Da anni soffro di parodontite
Scritto da Carmela / Pubblicato il
Buon giorno, da anni soffro di parodontite. Due volte l'anno faccio la pulizia(ablazione tartaro, levigatura radicolare a cielo coperto) e rientro laser paradontale per le tasche presso uno studio specializzato in parodontologia. Nel frattempo in questi ultimi 5 anni presso uno studio dentistico (in una città diversa rispetto quella del parodontologo per via del lavoro) mi sono sottoposta a rimozioni di vecchie carie, collocazione di vari impianti a denti mancanti, splitaggio dei denti dal 13 al 23 (per via della mobilità) canalizzazioni ecc.,insomma a tutto quanto fosse necessario per mantenere la bocca pulita ed in ordine il più possibile. Ultimamente il dentista mi trova una carie sul dente 21 (su questo dente era presente una tasca di 8 mm e una forte mobilità, attualmente la tasca è 5 mm e 4 mm) ma che si avvia verso la radice. E qui arriva il dilemma. Il parodontologo dice che una carie alla radice (anche se per ora l'osso non è compromesso ma ha subito la malattia) non ha speranze e che quindi, prima o poi, il dente cadrà o sarà da tirare e quindi collocare un impianto. Il dentista dice che una carie alla radice si può curare e mi propone un intervento sulla gengiva durante il quale pulirà la carie e nel frattempo collocherà del materiale "emdogain" per evitare che l'osso possa peggiorare, insomma un sostegno. 1)Chi dei due ha ragione? 2) Alla domanda posta a loro se dopo 5 anni intravedevano un miglioramento della mia piorrea nessuno dei due mi ha dato una risposta certa. La risposta è stata che dalle radiografie vecchie e nuove si deduce che non ci sono stati peggioramenti e che anzi sembra che si sia fermata ma usano il condizionale perchè, a detta di loro, la radiografia (dipende dall'angolazione leggermente diversa fra una e l'altra nel momento dell'esecuzione) non dà mai risultati che si possono comparare con certezza. Ovviamente questo tipo di risposta mi hanno lasciato un forte dubbio amletico 3) Alla mia domanda : ma se la borsa, che era di 8 mm, ora è di 4/5 significa che i miei tessuti gengivali hanno reagito positivamente. La risposta di entrambi è stata che un miglioramento della tasca potrebbe essere interpretato come un ritiro gengivale. Allora mi chiedo (loro non mi hanno dato una risposta) ma ci sarà un esame particolare che potrei fare (TAC spirale o volumetrica, teleradiografia,radiografia digitale, o non so che ?????) che mi possa aiutare a capire se nel corso degli anni sono andata incontro a recessione gengivale/ guarigione borse, diminuzione osseo dato che le radiografie (panoramiche e periapicali) possono condurre ad una lettura sbagliata e quindi non confrontabili con quelli degli anni passati? 4)Possibile che le mie carie fioriscono nel giro di un mese e la causa potrebbe essere la mia poca produzione di saliva, dal momento che durante le pulizie eseguite nello studio non notano sanguinamento o tartaro preoccupante? Esiste un esame in cui si possa capire (al di là della parte microbiologica relativa alla presenza di batteri) anche il tipo di acidità che ha la mia saliva, insomma se fa il suo lavoro di pulizia appieno oppure devo rinunciare alla quantità di tre tazze di caffè con zucchero al giorno dal momento che poi non mangio altri dolci? Possibile che la causa di queste carie che fioriscono da un mese all'altro dipende solo dallo zucchero del mio caffè? Mi sembra assurdo!
