Mi è stata trovata una tasca parodontale attiva profonda 5mm
Scritto da arianna / Pubblicato il
Gentili Dottori, vi seguo da molto tempo e devo dire che attraverso questo portale ho imparato a prendermi cura dei miei denti e a tenermi anche informata, e vi ringrazio per la disponibilità e per il vostro tempo nel condividere con noi preziose informazioni e molte volte aiutarci nei piccoli dubbi con il vostro parere preziosissimo. Oggi sono qui per la prima volta per chiedere alcune delucidazioni. Cercherò di essere breve. Questo mese ho cambiato dentista, purtroppo il mio storico di quando ero piccola è andato in pensione e avvicinandosi il momento dell'igiene orale mi sono recata in un nuovo studio. Regolare igiene e visita molto accurata. Mi è stata trovata una tasca parodontale attiva profonda 5mm in corrispondenza degli incisi inferiori con fuoriuscita di pus alla pressione gengivale. Effettuata visita accurata con il parodontologo con valutazione di una ortopanoramica, in quanto nuova paziente. In tale sede della tasca mi è stato detto che non ho sufficiente gengiva aderente e quindi questo, se ho capito bene, potrebbe essere una causa concomitante della formazione di questa tasca e che ne impedisce la guarigione. La soluzione al mio problema è un intervento con prelievo di un lembo dal palato e innesto nella zona inferiore citata. Ecco devo dire che un po' la cosa mi spaventa. Mi hanno detto che l'intervento dura circa 30minuti, che l'innesto viene fissato con un paio di punti, mentre il palato viene richiuso con sutura continua. Fastidio minimo nella zona di innesto mentre abbastanza doloroso il post operatorio nella zona palatale. Guarigione completa in 20gg. Ho cercato un po' di vedere sul web il tipo di intervento e non riesco a capire se l'innesto è solo di tessuto connettivo oppure di tutto il pezzo preso dal palato, perchè ho visto che diversa è anche il decorso post operatorio, dolore ecc. E' un intervento che poi impone terapia antibiotica? Si può alimentarsi abbastanza normalmente nei giorni post intervento? Mi preoccupa molto il rischio di infezione nel post operatorio dato che la bocca inevitabilmente è una zona molto a rischio e non nascondo che la paura del dolore nel post intervento mi angoscia abbastanza. Programmato per gennaio e quindi cerco di raccogliere più info possibili per essere pronta. Ringraziandovi se mi darete qualche delucidazione vi porgo i miei saluti e dato il periodo auguro Buone feste. Arianna
Pubblicato il 19-12-2011
Gentile Arianna, il suo post abbastanza prolisso e completo denota una profonda conoscenza di tutto l'iter terapeutico e prognostico dell'intervento di innesto e, pertanto, ogni ulteriore delucidazione squisitamente chirurgica esula dalle sue competenze. Il decorso postoperatorio è indubbiamente più fastidioso nel caso di prelievo a tutto spessore nella zona palatale ove verrà applicata una sutura a materassaio orizzontale sospesa incrociata e, per alcuni giorni dopo l'intervento, le verrà applicato un impacco chirurgico a protezione della ferita. Un suggerimento valido, prima dell'intervento, a mio modesto parere, sarebbe però quello di effettuare uno status con rx endorali, in quanto l'OPT non è di elezione nel suo caso, e valutare l'eventuale presenza di traumi occlusali che possono aver determinato una parodontite esclusivamente a livello degli incisivi inferiori perchè personalmente e, con molta frequenza, tale tipo di patologia la riscontro quando vi è una occlusione non "armonica" tra le arcate dentarie. Cordiali saluti e tanti auguri
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Pubblicato il 19-12-2011
Gentile Sig. Arianna, per prima cosa il prelievo è di solo connettivo. Nel tempo la tecnica è notevolmente migliorata. Anni fa nella sede del prelievo si rimaneva con l'osso esposto ed effettivamente era molto doloroso. Adesso si preleva un pezzetto di connettivo eseguendo due tagli e risuturando la mucosa. Non vi è più osso esposto e il post – intervento è molto meno doloroso. Cordiali saluti
Pubblicato il 19-12-2011
Salve signora. I colleghi che mi hanno preceduto le hanno risposto egregiamente. Le consiglierei di chiedere al suo curante se si tratta di un prelievo connettivale o epitelio-connettivale. In ogni caso, credo che l'indicazione all'innesto ci sia. Difficilmente troverà un chirurgo preparato - e credo che il suo odontoiatra lo sia - che sbaglia nella diagnosi e nella terapia. Stia tranquilla. Con gli impacchi parodontali o ancora meglio con una placca di resina protettiva (tipo bite) il dolore nella sona di prelievo e' tutto sommato sopportabile. Personalmente la profilassi antibiotica la pratico. Cordialmente.
