cara sig.ra Giulia concordo pienamente con il dr Petti, senza entrare nel merito puramente tecnico, non è possibile fare diagnosi di patologia articolare senza una adeguata visita gnatologica e senza una risonanza magnetica per poter valutare la reale posizione del disco articolare (menisco)ed i suoi rapporti con le altre strutture articolari (condilo e fossa); solo dopo aver raccolto ed analizzato tutte le informazioni raccolte si può fare diagnosi e stabilire una terapia ,che sia fisioterapia, trattamento con placche, trattamento ortodontico, protesico o tutti questi va visto dopo e stabilito in base alla diagnosi. Cordialmente Pietro Tedesco
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Pubblicato il 04-09-2012
Cara Giulia, sono gnatologo e da venti anni, curo casi come il tuo, che sono molto diffusi, non esiste altra terapia, se non il bite, che sicuramente nel giro di un anno porta a risoluzione dei sintomi, magari , se necessario, anche con la collaborazione di un " bravo"osteopata o fisiatra, anche se il bite probabilmente dovrai portarlo, per molti anni se non per sempre, purtroppo in questo campo , tutti i colleghi si sentono in grado di eseguire terapie e enunciare teoremi. Nella realtà, chi fa veramente clinica, sa che nell' ottanta per cento dei casi di pazienti con disfunzioni articolari, le problematiche occlusali sono minime , e che alla posizione ideale del bite ci si arriva solo empiricamente dopo tante sedute e tanta clinica ( anamnesi, ispezione, palpazione etc. ) e tanta fatica, e non dimentichiamo che lo stress e l' aspetto emotivo peggiorano sempre la situazione e vanno tenute in debita considerazione, quindi il mio consiglio è trovare un bravo gnatologo, magari che già sai che ha risolto problematiche simili, a tuoi amici o conoscenti.
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Pubblicato il 04-09-2012
Per me è importante sapere se nel periodo in cui indossava ogni notte l'elevatore di Bonnet i sintomi erano attenuati o addirittura scomparsi. Perché se così fosse vuol dire che l'approccio terapeutico era stato corretto ( in seguito ad una diagnosi altrettanto corretta); ma non è stato portato a termine. Il solo elevatore, infatti, non è sufficiente a ricreare un nuovo e corretto programma di gestione motoria linguale (engramma), ma solo ad "abituare" la lingua ad una cinematica ed una postura corretta, che però non si traduce in automatismo, cosa questa che solo la Terapia Miofunzionale è in grado di dare.
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Pubblicato il 04-09-2012
Se non si è in presenza di una conclamata malocclusione forse il problema non è ad origine dentale. La lingua è utilizzata dal corpo come mezzo di compenso(può essere un bite naturale e può attivare catene muscolari per decomprimere altre zone del corpo,a meno che non ci sia un'intrinseca alterazione funzionale neurofisiologica). Ripeto se non ci sono alterazioni nel rapporto tra i denti è l'osteopata che deve andare a cercare anche in distretti lontani (sacro, iliache, visceri ecc) le cause del problema...l'atm è vittima.
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Pubblicato il 04-09-2012
Gentile paziente, ci vuole una figura specialistica che è lo gnatologo, e l'unico che può cercare in qualche modo di risolverle il problema. Cordialmente
Pubblicato il 04-09-2012
Buongiorno, lasci perdere tutto e tutti. Cerchi, a Torino, del Prof. Franco Mongini, il maestro di tutti quelli che si occupano seriamente di casi come il suo. Le saprà dare sicuramente delle indicazioni corretta su quello che c'è da fare. Se poi avesse bisogno di aiuto in loco mi può trovare in studio. Auguri.
Pubblicato il 04-09-2012
Sig. Giulia, lei sta entrando in un campo, dove la scienza non ha ancora stabilito dei protocolli validi, per cui troverà solo delle interpretazioni olistiche, come quelle che le sono state eseguite; non conosco il caso clinico e il parere dei colleghi che l’anno curata per dire se con questi fastidi si potrebbe anche convivere.
Pubblicato il 05-09-2012
Secondo me ha ragione il Dr. Tedesco: solo una risonanza ci dice come sta veramente la ATM. Il resto sono solo congetture..
Pubblicato il 05-09-2012
Gentile Signora Giulia, premesso che le diagnosi 'al buio' non sono una buona pratica, pare di capire dai suoi sintomi che lei è afflitta da una alterazione artrosica del condilo. Sicuramente la fisiologica funzione della lingua va nel giusto senso della terapia quindi ciò che ha fatto fino ad ora è stato utile. Le patologie dell'articolazione temporomandibolare sovente hanno dei sintomi che si ripresentano ciclicamente per poi riscomparire. La lingua però non è l'unico muscolo della bocca quindi sarebbe utile un inquadramento più allargato di tutto il sistema masticatorio ed eventualmente anche del sistema muscolare generale. Poichè Lei abita vicino a Firenze, perchè non si rivolge al centro gnatologico universitario dove sicuramente troverà degli specialisti qualificati? Vedrà che il suo problema è assolutamente gestibile. Con tanti auguri E.Maetzke
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