Pubblicato il 24-09-2014
Cara Signora Carmela, lo Studio sarà Specializzato in Parodontologia ma il Laser non serve per ricostruire ciò che la malattia ha distrutto, ossia il Parodonto, ossia Osso e Gengiva e Ligamento Parodontale. Non vedo nelle lastre segni di Chirurgia Ossea Ricostruttiva o Rigenerativa o forse è stata fatta senza risultati apprezzabili, essendo presenti i difetti ossei. Vedo impianti, uno almeno , con perimplantite, inseriti in un osso di una bocca con Parodontite in atto e non curata, almeno apparentemente e con alterazione della festonatura ossea, perdita della corticale ossea per frammentazione, in particolare nella arcata superiore e vedo difetti ossei complessi a più pareti, non trattati! Preciso, non per polemica ma perché, nella mia esperienza, avendole, all’Università, provate entrambe, che Il curettage e Scaling lo si fa con gli strumenti a mano, Curette, Scaler, etc e non con il Laser o altro perché è ESSENZIALE, che io, operatore chirurgo, abbia una visione tridimensionale mentale da comparare al sondaggio parodontale che solo la sensazione tattile della curetta nella tasca contro i tessuti molli, duri del cemento e duri dell’osso, può dare. Questo è essenziale per arrivare ad una corretta Diagnosi ed emettere una altrettanto corretta Prognosi. Insomma devo poter mantenere viva ed in allerta tutta la mia "Capacità di Clinico Medico e Parodontologo" Impronte per costruire i modelli di studio e presa dell’Arco Facciale di Trasferimento i due punti di repere posteriori si ottengono inserendo i terminali dell'arco nei meati acustici esterni; il terzo punto di repere anteriore e individuato dal supporto glabellare, che definisce la posizione verticale anteriore dell'arco stesso. In questo modo si definisce il piano di riferimento asse cerniera-piano orbitale. Una forchetta a ferro di cavallo consente di mettere in rapporto l'arcata superiore con l'arco facciale. In conclusione, trasferiti in tal modo i modelli maestri su un articolatore, possiamo orientare i modelli delle arcate rispetto al cranio e studiare l'inclinazione dei tragitti condilari e dell'angolo di Bennet (Bauer Gutowski, 1984). " Rx Endorali che chiameremo Studio Valutativo Parodontale". Come vede fare una Visita Odontoiatrica completa non è cosa da poco ed è per questo che bisogna evitare chi promette visite gratis o a prezzo ridotto o da restituire se ci si mettesse in cura. Il Laser in Parodontologia è solo un "richiamo per le allodole"! Come le spiegherò diffusamente in conclusione di questa mia risposta perchè prima è necessario un preambolo ed una esaustiva e dettagliata spiegazione sul significato di tasca parodontale. Per fare diagnosi di tasca parodontale bisogna sondarla con un sondino parodontale che ha delle tacchette millimetrate e che servono per leggere la profondità delle tasche parodontali stesse, in millimetri. La profondità massima di una tasca parodontale è quella che corrisponde alla lunghezza della radice che in tutti i denti tranne che nei canini dove può arrivare ai 30 mm, è di 14 mm. Ci sono vari gradi di profondità. Per semplificare diciamo che da 0 a 2 mm, non è tasca parodontale ma è solo il fisiologico solco della gengiva. 3 MM è una misura dubbia perchè può essere in un solco un pò più profondo del normale ma l'attacco epiteliale è ancora integro e quindi non c'è tasca o è un iniziale distacco dell'attacco stesso e quindi una iniziale tasca. 4-5 mm è tasca parodontale ma non grave perchè è ancora nella compagine della gengiva. 6 mm. indicano che essa è arrivata ad interessare la cresta ossea marginale. Dai 7 mm in su, esistono dei difetti ossei che si identificano con la quantità delle pareti distrutte o rimaste e quindi ad una parete residua, a due, a tre, a quattro. Il più grave è quello ad una parete perchè è più difficile la ricostruzione con osso artificiale o di altro tipo e perchè è più difficile la organizzazione del coagulo ematico da cui parte la guarigione o è pèiù difficile una rigenerazione parodontale profonda con l'uso di membrane! Per favorirle la comprensione di un argomento così astruso le faccio la stessa spiegazione che faccio ai miei pazienti durante il colloquio informativo alla fine della prima Visita Parodontale: Immagini un dente in sezione longitudinale (e alzo la mano sin. di taglio verticale davanti a me), la gengiva ( e alzo la mia mano dx in orizzontale vicino e perpendicolare alla mano sin.), si attacca al dente mandando le fibre connettivali ed epiteliali dentro di esso, al colletto, nel punto di passaggio tra radice e