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Pubblicato il 19-12-2011
Cara Signora Arianna, ci sono tante inesattezze nel suo racconto o almeno considerazioni che lasciano perplessi. Per esempio parla di tasca attiva. Le dico che non è la tasca ad essere attiva o inattiva ma la Parodontite di cui ne è la massima espressione. Poi una tasca sola con pus (bisogna diagnosticare se parulide o altro tipo di pus)può non essere indice di Parodontite, più tasche si. Insomma non specifica se in tutti gli altri denti ci sono o no altre tasche. Poi una tasca di 5 mm non va curata chirurgicamente perchè basta una serie di curettage e scaling e root planing a cielo chiuso per riportarla alla misura sana di 0-3 mm, ottenendo il riattacco della stessa al dente. Questo perchè la profondità di 5 mm non raggiunge l'osso e non causa quindi una tasca infraossea che parte invece dai 6 mm fino ai 14 mm e che può essere curata solo chirurgicamente
e qui devo dirle due parole sulla Terapia Parodontale che consiste nel ricostruire ciò che la malattia parodontale ha distrutto: osso e gengiva ed ottenere una rigenerazione di questi tessuti, ossia la neoformazione di nuovo osso, nuovo, nuovo ligamento parodontale, nuova gengiva che si attacchi a nuovo cemento radicolare con un attacco epiteliale corto e non lungo, nel primo caso si ha una rigenerazione, quello che gli Statunitensi chiamano New Attachment, con Le metodiche rivoluzionarie GBR (Guided Bone Regeneration = Rigenerazione ossea guidata) GTR (Guided Tissue Regeneration = Rigenerazione tissutale guidata), che impedendo la proliferazione cellulare di elementi indesiderati e stimolando quelli desiderati, portano ad una rigenerazione parodontale profonda nel secondo caso si ha una ricostruzione, sempre biologicamente valida, ma molto più "fragile" e soggetta a recidive. Questa terapia la si fa con membrane, PRP, PRF. amelogenine, Acido Ialuronico, solfato di calcio, fosfati di calcio etc, osso autogeno, osso omologo, meno bene eterologo ed artificiale, usati a seconda della situazione, della profondità ed ubicazione dei difetti ossei e delle tasche parodontali.Legga per favore! Qui sembra che si faccia molta confusione con tasca parodontale, Parodontite e Recessione gengivale. La terapia da lei descritta è quella per una recessione gengivale sconfinata nella mucosa alveolare, ossia che abbia superato la linea di giunzione mucogengivale. Io le spiego le cose che vuole sapere ma dovrebbe averglie già abbondantemente fatto il suo Parodontologo e se non lo avesse fatto allora dubiterei molto perchè tutti i Parodontologi spiegano tutto! Il prelievo può essere solo connettivale o Epitelioconnettivale a seconda della situazione clinica. Così anche il letto ricevente può essere il periostio "denudato" o protetto da un tunnel in cui si inserisce il prelievo c0onnettivale o un lembo che si apre a tasca e vi si inserisce dentro il connettivo prelevato o altri venti o trenta tipi di intervento diversi! Questo sempre a seconda della clinica. Gli intibiotici personalmente li prescrivo a partire da due giorni prima insieme agli antidolorifici da assumere dal giorno stesso. La parte, personalmente, la proteggo con un impacco parodontale che ha loscopo di proteggere la zona dell'intervento dal dolore, infezione, sanguinamento, dai traumi del bolo alimentare. La parte del prelievo si protegge con la chiusura e sutura del lembo aperto per prelevare il connettivo o, se si è prelevato un innesto epitelioconnettivale, si protegge la zona del prelievo, che guiarisce per seconda intenzione, (come una sbucciatura per intenderci), con una sutura particolare a rete e con un cerotto chirurgico particolarissimo e poco conosciuto anche dai Parodontologi e che viene dalla chirurgia maxillofacciale e che si attacca anche in presenza sdi sangue e di pus oltre che di saliva!