corona, ossia la parte del dente che emerge dalla gengiva (e spingo la mano dx a intrecciare le dita con la mano sin.). In questo modo la Gengiva protegge l'osso che sta sotto intorno al dente e chiude, una porta che impedisce ai microbi di entrare in profondità. La funzione della gengiva è questa, di costituire un sigillo invalicabile dai microbi!. Quando queste fibre, per un motivo qualsiasi, ad esempio la Gengivite prima e poi la Parodontite, si dovessero rompere, esse si staccano dal dente, si apre quella porta e i microbi entrano ed incominciano a distruggere il Parodonto, ossia il tessuto che sta intorno al dente, Gengiva, Cemento della radice, Legamento Parodontale che lega il dente all'osso e l'Osso stesso: è iniziata una Parodontite. (Conosciuta col termine volgare di "Piorrea" dal greco (puòn) marcio, pus - (roé) scolo, quindi scolo di pus. Scolo di pus, perché nei momenti conclamati o terminali della malattia si hanno numerosi ascessi! La distruzione di questi tessuti porta alla formazione di una tasca (ed infilo la mano dx nel taschino sin. del mio camice) spiegando "questa è una tasca, prima era cucita ora è aperta. Questa tasca si chiama "Tasca Parodontale". In pratica è come se fosse una ferita e come ogni ferita tenta di guarire facendo "granuleggiare" un tessuto che appunto si chiama di Granulazione, che cerca di chiudere questa ferita, ma non lo può fare per vari motivi che non sto a spiegare. La caratteristica di tutte le Parodontiti è quella di avere periodi di inattività che si alternano con altri di attività. Questo avviene in modo del tutto "anarchico". Ossia la malattia può essere attiva o non attiva, in tutta la bocca, in parte di essa o addirittura sullo stesso dente in un punto sì e nel punto vicino no! È importante sapere che esistono vari tipi di Parodontiti, ma comune denominatore è quanto ho spiegato sopra. Nei punti in cui la malattia è attiva, il tessuto di granulazione e edematoso, imbibito di liquidi, molliccio e il sondino parodontale che ho usato prima durante la visita è portato a penetrare di più, proprio perché non incontra resistenza e leggo una misura più profonda di quanto potrebbe essere in realtà! Se la malattia invece è ferma da qualche tempo, bastano 3 settimane il tempo di guarigione in genere delle ferite, il tessuto di granulazione è diventato una specie di cicatrice, come avviene in tutte le ferite ed è fibroso, duro, compatto, il sondino parodontale è impedito nella penetrazione e leggo una misura meno profonda di quanto potrebbe essere in realtà! Ora è intuibile per Lei, quello che devo fare: rimuovere questo tessuto! Questo lo si fa col Curettage e Scaling, in anestesia per contatto (basta uno Spray di anestetico), a cielo coperto, sotto protezione antibiotica perché si mettono in moto milioni e milioni di microbi! Il Curettage e Scaling è preceduto dalla Ablazione del Tartaro con gli ultrasuoni, dalla lucidatura dei denti. Si fa tutto in una seduta, molti preferiscono in più sedute. Io preferisco una sola seduta, lunga anche un paio d'ore o poco più, ma il tessuto infetto viene portato via in una sola volta, non rischia così la reinfezione delle tasche, se passa troppo tempo dalla prima all'ultima. Questo sotto copertura Antibiotica. Tenga presente che un Curettage fatto bene abbassa la carica batterica dell'95-98 % !!! Questo è salutare non solo per la bocca (pensi che se ci troviamo in presenza di una Gengivite Marginale o di una Gengivite più profonda di transizione in Parodontite con tasche non superiori ai 5 mm, può bastare il Curettage e Scaling, magari ripetuto più volte, per "guarire" ma anche per l'organismo intero perché mette a riparo dalle malattie focali a distanza di organi importanti che hanno il loro Fucus di partenza "in cavità dell'organismo comunicanti con l'esterno", in questo caso le Tasche Parodontali! Ora è comprensibile perché, una volta rimosso questo tessuto, a di stanza di qualche giorno, debba riprendere le misure delle tasche parodontali: il secondo sondaggio farà leggere delle misure reali o almeno che si avvicinano alla realtà, avendo rimosso quel tessuto che ne falsava la misurazione! In quella sede che chiameremo Seconda Visita Parodontale, dopo questa preparazione iniziale, prenderò visione degli altri dati diagnostici raccolti in questa parte chiamata di Preparazione Iniziale Parodontale, ossia le Rx indorali, i modelli di studio che avrò rilevato con delle impronte e montato su un aricolatore che riproduce i movimenti della sua bocca! Così potrò studiare le gengive, i rapporti dei denti tra di loro, anche per decidere un eventuale molaggio selettivo per togliere i precontatti." clicchi sul mio nome in questa risposta ed entri nella mia pagina di INFORMAZIONI GENERALI, qui clicchi su PUBBLICAZIONI e si aprirà la finestra con da sin a dx ARTICOLI, CASI CLINICI e VIDEO e cerchi i seguenti titoli sotto Articoli: VISITA PARODONTALE da questa lettura sulla visita Parodontale capirà se chi ha fatto gli interventi è un Parodontologo o un Dentista che si occupa di Parodontologia (cosa molto diversa) quindi è importante che lei la legga Mio Sito Web di Parodontologia, poi sempre sotto gli ARTICOLI, La 'tasca parodontale, questa sconosciuta!' poi TRA I MIEI CASI CLINICI, i seguenti sotto Casi Clinici (guardi che continuano aprendo "TUTTI I CASI CLINICI", in fondo in basso, sono 4 pagine): a Pag 1, LA RIGENERAZIONE PARODONTALE GUIDATA CON MEMBRANA AMNIOTICA E COLLA DI FIBRINA (TECNICA PERSONALE) 1°PARTE - Considerazioni Istologiche e Sperimentali e le altre tre parti a Pag 2 Dalla parodontologia alla protesi, attraverso tutta l'odontoiatria e poi Riabilitazione Orale Parodontale e Protesica Completa, in un Caso Complesso di Compromissione Grave Parodontale ossea, conservativa, endodontica, protesica in presenza di insufficienza di gengiva aderente, Le lascio una Poster di Parodontiti con vari tipi di tasche curate con la chirurgia ossea ricostruttiva e con quella Rigenerativa Profonda. Intanto avrà capito spero che il Laser, almeno in questa patologia non serve a niente! Bisogna valutare la presenza di tasche parodontali non solo su questo dente ma in tutti i denti della bocca per diagnosticare una eventuale Parodontite! La Diagnosi è semplice, è routine normalissima e non capisco perchè il suo Dentista si sia "perso" col fare "Laser" senza aver prima fatto una Diagnosi certa! A questo punto si faccia visitare da Professionista Preparato Veramente, meglio se Parodontologo. E mi parla di Laser? Tralasciando i tecnicismi sui vari tipi di Laser, che a Lei, con tutto il rispetto non interessano e non potrebbe comprendere, ovviamente, non essendo tra l'altro questa la sede per fare didattica specialistica, il laser in parole povere può avere la sola "per me falsa utilità" di sterilizzare le tasche parodontali. Ma le tasche parodontali non vanno solo "sterilizzate" ossia non bisogna solo abbatterne la carica batterica, cosa che si ottiene tranquillamente con il Curettage e Scaling e il Root Planing preceduto da Igiene Orale Professionale. Ma esse vanno soprattutto curate, ossia bisogna riottenere il riattacco gengivale al dente con la loro chiusura e la formazione di un attacco epiteliale ed eliminazione dei difetto ossei di cui le tasche parodontali sono espressione, difetto che si curano con la chirurgia ossea ricostruttiva o rigenerativa o resettiva o conservativa a seconda della situazione clinica e del tipo di Parodontite in atto e non certamente col Laser! Quindi perchè le sia Chiaro il Laser in Chirurgia Partodontale non serve assolutamente a niente. Il Laser può essere molto utile e prezioso in altre specialità dell'Odontoiatria ma non in Parodontologia!!! Sentirà tante opinioni da parte di chi ha il Laser! Ovvio che chi lo ha debba difenderne l'uso se no non lo utilizzerebbe ed andrebbe in perdita! Il Laser in Parodontologia è solo un "richiamo per le allodole"! Poi che il Laser abbia tanti altri usi in Odontoiatria, utili e che semplifichino la terapia stessa, come per esempio frenulectomie linguale ed altro, è un altro discorso, restando il fatto, maq è una mia opinione personale, che il Laser non sia indispensabile e non faccia nessuna terapia che non si possa fare con le terapie tradizionali! Quindi per me non serve! In Parodontologia sfido chiunque a dire che si possa curare un difetto osseo col laser, quale che sia la terapia chirurgica ossea! Tra l'altro, è ESSENZIALE, che io, operatore chirurgo, abbia una visione tridimensionale mentale da comparare al sondaggio parodontale che solo la sensazione tattile della curetta nella tasca contro i tessuti molli, duri del cemento e duri dell’osso, può dare. Questo è essenziale per arrivare ad una corretta Diagnosi ed emettere una altrettanto corretta Prognosi. Insomma devo poter mantenere viva ed in allerta tutta la mia "Capacità di Clinico Medico e Parodontologo". Un Parodontologo con Laser e microscopio, non è un Parodontologo!Tra l'altro L'approccio alla Parodontite deve essere da Parodontologo vero e la Parodontite, stia tranquillo, in mani abili è curabilissima senza problemi. Cari saluti e spero di esserle stato utile!