Il fatto di ritenere una evoluzione e segno di modernità l'innesto connettivale preparando una tasca o un tunnel mucogengivale è una considerazione falsa falsa considerazione che trova il tempo che trova perchè a seconda della situazione clinica e del risultato che vogliamo ottenere non esiste a titt'oggi niente di meglio del classico innesto di gengiva cosiddetto epitelioconnettivale, ossia totale. Se la terapia è scaturita da una visita Parodontale con sondaggio di tutti i denti in 6 punti per ognuno, una serie completa di Rx endorali (pwerchè l'OPM panoramica non serve a niente perchè deforma le immagini reali falsificandole), se alla visita è seguita una preparazione iniziale parodontale con curettage e scaling e Rootplaning, Studio valutativo completo, modelli di studio e tanto altro ed infine una seconda visita parodontale con la ripresa delle niove misure parodontali dopo aver rimosso il tessuto di granulazione delle o della tasca parodontale che abbia portato ad una Diagnosi esatta, una Prognosi ed un piano terapeutico, allora va tutto bene, se questo non fosse stato fatto ma la terapia fosse il nrisultato di una sola visita allora potrei dire senza ombra di dubbio che chi avesse fatto diagnosi in questo secondo modo non è un Parodontologo Specialista! Legga nel mio profilo:"VISITA PARODONTALE" e "CURETTAGE E SCALING" e La 'tasca parodontale.... questa sconosciuta!' e "Parodontite (nozioni di etiopatogenesi, clinica, diagnosi)" e "Terapia chirurgica della parodontite
La Terapia Parodontale, consiste essenzialmente nel ricostruire chirurgicamente ciò che la malattia parodontale ha distrutto.
" e "RECESSIONI GENGIVALI : Innesto libero di gengiva con tessuto connettivo autogeno e protezione della zona donatrice con lembo a spessore parziale." e "RECESSIONI GENGIVALI : Innesto libero di gengiva" e tanto altro ovunque legga il termine RECESSIONE! Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari.
e qui devo dirle due parole sulla Terapia Parodontale che consiste nel ricostruire ciò che la malattia parodontale ha distrutto: osso e gengiva ed ottenere una rigenerazione di questi tessuti, ossia la neoformazione di nuovo osso, nuovo, nuovo ligamento parodontale, nuova gengiva che si attacchi a nuovo cemento radicolare con un attacco epiteliale corto e non lungo, nel primo caso si ha una rigenerazione, quello che gli Statunitensi chiamano New Attachment, con Le metodiche rivoluzionarie GBR (Guided Bone Regeneration = Rigenerazione ossea guidata) GTR (Guided Tissue Regeneration = Rigenerazione tissutale guidata), che impedendo la proliferazione cellulare di elementi indesiderati e stimolando quelli desiderati, portano ad una rigenerazione parodontale profonda nel secondo caso si ha una ricostruzione, sempre biologicamente valida, ma molto più "fragile" e soggetta a recidive. Questa terapia la si fa con membrane, PRP, PRF. amelogenine, Acido Ialuronico, solfato di calcio, fosfati di calcio etc, osso autogeno, osso omologo, meno bene eterologo ed artificiale, usati a seconda della situazione, della profondità ed ubicazione dei difetti ossei e delle tasche parodontali.Legga per favore! Qui sembra che si faccia molta confusione con tasca parodontale, Parodontite e Recessione gengivale. La terapia da lei descritta è quella per una recessione gengivale sconfinata nella mucosa alveolare, ossia che abbia superato la linea di giunzione mucogengivale. Io le spiego le cose che vuole sapere ma dovrebbe averglie già abbondantemente fatto il suo Parodontologo e se non lo avesse fatto allora dubiterei molto perchè tutti i Parodontologi spiegano tutto! Il prelievo può essere solo connettivale o Epitelioconnettivale a seconda della situazione clinica. Così anche il letto ricevente può essere il periostio "denudato" o protetto da un tunnel in cui si inserisce il prelievo c0onnettivale o un lembo che si apre a tasca e vi si inserisce dentro il connettivo prelevato o altri venti o trenta tipi di intervento diversi! Questo sempre a seconda della clinica. Gli intibiotici personalmente li prescrivo a partire da due giorni prima insieme agli antidolorifici da assumere dal giorno stesso. La parte, personalmente, la proteggo con un impacco parodontale che ha loscopo di proteggere la zona dell'intervento dal dolore, infezione, sanguinamento, dai traumi del bolo alimentare. La parte del prelievo si protegge con la chiusura e sutura del lembo aperto per prelevare il connettivo o, se si è prelevato un innesto epitelioconnettivale, si protegge la zona del prelievo, che guiarisce per seconda intenzione, (come una sbucciatura per intenderci), con una sutura particolare a rete e con un cerotto chirurgico particolarissimo e poco conosciuto anche dai Parodontologi e che viene dalla chirurgia maxillofacciale e che si attacca anche in presenza sdi sangue e di pus oltre che di saliva!