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Pubblicato il 24-09-2014
Sig. Carmela, mettiamo le cose in chiaro lei fin da giovane non è mai stata dedita alla visita odontoiatrica semestrale, negli ultimi anni ha tentato di fermare il progredire della distruzione della sua bocca, ma con poco successo. Purtroppo senza la sua collaborazione e senza la sua motivazione le cure parodontali saranno destinate all'insuccesso; tutti gli odontoiatri hanno studiato la parodontologia e nessuno in Italia possiede il titolo universitario di specialità in parodontologia, questo significa che non esiste il professionista che fa miracoli. L'igienista dentale laureato è una figura di base essenziale che contribuisce alla cura della malattia parodontale, egli motiva e insegna la collaborazione quotidiana da parte del paziente; difficilmente senza questa figura si potrà parlare di mantenimento. Ritornando al suo caso le consiglio di farsi rilasciare tutte le cartelle parodontali e status radiografici, poi ci invii il tutto che forse le potremmo dare qualche altro serio consiglio, altrimenti inviti il suo odontoiatra a inserire il suo caso nel nostro caso a lui riservato; purtroppo la sua descrizione è insufficiente e non professionale per darle delle corrette risposte.
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Pubblicato il 24-09-2014
Rispondere alla sua articolata domanda, con i pochi elementi che ci fornisce (la radiografia panoramica è soltanto indicativa ma non sufficiente per fare diagnosi di parodontopatia e di lesioni cariose), senza poterla visitare nè avere accesso alle sue cartelle cliniche (in cui sono illustrati i valori di sondaggio parodontale per ogni dente e le procedure effettuate), è impossibile. È vero che l'implantologia, relativa a riabilitazioni protesiche fisse, è maggiormente soggetta a fallimento nella bocca si un paziente parodontopatico rispetto a quella eseguita su paziente sano. Ma in diversi casi si ottengono comunque risultati sodisfacenti. Dall'Opt i sui impianti sembrano presentare una perdita ossea da lieve a moderata, ma l'esame di per sè non è indicativo, sarebbe necessario visitarla e raccogliere altri dati. È vero che il Laser in parodontologia ha un'utilità minima, è molto di moda ma di fatto serve a poco: in primis accurato curettage - scaling sopra e sotto - gengivale per rimuovere accuratamente il tessuto di granulazione infetto (che si trova ben radicato all'interno delle tasche parodontali e adesso al cemento radicolare), che il laser di per sè non riesce ad asportare completamente ma soltanto in minima parte; se poi si desidera, come elemento in più, "sterilizzare" (termine che nel cavo orale, popolato in condizioni fisiologiche da un numero elevatissimo di batteri, è un nonsenso) le tasche stesse, nessuno lo vieta. Ma, prima di tutto, e inizialmente e come terapia di mantenimento, curettage - scaling, preceduti da igiene orale professionale: NON da parte dell'igienista (all'igienista si può demandare la parte dell'igiene orale tradizionale), bensì da un Odontoiatra che segua la Parodontologia. Quello che le hanno detto sulle radiografie in parte è vero, dipende da chi le ha eseguite (sempre la stessa persona?) e da come le ha eseguite (centratore?). La parodontite è una malattia estremamente complessa, ed è opportuno affidarsi ad unico studio dove la Parodontologia sia di casa, in modo tale da poter essere seguita e monitorata dalle stesse persone, o meglio, da una stessa e singola persona, nel tempo.
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