Il fatto di ritenere una evoluzione e segno di modernità l'innesto connettivale preparando una tasca o un tunnel mucogengivale è una considerazione falsa falsa considerazione che trova il tempo che trova perchè a seconda della situazione clinica e del risultato che vogliamo ottenere non esiste a titt'oggi niente di meglio del classico innesto di gengiva cosiddetto epitelioconnettivale, ossia totale. Se la terapia è scaturita da una visita Parodontale con sondaggio di tutti i denti in 6 punti per ognuno, una serie completa di Rx endorali (pwerchè l'OPM panoramica non serve a niente perchè deforma le immagini reali falsificandole), se alla visita è seguita una preparazione iniziale parodontale con curettage e scaling e Rootplaning, Studio valutativo completo, modelli di studio e tanto altro ed infine una seconda visita parodontale con la ripresa delle niove misure parodontali dopo aver rimosso il tessuto di granulazione delle o della tasca parodontale che abbia portato ad una Diagnosi esatta, una Prognosi ed un piano terapeutico, allora va tutto bene, se questo non fosse stato fatto ma la terapia fosse il nrisultato di una sola visita allora potrei dire senza ombra di dubbio che chi avesse fatto diagnosi in questo secondo modo non è un Parodontologo Specialista! Legga nel mio profilo:"VISITA PARODONTALE" e "CURETTAGE E SCALING" e La 'tasca parodontale.... questa sconosciuta!' e "Parodontite (nozioni di etiopatogenesi, clinica, diagnosi)" e "Terapia chirurgica della parodontite
La Terapia Parodontale, consiste essenzialmente nel ricostruire chirurgicamente ciò che la malattia parodontale ha distrutto.
" e "RECESSIONI GENGIVALI : Innesto libero di gengiva con tessuto connettivo autogeno e protezione della zona donatrice con lembo a spessore parziale." e "RECESSIONI GENGIVALI : Innesto libero di gengiva" e tanto altro ovunque legga il termine RECESSIONE! Cordialmente Gustavo Petti, Parodontologia, Implantologia, Gnatologia e Riabilitazione Orale Completa in Casi Clinici Complessi ed Ortodonzia e Pedodonzia la figlia Claudia Petti, in Cagliari.
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Pubblicato il 19-12-2011
Sig.Arianna, in letteratura ritroviamo che nelle tasche inferiori ai 6 mm è indicata la terapia causale e non chirurgica. Il trattamento da lei descritto è adatto per la cura delle recessioni gengivali e non delle tasche parodontali. Forse c'è qualcosa di poco chiaro tra lei e l'odontoiatra, le consiglio prima di un eventuale intervento chirurgico di farsi mettere per iscritto diagnosi e terapia chirurgica prevista.
Pubblicato il 20-12-2011
Rimango sempre un pochino perplesso quando leggo domande del genere. Da quanto afferma, sembra che la situazione nella zona interessata sia abbastanza grave, e ciò deporrebbe per una giusta motivazione per quello che le è stato proposto. E' giusta la precisazione del collega Tabasso che afferma che la tecnica si è via via migliorata nel corso del tempo e che oggi risulta essere meno dolorosa nel post intervento, ma a mio avviso è comunque ancora leggermente invalidante nel breve periodo, e soprattutto non esente da recidive se non si elimina la causa del problema. La domanda da porsi sempre è "perchè c'è quella tasca?" e la sola perdita di gengiva aderente potrebbe non essere la sola risposta. Certo, se il collega avesse escluso tutte le altre variabili allora bene così, ma come il collega Ruffoni, io una tasca (attiva o no) la tratterei prima con una serie di manovre non chirurgiche, e solo nel caso in cui non si arrivasse alla stadiazione definitiva allora opterei per la chirurgia. Certo però che è solo la mia opinione, e scaturisce senza averla vista. Cordiali saluti.
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Pubblicato il 20-12-2011
Cara Arianna, Vi sono molte cose nella sua esposizione che non mi risultano chiare del tipo : valutazione della situazione perodontale tramite OPT senza sondaggio, valutazione di tasca attiva con presenza di supposto pus e aggressione immediata mediante chirurgia muco gengivale senza specifica preparazione parodontale (courettaggio) del sito e valutazione di risposta dei tessuti e altro ancora,come ad esempio la mancata ricerca di eventuali sovraccarichi occlusali che possono impegnare la zona. Le è stato sottoposto un idoneo consenso informato alla esecuzione dell'intervento?
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Pubblicato il 20-12-2011
Gentile paziente, ovviamente noi conosciamo solo una parte della storia, non potendola visitare, ma complimenti a lei per la meticolosità del racconto e complimenti al professionista che le ha spiegato la cosa. In linea di massima ricreare una banda di gengiva aderente sufficientemente adeguata e resistente è un'ottima cosa, specie se esistono in quella sede dei fattori di rischio che solo il professionista che l'ha visitata conosce.Se ha deciso d'amblè di optare per l'innesto, probabilmente ha valutato che il problema non può essere risolto con un trattamento non chirurgico come i sacri testi indicano per tasche di quella profondità. Per quanto riguarda il post-operatorio credo che dovrebbe parlarne con lui perche dipende da tante cose.
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Pubblicato il 21-12-2011
Si affidi ad un buon dentista che le curerà la situazione patologica
Dentista Toscana, Firenze
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Dentista Trentino Alto Adige, Trento
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Dentista Liguria, Savona
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Dentista ,
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